ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00547

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 47 del 05/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 05/07/2013
Stato iter:
26/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/09/2013
Resoconto PINOTTI ROBERTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 26/09/2013
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/07/2013

DISCUSSIONE IL 26/09/2013

SVOLTO IL 26/09/2013

CONCLUSO IL 26/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00547
presentato da
PIRAS Michele
testo di
Venerdì 5 luglio 2013, seduta n. 47

   PIRAS e DURANTI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   venerdì 21 giugno 2013 il giornale sardo Sardegna Quotidiano riportava alla luce una notizia da tempo dimenticata dall'opinione pubblica;
   nel maggio del 2007 la nave Leonardo operò una vasta azione di scandagliamento di un tratto di mare collocato a est del Poligono di Capo Teulada, su un'area di 5 chilometri quadrati dei 63 interdetti alla pesca ed alla navigazione civile nel corso delle operazioni militari;
   l'operazione – durata 15 giorni a cavallo fra i mesi di maggio e giugno 2007 – aveva come committente il Ministero della difesa e fu organizzata in accordo con la regione autonoma della Sardegna ed affidata al Nato Undersea Research Center (NURC) di La Spezia;
   il professor Osvaldo Faggioni – allora in ruolo presso l'Istituto Nazionale di Vulcanologia – in un commento sui protocolli e le strumentazioni utilizzate testimonia la qualità delle medesime, considerate all'avanguardia;
   detta ricerca era volta alla scoperta e definizione di oggetti esplosivi e manufatti metallici giacenti sul fondale marino, condizione indispensabile a valutare la fattibilità, le modalità ed i costi della bonifica del fondale;
   prima di allora l'ultimo studio esistente era quello condotto dal CNR, eseguito mediante l'utilizzo di tecnologie decisamente più arretrate, che comunque ha posto in evidenza come nei fondali dell'area marina del poligono siano adagiati migliaia di ordigni;
   il Ministero della difesa aveva annunciato la comunicazione degli esiti della ricerca già per il mese di giugno del 2007;
   dallo studio del NURC sono passati ormai sei anni esatti senza che nessuno abbia notizia dei risultati;
   la cinquantennale attività militare nel poligono di Capo Teulada, senza che vi sia stata mai alcuna attività di bonifica seppur parziale, lascia presagire uno stato di contaminazione importante dei fondali marini;
   le poche tracce ed immagini della ricerca del NURC rinvenibili sul web confermano questa ipotesi;
   la ricerca di cui sopra è costata certamente l'impiego di somme significative – seppur dovute – di denaro pubblico;
   si considera un diritto della collettività quello di essere messi a conoscenza delle conseguenze effettive sull'ambiente dell'attività militare –:
   quali notizie abbia della ricerca condotta dal NURC nel 2007;
   per quali ragioni essa non sia stata ancora resa pubblica finora;
   se intenda renderla pubblica e quando. (5-00547)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 settembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-00547

  L'attività, cui fanno riferimento gli Onorevoli interroganti, è stata commissionata dalla Difesa, nel 2007, al Naval Underwater Research Centre (NURC) di La Spezia – centro di ricerca subacquea che dipende dall'Alleanza atlantica – allo scopo di valutare la possibilità di ridurre i vincoli (divieto permanente di ancoraggio e di pesca) derivanti dalla presenza del poligono militare di Capo Teulada, in modo da consentire lo svolgimento di alcune attività di pesca da parte della locale marineria.
  Poiché dagli approfondimenti allora effettuati, è emersa l'impossibilità di completare il rilevamento in alcune aree di basso fondale, nel luglio 2009, è stato dato incarico ad una ditta privata (la società MIAR SUB di Fiumicino) di portare a termine l'attività di ricerca e classifica di oggetti posati sul fondale marino della zona antistante il poligono, effettuando l'esplorazione visiva di tali aree e redigendo, a conclusione, un'apposita relazione tecnica.
  I costi sostenuti per questa attività, che ha interessato la zona a mare a est del poligono, ammontano a:
   per la parte NURC: 229.814,00 euro;
   per la parte MIAR SUB: 126.843,96 euro.

  Quanto, poi, all'opportunità di rendere noti i contenuti della relazione elaborata dal NURC, ad oggi, non è possibile accogliere tale richiesta, in quanto la situazione ambientale dei fondali dell'area di mare prospiciente il poligono, è oggetto di procedimento penale n. 4804/2012 della Procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari, nell'ambito del quale è stato notificato al competente Comando Militare Autonomo della Sardegna (COMILES) un decreto di esibizione di documentazione originale (articolo 256 del codice di procedura penale).
  È il caso di sottolineare, inoltre, che il documento, originato da una Autorità internazionale, è di carattere «RISERVATO» e, pertanto, in ottemperanza alla normativa vigente, gli atti in originale potranno essere consegnati all'Autorità Giudiziaria procedente, solo dopo aver acquisito il nulla osta da parte dei competenti organi della NATO.
  In particolare, dall'attività espletata dal NURC è emerso che nell'area denominata «verde», tutti gli oggetti individuati non sono stati associati ad ordigni bellici, mentre nell'area denominata «rossa» non è stato possibile – come già detto – effettuare rilevamenti similari a causa della presenza di bassi fondali e rocce sporgenti.
  La ditta privata, successivamente incaricata di svolgere attività di monitoraggio nell'area «rossa», complementare a quella già eseguita dal NURC, ha riportato nella conclusione della relazione tecnica che «l'area monitorata, con un buon margine di sicurezza, sia libera da materiali ed ordigni pericolosi per l'ancoraggio e la pesca».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

impatto ambientale

fondale marino

navigazione marittima

ambiente marino