Legislatura: 17Seduta di annuncio: 40 del 25/06/2013
Primo firmatario: CARRA MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 25/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 26/06/2013 Resoconto CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 26/06/2013 Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) REPLICA 26/06/2013 Resoconto CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 26/06/2013
SVOLTO IL 26/06/2013
CONCLUSO IL 26/06/2013
CARRA, OLIVERIO, LUCIANO AGOSTINI, ANTEZZA, ANZALDI, CENNI, COVA, COVELLO, DAL MORO, FERRARI, FIORIO, MARROCU, MONGIELLO, PALMA, SANI, TARICCO, TENTORI, TERROSI, VALIANTE, VENITTELLI e ZANIN. —
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi, la Commissione europea, con una lettera di messa in mora, ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato recupero delle multe dovute dai produttori lattiero-caseari che hanno superato le quote di produzione loro spettanti nelle campagne ricomprese tra il 1995 e il 2009;
dalle notizie trapelate sui quotidiani, la Commissione europea rileva che «le autorità italiane non hanno ancora adottato le opportune misure per recuperare le somme dovute, che si stima corrispondano a un importo complessivo di almeno 1,42 miliardi di euro in gran parte ancora non riscosse»;
va sottolineato che la Commissione europea ha ripetutamente espresso la propria insoddisfazione nei confronti dell'estrema lentezza dei progressi compiuti nella riscossione dei prelievi legati alle quote latte e, già il 27 aprile 2012, nella «Relazione della Commissione al Consiglio relativa alla valutazione della situazione comunicata dall'Italia alla Commissione e al Consiglio in merito al recupero del prelievo supplementare dovuto dai produttori di latte per i periodi dal 1995/1996 al 2001/2002», sosteneva che le modalità di recupero dei prelievi erano da migliorare nettamente. In assenza di informazioni sufficientemente dettagliate, la Commissione dichiarava di non essere in grado di monitorare correttamente la situazione relativa alla riscossione della parte dei prelievi dovuti dai produttori che non hanno aderito al regime di pagamento rateizzato il cui importo, davvero ingente, è pari ad oltre 1,5 miliardi euro;
la Commissione europea, inoltre, monitora anche il lavoro di recupero delle multe oggetto di piani di rateizzazione, soprattutto per quel che riguarda il mancato recupero delle multe oggetto di piani di rateizzazione concessi all'Italia ai sensi della decisione del Consiglio del 16 luglio 2003, n. 2003/530/CE;
tale rateizzazione – meglio conosciuta come prima rateizzazione (legge Alemanno n. 119 del 2003) – avvenne a seguito di un accordo, sostenuto dalla Lega Nord, mediante l'allora Ministro Tremonti, con la Commissione europea che «in via eccezionale» ha considerato compatibile con il mercato europeo (ossia non aiuto di Stato) l'aiuto concesso dalla Repubblica italiana ai produttori di latte eccedentari sostituendosi ad essi nel pagamento degli importi dovuti all'Unione a titolo di prelievo supplementare sul latte e consentendo agli stessi produttori di estinguere il debito mediante pagamenti differiti, senza interessi, scaglionati in massimo 14 anni, mediante rate annuali di pari importo dal 1o gennaio 2004, come, appunto, risulta dalla decisione del Consiglio del 16 luglio 2003, n. 2003/530/CE;
giova ricordare come tale «concessione» ad una ristretta minoranza di lavoratori italiani ebbe l'immediato effetto di caricare sulle spalle del Paese un debito di euro 1.386.475.250, poiché l'articolo 2 paragrafo 1 della citata decisione n. 2003/530/CE dispone che «La concessione dell'aiuto di cui all'articolo 1 è condizionata alla dichiarazione dell'Italia al Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) dell'importo di 1.386.475.250 EUR, corrisponde al prelievo totale per i periodi di cui all'articolo 1»;
il 27 novembre 2012, il Commissario straordinario per le quote latte Paolo Gulinelli, in una intervista su Agrapress, dichiarava che «il prelievo complessivamente richiesto ai produttori in questi quindici anni ammonta a 2.263 milioni di euro, di cui ne sono stati riscossi solo 246 e altri 346 milioni sono in rateizzazione con la legge n. 119 del 2003. 175 milioni sono ormai irrecuperabili per fallimento, per incapacità definitiva di versare, per sentenza di annullamento. Restano quindi da riscuotere circa 1.500 milioni, di cui 700 non sono al momento esigibili a causa di sospensive giurisdizionali mentre 800 sono esigibili. L'Agea – conclude Gulinelli – ha intimato il pagamento del prelievo esigibile ai circa 2.000 produttori coinvolti. 600 di loro devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioè la gran parte del debito»;
se le stime del Commissario Gulinelli fossero confermate, ad oggi, la collettività del Paese ha sostenuto il costo delle quote latte per oltre l'80 per cento dell'importo complessivo, ossia per 3,6 miliardi di euro; infatti, come rilevato dalla Corte dei conti – nella «Relazione sulle quote latte: la gestione degli interventi di recupero delle somme pagate dallo Stato in luogo degli allevatori per eccesso di produzione», del novembre 2012 – la gestione delle quote latte ha determinato un esborso complessivo nei confronti dell'Unione europea di oltre 4,4 miliardi di euro. Di tale esborso il recuperato effettivo è trascurabile e, secondo i citati dati della Corte dei conti e della Ragioneria generale dello Stato, con la nota n. 23120 del 21 marzo 2012, non raggiunge i 430 milioni di euro, pari al 9,77 per cento;
come dichiarato dal Ministro interrogato, all'origine della contestazione della Commissione europea vi sono l'ambiguità e l'inadeguatezza della normativa vigente fino al 2012, ai fini della puntuale riscossione dei prelievi arretrati –:
come il Ministro interrogato intenda procedere con urgenza al fine di non far avanzare oltre la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia sulle quote latte evitando sanzioni pecuniarie per i contribuenti italiani e ripristinando la legalità e la giustizia nel settore lattiero-caseario.
(5-00429)
Le vicende legate all'applicazione del regime «quote latte», ormai diffusamente note, sono caratterizzate da un'estrema complessità e da una serie di eventi, azioni e comportamenti che si sono stratificati nel corso di quasi 30 anni e che hanno causato il versamento di circa 4,4 miliardi di euro da parte dell'Italia all'Unione europea.
Il regime, originariamente istituito per 5 anni, non ha trovato immediata e puntuale applicazione nel nostro Paese e ciò ha determinato un andamento incontrollato della produzione nonché l'inserimento di soggetti privi dei requisiti per l'assegnazione della quota.
Sul piano normativo, dopo l'esperienza della legge n. 468 del 1992 e a seguito del lavoro svolto da alcune commissioni di indagine, si è giunti alla concreta applicazione del regime soltanto con la legge n. 119 del 2003.
Le trattenute dei prelievi effettuati dagli acquirenti e le intimazioni di pagamento hanno generato un enorme contenzioso che ha rallentato inevitabilmente le riscossioni.
Successivamente, con la legge n. 33 del 2009, sono state assegnate le quote anche a soggetti che producevano senza il quantitativo di riferimento oppure in esubero rispetto alle quote individuali, con riconoscimento della possibilità di rateizzare i debiti pregressi.
Nel caso di non adesione alla rateizzazione, la legge citata prevede la revoca della quota assegnata così come, nei confronti di coloro che interrompono il pagamento delle rate, è stabilita, oltre alla revoca della quota, anche la riscossione coattiva dei prelievi dovuti, con perdita definitiva del diritto alla rateizzazione.
Proprio queste sono le azioni che ci impegnano maggiormente nella fase attuale.
Al riguardo, tengo a evidenziare come le modifiche apportate alla legge n. 33 del 2009 dalla legge di stabilità 2013 consentano ora ad Agea di agire rapidamente attraverso Equitalia e la Guardia di finanza, restituendo operatività all'Amministrazione che può attivarsi su una solida base giuridica.
A questo punto, la legislazione vigente presenta un quadro d'azione con funzioni e ruoli definiti.
Agea procederà alla notificazione delle cartelle relative ai debiti esigibili attraverso il Corpo della Guardia di finanza e, per effetto di una convenzione in imminente perfezionamento, sarà reso possibile il passaggio, tra Equitalia ed Agea, anche delle cartelle già emesse nei confronti di circa 2000 soggetti cui verranno notificate dalla Guardia di finanza.
Il Commissario nominato ai sensi dell'articolo 8-quinquies della citata legge n. 33 del 2009, procederà alla revoca delle quote e, attualmente, sono stati predisposti atti di revoca nei confronti di 694 soggetti (per un totale di 244.479 tonnellate) e proseguirà in tal senso per tutti i casi di inadempienza rilevati.
A riguardo, vorrei evidenziare che, essendosi resi esigibili nuovi debiti a seguito di sentenze favorevoli all'Amministrazione, il Commissario, prima di procedere alla riscossione coattiva, dovrà esperire le procedure per consentire la rateizzazione ex lege n. 33 del 2009.
Al fine di evitare vuoti istituzionali con conseguenze negative sulla finalizzazione dei procedimenti suddetti, è già stata predisposta la procedura per la proroga, sino al 31 dicembre prossimo, delle funzioni del Commissario.
Un'attenzione particolare dovrà essere rivolta anche ai contenziosi in corso, nell'intento di giungere il più rapidamente possibile alla loro definizione.
Le azioni che ho sin qui sinteticamente elencato rappresentano la risposta concreta ed efficace per dimostrare, anche alla Commissione europea, il nostro impegno nella corretta applicazione, in sede nazionale, delle norme comunitarie.
EUROVOC :produzione di latte
aiuto di Stato
procedura CE d'infrazione
debito
ammenda
sostegno dei prezzi agricoli