ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00428

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 40 del 25/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 25/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/06/2013
MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 25/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 25/06/2013
Stato iter:
26/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/06/2013
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 26/06/2013
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 26/06/2013
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/06/2013

SVOLTO IL 26/06/2013

CONCLUSO IL 26/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00428
presentato da
BORDO Franco
testo di
Martedì 25 giugno 2013, seduta n. 40

   FRANCO BORDO, PALAZZOTTO e MIGLIORE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   sabato 15 giugno 2013 a Vivaro (Pordenone) seimila metri quadrati sono stati seminati con mais OGM creando un altissimo rischio di contaminazione biotech nel nostro Paese;
   l'ordine del giorno recentemente approvato all'unanimità dal Senato impegna il Governo ad: «...adottare la clausola di salvaguardia prevista dall'articolo 23 della direttiva 2001/18/CE e/o ad adottare la misura cautelare di cui all'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall'articolo 54 del regolamento (CE) n. 178/2002, a tutela della salute umana, dell'ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano; a rafforzare la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato, il quale da tempo effettua verifiche per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non e per controllare l'eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate; a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e biologica e, in caso di OGM, in ambiente confinato di laboratorio...»;
   il Ministro De Girolamo, nell'illustrazione delle linee programmatiche del suo dicastero rese il 12 giugno 2013 in seduta congiunta alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, ha affermato; «...l'importanza di un positivo relazionarsi tra Governo e istituzioni parlamentari ha già trovato, in questa legislatura, un'ottima dimostrazione in Senato sul delicato tema degli OGM, con l'assunzione del mio personale impegno sull'ordine del giorno congiunto di tutti i gruppi rappresentati, finalizzato all'adozione di regole coerenti con la tutela della salute umana e dell'ambiente, nonché del modello socio-economico e del patrimonio agroalimentare italiano, al contempo rafforzando la ricerca scientifica e le azioni di monitoraggio e controllo...»;
   inoltre, il Ministro, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni stampa: «...quella geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Paese, perché noi vinciamo solo puntando sulla qualità, la tipicità e sulla valorizzazione della nostra cultura...» ed ancora: «...quanto avvenuto in Friuli non è assolutamente da sottovalutare. In ogni caso è fondamentale ribadire che se non si verificano prima le condizioni di coesistenza, ogni semina di organismi geneticamente modificati non è permessa...»;
   il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, ha affermato: «...sosterremo e continueremo a sollecitare tutti gli interventi tesi a impedire la semina OGM proposti dal Ministro dell'agricoltura De Girolamo e al contempo continuiamo a sostenere l'esigenza di definizione di una linea che ci consenta di rivedere la normativa europea. Il sistema Italia – ha continuato il Ministro Orlando – deve riproporre nelle sedi titolate comunitarie il tema della piena autonomia degli Stati in tema di OGM, per non mettere a rischio le nostre specificità agroalimentari e ambientali»;
   ciò che è avvenuto a Vivaro, e che potrebbe verificarsi in altre zone del Paese, è dato dal fatto che l'Italia non ha ancora adottato la suddetta clausola di salvaguardia;
   servirebbero anche azioni urgenti per evitare la contaminazione delle zone viciniori alla zona oggetto della coltivazione di mais OGM –:
   quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per avvalersi della clausola di salvaguardia prevista dall'articolo 23 della direttiva 2001/18/CE e/o adottare le misure cautelari di cui all'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall'articolo 54 del regolamento (CE) n. 178/2002, a tutela della salute umana, dell'ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano. (5-00428)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-00428

  Come rilevato nell'interrogazione proposta, il Senato della Repubblica ha recentemente approvato un ordine del giorno unitario, accolto dal Governo, in tema di OGM che si tradurrà nell'emanazione di un decreto interministeriale (salute, ambiente e politiche agricole alimentari e forestali) con il quale verrà disposto il divieto di coltivazione di varietà di mais MON810 sul territorio nazionale.
  Tuttavia, considerato che non ci troviamo nelle condizioni per ricorrere alla clausola di salvaguardia «vera e propria» di cui all'articolo 23 della Direttiva 2001/18/CE, (strada preclusa da una sentenza della Corte di giustizia europea dell'8 settembre 2011), interverremo con il decreto interministeriale facendo ricorso all'articolo 34 del Regolamento (CE) 1829/2003 che consente di adottare misure di emergenza qualora sia manifesto che prodotti GM autorizzati possano comportare un grave rischio per la salute umana, per la salute degli animali o per l'ambiente.
  Al riguardo preciso che le misure di emergenza sono adottate con le procedure previste dagli articoli 53 e 54 del Regolamento (CE) 178/2002 sulla sicurezza alimentare (la cui autorità competente in Italia è il Ministero della salute).
  Vorrei inoltre far presente che, sebbene lo scorso mese di aprile il Ministro della salute abbia richiesto alla Commissione europea di adottare misure di emergenza che proibissero la coltivazione del mais transgenico MON810 in tutta Europa (considerando che l'autorizzazione del 1998 non è stata rinnovata), al momento, tuttavia, nessuna azione al riguardo è stata intrapresa dalla competente istituzione europea. Da qui, la possibilità di adottare il decreto di divieto di coltivazione per il solo territorio nazionale a cui stanno lavorando i servizi giuridici dei tre Ministeri.
  Saranno naturalmente utilizzati, allo scopo, sia il dossier predisposto dal CRA (ove è stato messo in evidenza che il MON810 potrebbe modificare le popolazioni di lepidotteri non bersaglio e favorire lo sviluppo di parassiti potenzialmente dannosi per le altre colture), sia il parere dell'ISPRA (che conferma i rischi per le popolazioni di lepidotteri non target e non esclude la possibilità di impatto negativo sugli organismi acquatici sensibili alle tossine).
  Da parte nostra, intendiamo proseguire sulla strada di un'azione forte e determinata a sostegno di una modifica della normativa comunitaria (peraltro già predisposta dalla stessa Commissione europea nel 2010), che consenta agli Stati membri di opporsi alla coltivazione degli OGM per motivi non solo sanitari e ambientali, ma anche di politica economica agraria come quelli esposti dall'interroganti e assolutamente condivisibili.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sicurezza alimentare

organismo geneticamente modificato

pianta transgenica

direttiva CE

cerealicoltura

rischio sanitario

sanita' pubblica

biotecnologia

diritto alla salute

produzione vegetale