ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00330

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 32 del 12/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: NICCHI MARISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 12/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 12/06/2013
AIELLO FERDINANDO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 12/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/06/2013
Stato iter:
13/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/06/2013
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 13/06/2013
Resoconto GUERRA MARIA CECILIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 13/06/2013
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/06/2013

SVOLTO IL 13/06/2013

CONCLUSO IL 13/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00330
presentato da
NICCHI Marisa
testo di
Mercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

   NICCHI, PIAZZONI e AIELLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   con l'approvazione della legge finanziaria per il 2007 e a seguito dell'intesa in sede di Conferenza unificata del 26 settembre 2007, il nostro Paese ha dato l'avvio al «Piano straordinario di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia», per conseguire entro il 2010 l'obiettivo comune europeo della copertura territoriale del 33 per cento per la fornitura di servizi per l'infanzia (bambini al di sotto dei tre anni), come fissato dall'Agenzia di Lisbona;
   il «Piano straordinario» ha indubbiamente sostenuto lo sviluppo delle politiche di diffusione dei servizi educativi per la prima infanzia dopo una prolungata fase di stallo delle politiche nazionali (ricordiamo che la legge istitutiva degli «asili nido» è la 1044/1971);
   con la successiva intesa in sede di Conferenza unificata del 7 ottobre 2010, veniva destinata una quota del Fondo per le politiche della famiglia per rafforzare il sostegno allo sviluppo del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia; definendo le finalità e i criteri di ripartizione delle risorse, e la necessità di monitorare il suddetto Piano di sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia;
   la rete dei servizi educativi per bambini 0-3 anni, soffre di pesanti disomogeneità territoriali, alle quali il Piano avviato nel 2007 avrebbe dovuto dare una risposta risolutiva;
   ancora oggi i tassi di accoglienza dei nidi e dei servizi integrativi per la prima infanzia rimangono bassi (18,9 per cento), con qualche eccezione per alcune regioni del Centro-Nord;
   il rapporto 2011 relativo al «monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia», curato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal dipartimento per le politiche della famiglia, ci ricorda «la netta spaccatura tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, con regioni come l'Umbria, l'Emilia Romagna e la Toscana che raggiungono rispettivamente tassi di accoglienza pari al 31,9 per cento, 31,5 per cento, e 30,1 per cento e altre regioni come la Sicilia, la Calabria e l'Abruzzo che registrano rispettivamente tassi di accoglienza pari al 4,9 per cento, 6,2 per cento, 6,9 per cento»;
   lo stato dei servizi per l'infanzia nelle regioni meridionali, inoltre, continua inoltre a rappresentare una delle più evidenti cause indirette che concorrono ad aggravare il basso tasso di natalità e dell'occupazione femminile;
   il 19 aprile 2012 è stata sancita, in sede di Conferenza unificata, una intesa sull'utilizzo di risorse da destinarsi al finanziamento di servizi socio educativi per la prima infanzia in favore degli anziani e della famiglia che ha stabilito i criteri di ripartizione delle risorse disponibili a valere sui capitoli di pertinenza delle Politiche della famiglia del bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri, per complessivi 45 milioni di euro, da destinarsi sia al finanziamento di servizi socio educativi per la prima infanzia che ad azioni in favore degli anziani e della famiglia, dove le regioni concorreranno ai finanziamenti secondo le rispettive disponibilità;
   le suddette risorse dovranno ora essere ripartite con l'indicazione dei servizi socio educativi e le azioni da finanziare in favore degli anziani e della famiglia;
   riguardo alle risorse complessive, il suddetto rapporto 2011 relativo al «monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia» sottolinea come «la limitatezza delle risorse finanziarie, l'incertezza e i ritardi della loro assegnazione pregiudicano gravemente la continuità del servizio» –:
   se non si ritenga indispensabile, di concerto con le regioni, rafforzare sia in termini di incremento quantitativo che di crescita qualitativa, le politiche a favore dei servizi socioeducativi per la prima infanzia, attraverso la previsione di maggiori e più adeguate risorse finanziarie ad essi dedicate, con particolare attenzione alla riduzione delle attuali forti disomogeneità territoriali nell'offerta di detti servizi. (5-00330)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00330

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Nicchi inerente le politiche a favore dei servizi socio educativi per la prima infanzia.
  Al riguardo mi preme riepilogare tutte le misure previste dal Governo in materia, e le risorse impiegate per la loro realizzazione, che testimoniano la particolare attenzione riservata alle politiche in favore dei servizi socio educativi per la prima infanzia.
  Mi riferisco, in primo luogo, alla creazione del Sistema Informativo Nazionale sui servizi Socio Educativi per la prima infanzia (S.I.N.S.E.), che consente di disporre di informazioni sulle prestazioni erogate dalle singole unità di offerta, pubbliche e private, presenti sul territorio in materia di servizi socio educativi della prima infanzia.
  La creazione di tale progetto sperimentale mira anche allo sviluppo e potenziamento a livello regionale di sistemi informativi appropriati utili al fine della programmazione degli interventi, a loro monitoraggio e alla loro valutazione.
  Per la realizzazione del progetto, avviato con il Protocollo d'Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia – il Ministero che rappresento, l'ISTAT e la regione Emilia-Romagna, sono stati stanziati 400 mila euro.
  In secondo luogo, il Piano di azione e coesione (PAC), gestito dal Ministro per la coesione territoriale, è stato avviato, d'intesa con la Commissione Europea, per accelerare l'attuazione di programmi finalizzati a favorire la coesione tra le regioni dell'Unione europea riducendo le disparità esistenti.
  Il Piano ha una durata triennale, dal 2013 al 2015, e la sua attuazione è stata affidata al Ministero dell'interno, individuato come autorità di gestione responsabile.
  Le risorse stanziate sono destinate alle quattro regioni ricomprese nell'obiettivo europeo «Convergenza», ossia la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia.
  La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo rispetto alle risorse già disponibili per ridurre l'attuale divario d'offerta dei servizi di cura alle persone rispetto al resto del Paese.
  Di conseguenza, i beneficiari naturali del programma sono i comuni, in quanto soggetti responsabili dell'erogazione dei servizi di cura sul territorio. Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto.
  Gli obiettivi strategici del PAC concernenti l'ambito dei servizi di cura all'infanzia sono i seguenti:
   aumento strutturale dell'offerta dei Servizi (asili nido pubblici o convenzionati; servizi integrativi e innovativi), pari ad un target 12 per cento di copertura nel 2015;
   estensione della copertura territoriale nelle aree ad oggi sprovviste di strutture e servizi;
   sostegno alla domanda, sostenibilità livelli di servizio e accelerazione start up di nuove strutture;
   miglioramento di qualità e gestione dei servizi socio educativi (promozione del progetto educativo; iniziative pilota in aree di disagio; supporto all'innovazione amministrativa e studi e ricerca-azione).

  La dotazione finanziaria complessiva è di 730 milioni di euro, dei quali 400 milioni sono stati previsti per lo sviluppo dei servizi di cura all'infanzia mentre i restanti 330 milioni per lo sviluppo dei servizi di cura alle persone anziane non autosufficienti. All'interno delle risorse totali sono incluse anche le risorse di assistenza tecnica destinate al funzionamento del Programma.
  Le risorse vengono ripartite secondo piani regionali di intervento tra gli Ambiti territoriali per la programmazione sociale, ovvero aggregazioni di comuni, di norma coincidenti con i confini dei distretti sociosanitari o ad essi riconducibili, e legati generalmente da rapporti di convenzione, che assumono denominazioni e funzioni diverse a seconda della normativa regionale di attuazione. Tali soggetti sono identificati come i principali beneficiari del Programma stesso, in quanto organismi già formalmente competenti per la programmazione e organizzazione dei servizi per l'infanzia, ovvero come organismi necessari per il coordinamento per l'accesso al Programma laddove la pratica della programmazione d'ambito per tali servizi non sia ancora in essere e dove l'accordo tra i comuni partecipanti potrà essere formalizzato mediante Conferenza di servizi.
  Le risorse saranno distribuite tra le quattro regioni della Convergenza, applicando la formula di riparto utilizzata per i Fondi strutturali europei 2007-2013.
  Il primo riparto impegna 120 dei 400 milioni di euro complessivamente assegnati dal PAC ai servizi per l'infanzia e sono state così distribuite tra le regioni dell'obiettivo «Convergenza»:
   a) alla Calabria, sono stati assegnati circa 17 milioni di euro;
   b) alla Campania sono stati assegnati circa 38 milioni e mezzo di euro;
   c) alla Puglia sono stati assegnati circa 29 milioni di euro;
   d) alla Sicilia sono stati assegnati circa 38 milioni e mezzo di euro.

  Ogni ambito territoriale dovrà, inoltre, impegnarsi per l'attivazione di flussi informativi secondo le modalità definite nell'ambito del richiamato Sistema Informativo Nazionale sui Servizi Socio-Educativi per la prima infanzia.
  In terzo luogo, nell'ambito della Programmazione dei Fondi Comunitari 2014-2020, parte dei fondi previsti saranno destinati al conseguimento dell'obiettivo tematico 9, denominato «Inclusione Sociale e lotta alla povertà (promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà)».
  In particolare per l'area infanzia i risultati attesi sono: aumento/consolidamento/qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai minori.
  Gli obiettivi specifici sono:
   1) Potenziare la rete infrastrutturale di servizi socio educativi per la prima infanzia e per i minori (FESR) con le seguenti azioni:
    finanziamento di piani di investimento per i comuni associati per realizzare nuove infrastrutture o recuperare quelle esistenti (asili nido, centri ludici, servizi integrativi prima infanzia, ludoteche e centri diurni per minori, comunità socio-educative) conformi alle normative regionali di riferimento;
    regimi di aiuto (de minimis/in esenzione) per sostenere gli investimenti nelle strutture di servizi educativi (anche delle imprese sociali e delle organizzazioni del terzo settore);
    promozione della domanda di servizi di qualità per la prima infanzia e per i minori.
   2) Favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro (FSE) con la seguente azione:
    implementazione di buoni servizio (anche in ottica di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per favorire l'accesso dei nuclei familiari alla rete dei servizi socio-educativi e a ciclo diurno e per favorire l'incremento di qualità dei servizi sia in termini di prestazioni erogate che di estensione delle fasce orarie e di integrazione della filiera).
   3) Sviluppare modelli gestionali dei servizi per la prima infanzia innovativi, flessibili ed economicamente sostenibili ad integrazione dei servizi educativi e di cura per la prima infanzia tradizionali, nel rispetto degli standard socio-educativi; aumento i servizi e i programmi di supporto alla genitorialità (FSE) con le seguenti azioni:
    nidi familiari, spazi gioco, centri per bambini e genitori, micronidi a orario ridotto;
    nuove forme di erogazione flessibile dei servizi per la prima infanzia in termini di orario giornaliero, di utilizzo settimanale o mensile, o nei fine settimana, nei periodi festivi o estivi;
    nuove forme di fruizione economicamente sostenibili, ad esempio servizi part-time flessibile, a pacchetto orario.
   4) Aumento dei servizi e dei programmi di supporto alla genitorialità (FSE) con le seguenti azioni:
    finanziamento di azioni integrate per il supporto della genitorialità e il sostegno alla natalità e regimi di aiuto/supporto alle famiglie;
    sostegno alla messa a disposizione di strumenti per l'attuazione della conciliazione vita-lavoro (es. postazioni per il telelavoro);
    sperimentazione di modelli innovativi per la prevenzione dell'allontanamento dei minori.

  Nel far presente che la programmazione dei Fondi Comunitari 2014 -2020 è in fase di ultimazione, segnalo che il documento finale (Accordo di Partenariato) è stato definito con il concorso dei soggetti istituzionali (Stato, Regioni, Enti locali) e dei principali stakeholders.
  Per completezza d'informazione evidenzio che la legge n. 285 del 1997 promuove all'articolo 5 l'innovazione e la sperimentazione di servizi socio educativi della prima infanzia anche attraverso l'attivazione di servizi con caratteristiche educative, ludiche e di aggregazione sociale per bambini di età 0-3 che prevedono la presenza di genitori, familiari o adulti che quotidianamente si occupano della loro cura, organizzati secondo criteri di flessibilità. Dal 2008 al 2011 risultano essere stati realizzati 110 progetti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

custodia dei bambini

politica familiare

prima infanzia

piano di sviluppo