ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00263

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 29 del 05/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 05/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 05/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/06/2013
Stato iter:
06/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/06/2013
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 06/06/2013
Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 06/06/2013
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/06/2013

SVOLTO IL 06/06/2013

CONCLUSO IL 06/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00263
presentato da
GRIMOLDI Paolo
testo di
Mercoledì 5 giugno 2013, seduta n. 29

   GRIMOLDI e RONDINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   la chimica Saronio ha rappresentato per il comune di Melegnano uno dei più importanti insediamenti industriali, con una attività che ha inizio nel lontano 1926 fino alla data di chiusura della fabbrica nel 1966;
   l'attività ha interessato la produzione di vernici e, come area militare, fino al 1943, la produzione di gas urticanti; a tutt'oggi il Ministero della difesa sembra che intima a chiunque di non avvicinarsi;
   la situazione è resa ancora più grave, dall'abbandono in cui versa l'ex area militare della Saronio, una vera e propria chemical city;
   nei quarant'anni di attività il polo chimico si è espanso notevolmente occupando 200 mila metri quadri sul territorio del comune di Melegnano e su quello confinante di Cerro al Lambro, lasciando, dopo la chiusura, stratificazioni di fanghi residui della produzione, vasche di decantazione inquinate, discariche;
   si tratta di terreni altamente contaminati da ammine aromatiche che sono «sostanze fondamentali nel processo produttivo dei coloranti per tessuti, e impiegate nello stabilimento senza alcuna misura di prevenzione o di protezione nei confronti dello sviluppo di vapori e polveri»;
   le ammine sono generalmente tossiche e quelle aromatiche sono composti cancerogeni sospetti o accertati;
   le analisi effettuate dall'Asl hanno evidenziato anche importanti quantitativi di benzene, oltre a cloroformio, diclorobenzene e cloronitrobenzene in concentrazioni anche mille volte superiori ai limiti della soglia di contaminazione stabiliti dalla legge;
   i risultati di un'indagine condotta nel 1977 dallo SMAL (Servizio medicina ambiente di lavoro) evidenziano nell'area 38 casi di morte per tumori alla vescica accertati, pari a tre volte la mortalità media nazionale per tale malattia;
   negli anni settanta e ottanta sono state realizzate urbanizzazioni incuranti del fatto che sui terreni sorgesse una fabbrica chimica e che i terreni erano ad elevato inquinamento legato alla tossicità delle lavorazioni e produzioni che vi venivano svolte;
   il 13 gennaio 2003 il comune di Melegnano ha affidato la società Edison succeduta nella proprietà dell'area, a «provvedere ai sensi dell'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo n. 22 del 1997, agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree inquinate»;
   le operazioni di bonifica sul terreno inquinato consistono nel confinamento dei terreni limitatamente lungo il nuovo tracciato dell'alta velocità, con relativa raccolta controllata delle acque meteoriche, e nell'inizio della bonifica in un'area di 26 mila metri quadrati, destinata in passato ad ospitare spettacoli viaggianti, che in realtà interessa un decimo del totale delle aree di proprietà della fabbrica;
   fra polemiche, contrattempi e ritardi i lavori di quest'ultima bonifica si protraggono fino al 12 luglio 2006; contestualmente al collaudo dell'ARPA la provincia di Milano ha creato una decina di pozzetti di controllo della falda acquifera nella periferia ovest;
   in una riunione del 19 luglio 2007, presso la direzione generale sanità della regione, tra ASL MI2, ARPA, provincia di Milano, regione Lombardia (unità organizzativa prevenzione e ufficio bonifiche), con oggetto «Sito di interesse regionale denominato ex Società Saronio. Interventi o tutela della pubblica salute», è stata ritenuta indispensabile l'installazione di una barriera idraulica, come ne sono già state realizzate in provincia di Lodi, con l'obiettivo di raccogliere l'acqua inquinata e mandarla a un depuratore allo scopo di salvaguardare le falde più profonde dalla contaminazione;
   da notizie stampa si apprende che sono stati decisi controlli da parte dell'ARPA sull'inquinamento indoor, sostanzialmente quello provocato dalle evaporazioni del benzene e degli idrocarburi in locali tipo cantine e garage, ed è stato inoltre deciso il coinvolgimento dell'Istituto superiore di sanità nella valutazione dei dati e delle azioni da intraprendere e dell'ICPS (Centro internazionale per gli antiparassitari e la prevenzione sanitaria) per una valutazione sulle possibili interazioni tra inquinanti e ortaggi e coltivazioni in generale su terreni contaminati; sono emersi inquinamenti nella prima e seconda falda;
   nell'ottobre 2007, a circa due anni dall'inizio dell'operazione di bonifica, sono stati rimossi anche gli ultimi vincoli imposti dalla provincia e l'area è diventata libera e pronta per l'attuazione di un piano di lottizzazione;
   tra scarico di responsabilità e contenziosi aperti tra Edison e amministrazioni comunali, l’iter per l'approvazione del piano di urbanizzazione dell'area è proseguito;
   il progetto prevede un complesso residenziale composto da 115 appartamenti distribuiti su due palazzine, proprio su una parte dell'area inquinata; il 27 ottobre 2008 hanno inizio i lavori del complesso residenziale;
   nonostante le analisi effettuate abbiano dimostrato la presenza di veleni come arsenico, diossine e piombo, tutt'attorno all'area inquinata, nel frattempo, è nata un'intera città –:
   se il Ministro, nell'ambito delle proprie competenze per la tutela dell'ambiente, intenda approfondire lo stato di inquinamento del suolo e della falda idrica dell'area della chimica Saronio, anche sulla base delle indagini e degli accertamenti già effettuati. (5-00263)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 6 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00263

  In risposta all'interrogazione a risposta immediata presentata dagli onorevoli Grimoldi e Rondini, concernente l'inquinamento provocato dall'insediamento industriale Chimica Saronio nel comune di Melegnano (Milano), sulla base delle informazioni pervenuta in particolare dagli enti territoriali, si rappresenta quanto segue.
  Nel dicembre 2003 (atto regionale del 19 dicembre 2003, n. 22652), la regione Lombardia ha approvato la perimetrazione provvisoria del sito ex Chimica Saronio, sulla scorta della cartografia riportante le aree storicamente occupate dalla medesima e delle indagini ambientali svolte finalizzate alla identificazione delle situazioni di pericolo.
  Il sito denominato «ex Chimica Saronio» ricomprende diverse aree, più o meno ampie, ubicate sul territorio dei comuni di Cerro al Lambro e Melegnano (Milano), il cui complesso originario noto come «industrie Chimiche Saronio», ha subito un'evoluzione e sviluppo produttivo che seguono gli eventi storici dagli anni ’20 fino agli anni ’60, quando la Società ACNA-Montecatini rileva le quote societarie e nel 1960 ne sancisce la chiusura dell'ultima linea produttiva in comune di Melegnano.
  Il sito comprende anche l'arcate della fabbrica di Riozzo in comune di Cerro al Lambro, acquisito al demanio militare verso la fine della seconda guerra e utilizzato fino al 1992 come zona di addestramento con l'impiego di artifizi esplosivi.
  Le sostanze utilizzate nei cicli produttivi erano essenzialmente naftalina, benzolo, acidi inorganici e composti intermedi quali anilina, diossinaftalina, clorobenzolo, naftilammina; le analisi effettuate dagli enti hanno permesso di accertare che il fiume Lambro costituiva il recettore finale dei reflui di produzione, sottoposti a processi di stoccaggio e di decantazione e successivamente convogliati tramite canali in un sistema di vasche interrate.
  Il procedimento ambientale avviato ai sensi del decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, ha visto il coinvolgimento attivo e sinergico dei comuni interessati, della provincia di Milano, dell'ARPA Lombardia, dell'ASL e dell'Autorità sanitaria locale, formalizzato attraverso l'istituzione di un apposito gruppo di lavoro regionale (atto della direzione generale competente 22 dicembre 2003, n. 22762), con funzioni di supporto tecnico amministrativo ai comuni coinvolti, e successivamente rinnovato nel febbraio del 2008.
  All'interno del perimetro definito, è opportuno menzionare le attività di bonifica delle aree industriali della Ditta ALTEA Costruzioni srl e della Società STEAS srl, entrambe in comune di Melegnano, i cui progetti sono stati approvati dalla regione Lombardia e le attività di bonifica conclusesi con le certificazioni ambientali della provincia di Milano rispettivamente dell'ottobre e del dicembre 2007.
  Il monitoraggio ambientale e le indagini condotte dalla provincia di Milano e dall'ARPA, hanno evidenziato la diffusione delle ammine aromatiche nella falda sospesa, imputabile alla presenza di una sorgente primaria nella zona satura, con elevate concentrazioni degli inquinanti.
  La regione Lombardia, in ragione della natura e delle caratteristiche del suolo e del sottosuolo e dell'uso del territorio e delle fonti di rifornimento idrico, ha promosso l'importanza di un complessivo e particolareggiato piano di caratterizzazione presso le aree pubbliche e private del perimetro di interesse regionale, sia dei terreni che delle acque del sito ex Chimica Saronio, prodromico alla definizione degli interventi di bonifica necessari e comprensivi di una idonea barriera idraulica per contenere gli effetti della contaminazione nelle acque di falda e per la protezione delle risorse idropotabili.
  In relazione all'applicazione dei principi normativi in materia, nell'ambito del contenzioso civile avviato nei confronti della Società Edison spa, succeduta nella proprietà dell'area, la pronuncia del tribunale amministrativo della regione Lombardia del luglio 2009 (rif.: sentenze T.A.R. Lombardia, Milano, Sez. IV, del 16 luglio 2009, n. 4379 e 4380) ha posto in capo alla società Edison l'onere delle misure per la messa in sicurezza d'emergenza delle acque sotterranee nel comparto ex Chimica Saronio, propedeutica alla progettazione di uno sbarramento idraulico.
  Riguardo all'Area militare in frazione Riozzo del comune di Cerro al Lambro, la bonifica è sottoposta alle procedure ministeriali stabilite per gli interventi nelle zone militari, e a tal fine il Ministero della difesa, effettuato apposito sopralluogo tecnico, non ha rilevato almeno in superficie la presenza di tracce evidenti di contaminazione chimica. Anche a seguito di una più approfondita indagine strumentale, gli esiti dello studio pur in presenza, in alcuni punti di rilevamento, dei superamento dei valori limite con riferimento ai solfati, manganese ed arsenico, i primi referti analitici sulle acque sotterranee nei pozzi a valle del presidio militare non hanno indicato particolari situazioni di compromissione delle acque sotterranee. In merito l'ARPA della regione Lombardia, appositamente interessata dalla Forza armata non ha ritenuto necessaria l'attivazione della procedura indicata nell'articolo 6 del decreto ministeriale 22 ottobre 2009 che prevede tempestivi interventi di caratterizzazione e bonifica.
  Per quanto riguarda la qualità delle acque sotterranee destinate al consumo umano, si comunica che sono monitorate annualmente con sei monitoraggi, di cui quattro da parte dell'ASL e due da parte del Gestore della rete idrica. Allo stato attuale le analisi eseguite attestano e garantiscono i requisiti di potabilità delle acque destinate al consumo umano.
  La caratterizzazione ambientale dell'ex insediamento della Chimica Saronio sarà eseguita dal comune di Melegnano, quale intervento d'ufficio in sostituzione del soggetto obbligato inadempiente. Contestualmente è stata avviata l'azione di rivalsa contro il soggetto obbligato per il recupero delle spese sostenute dalla pubblica amministrazione. Il piano di caratterizzazione è stato approvato da regione Lombardia con atto dirigenziale n. 3468 del 20 aprile 2012 e di recente, in data 23 maggio 2013, il comune di Melegnano ha comunicato l'avvenuta predisposizione della documentazione necessaria per l'avvio delle procedure di caratterizzazione. Il comune di Milano ha in corso le procedure di appalto per la realizzazione delle indagini ambientali.
  Sarà cura del Ministero dell'ambiente seguire e attivare gli enti territoriali competenti al fine di conoscere le misure adottate per il ripristino ambientale dei luoghi o per eventualmente sollecitare i necessari interventi ed assumere le iniziative di competenza.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

MELEGNANO,MILANO - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

prevenzione dell'inquinamento

protezione dell'ambiente

zona inquinata

controllo sanitario

inquinamento idrico

sostanza tossica