ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00204

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 25 del 29/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: FRUSONE LUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2013
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2013
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2013
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 29/05/2013
Stato iter:
30/05/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/05/2013
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 30/05/2013
Resoconto ALFANO GIOACCHINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 30/05/2013
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/05/2013

SVOLTO IL 30/05/2013

CONCLUSO IL 30/05/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00204
presentato da
FRUSONE Luca
testo di
Mercoledì 29 maggio 2013, seduta n. 25

   FRUSONE, ALBERTI, ARTINI, BASILIO, CORDA e RIZZO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   ai sensi della legge n. 185 del 1990 che regolamenta l'esportazione, importazione e il transito dei materiali di armamento, il Governo Monti avrebbe già dovuto rendere nota, entro il 31 marzo, la relazione annuale sulle esportazioni di sistemi militari;
   a questo punto, la responsabilità della ritardata pubblicazione della relazione, completa di tutte le sue parti, e dell'invio al Parlamento spetta al Governo Letta ma non è dato sapere se, a parziale giustificazione della mancata trasmissione degli atti dovuti, si stiano apportando alla relazione già predisposta dal precedente Governo le necessarie integrazioni per adeguarla alle recenti modifiche della normativa;
   infatti, il Governo Monti con un decreto legislativo ha modificato la legge n. 185 che dal 1990 regolamenta l'esportazione dei materiali di armamento. La modifica si era resa necessaria per recepire una direttiva europea che «semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa», ma non è ancora chiaro quali materiali di armamento siano stati fatti rientrare in questa categoria e, soprattutto, come verranno riportati nella relazione governativa;
   le attese e le preoccupazioni delle tante associazioni della società civile che si occupano della materia sono molteplici. Infatti, secondo gli analisti di Rete Disarmo, la relazione resa nota nel 2012 dal Governo Monti, a fronte di un volume di affari in crescita (nel 2011 le autorizzazioni all'esortazione hanno superato i 3 miliardi di euro di cui oltre 2 miliardi, il 67 per cento sono stati diretti a Paesi non UE-Nato a cui vanno sommati gli oltre 2,2 miliardi per i programmi intergovernativi), è risultata mancante di numerose informazioni di primaria importanza per poter valutare la conformità dell'attività del Governo al dettato legislativo;
   innanzitutto non è stata resa nota la tabella che dettagliava le autorizzazioni all'esportazione a ogni singolo Paese destinatario per ammontare e tipologia di sistemi militari (la Tabella 15) ed è risultato mancante anche l'allegato che per diversi anni ha riportato «l'Elenco dei Paesi ritenuti dall'ONU responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o che destano preoccupazione sotto tale profilo»;
   inoltre, lo scorso anno è risultata ancora mancante dalla sezione della relazione curata dal Ministero dell'economia e della finanze (dipartimento del tesoro), l'importante «Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito», un elenco che manca dalle relazioni dall'avvento dell'ultimo Governo Berlusconi, ma che è indispensabile per conoscere i dettagli delle singole operazioni di incassi per esportazioni di armamenti autorizzate agli istituti di credito, tra cui i compensi di intermediazione;
   a fronte di indagini per corruzione che hanno investito l'esportazione di armamenti negli ultimi anni (come il recente caso dei 12 elicotteri Agusta all'India) appare quanto mai urgente e opportuno che il Governo ripristini quell'elenco presente nelle relazioni ministeriali indispensabile anche per valutare l'effettiva applicazione delle direttive che numerosi istituti di credito hanno messo in atto su pressione delle campagne della società civile;
   le cifre che l'Italia ha comunicato all'Unione europea per esportazioni di armamenti (cioè per le consegne realmente effettuate) negli ultimi due anni sono ampiamente differenti rispetto a quelle riportate nelle relazioni inviate al Parlamento italiano: la relazione consegnata al Parlamento il 31 marzo 2011 riporta, relativamente all'anno 2010, un ammontare di «operazioni effettuate» (consegne) di oltre 2.754 milioni di euro, mentre nella relazione dell'Unione europea è segnalata una cifra di esportazioni (export) dall'Italia solamente di circa 615 milioni di euro; invece, quella depositata il 23 aprile 2012 riporta, per l'anno 2011, un ammontare di «operazioni effettuate» (consegne) di oltre 2.664 milioni di euro, mentre nella relazione dell'Unione europea è segnalata una cifra di esportazioni (export) dall'Italia di poco più di 1.022 milioni di euro;
   occorre, insomma, che il Parlamento abbia la possibilità di valutare attentamente la relazione nelle Commissioni di riferimento per non far mancare il necessario controllo sull'esportazione di materiali d'armamento e per valutare anche la politica estera e di sicurezza del nostro Paese;
   la presentazione dei dati, infatti, potrebbe fornire l'occasione per discutere la problematica relativa all'applicazione della citata legge sull’export armato: infine, a parere degli interroganti, sarebbe quanto mai opportuno, alla luce di quanto dichiarato nelle relazioni precedenti e della recente normativa internazionale dell'ATT (trattato internazionale sul commercio delle armi), che nella relazione fossero documentate con criteri analoghi ai materiali militari anche le forniture all'estero di armi leggere a uso civile –:
   per quanto di propria competenza, quali siano gli intendimenti del Ministro della difesa in relazione a quanto esposto in premessa e come intenda fare chiarezza su diverse altre anomalie che riguardano le esportazioni italiane di armamenti per una più puntuale e trasparente informazione sui temi riguardanti l'esportazione di armamenti. (5-00204)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 maggio 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-00204

  Mi preme precisare, in primo luogo, con riferimento alla «Relazione annuale sulle esportazioni di sistemi militari» per l'anno 2012, che la Difesa ha provveduto, in data 28 marzo 2013, ad inoltrare la documentazione di competenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 185 del 1990.
  Chiarito questo aspetto, per quanto riguarda la gestione del settore dell’export militare e la vendita nel mercato interno delle armi, la normativa italiana relativa alle autorizzazioni dei materiali di armamento si caratterizza per essere, a livello sia europeo che internazionale, una delle legislazioni più rigorose in materia, come si evince chiaramente dallo stesso articolato della legge n. 185 del 1990.
  Durante l'intero percorso autorizzativo, infatti, viene posta in essere da parte delle diverse articolazioni del Ministero degli Affari Esteri – competente al rilascio delle autorizzazioni finali – in collaborazione con i Ministeri dell'Interno e della Difesa, una complessa serie di valutazioni in merito all'opportunità politica delle diverse operazioni, con particolare attenzione alle situazioni di rischio presenti non solo all'interno dei singoli Paesi, ma anche nelle Regioni in cui si trovano i materiali.
  Le movimentazioni di materiali di armamento dall'Italia verso l'estero avvengono sulla base di un sistema molto articolato di criteri, procedure e adempimenti, che mirano ad ottenere garanzie sull'arrivo a destinazione dei materiali, sulla piena affidabilità dell'utilizzatore finale, nonché tutte le assicurazioni previste affinché non vi siano cessioni a terzi.
  Vorrei segnalare che tali criteri sono stati rafforzati con il recepimento della direttiva 43/2009 nel corpo normativo della legge n. 185 del 1990, consentendo di incrementare ulteriormente la capacità di controllo e garanzia sul settore e, questo, grazie all'introduzione di strumenti tra i quali meritano di essere menzionate la certificazione e le relative ispezioni presso le Aziende del settore difesa.
  Per quanto concerne, poi, i materiali assoggettati alle procedure di cui alla legge n. 185 del 1990, sottolineo che con decreto del Ministro della difesa 11 aprile 2012, è stato adottato il vigente elenco dei materiali d'armamento, di cui all'articolo 2 della richiamata legge n. 185 del 1990, elaborato sulla base delle liste di materiali militari approvate nel dicembre 2010 nell'ambito dell'Accordo sul controllo delle esportazioni degli armamenti convenzionali e dei materiali e delle tecnologie dual-use sensibili, di cui l'Italia fa parte (Wassenaar Arrangement), nonché dell'elenco di prodotti per la difesa allegato alla direttiva 2009/43/CE, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa, così come modificato dalle direttive 2010/80/UE e 2012/10/UE.
  Quanto, invece, alla direttiva europea 2012/47/UE del 14 dicembre 2012, che modifica nuovamente l'elenco di prodotti per la difesa allegato alla menzionata direttiva 2009/43/CE, la Difesa ha predisposto lo schema di decreto di approvazione del nuovo elenco di materiali che è stato già inoltrato alla concertazione interministeriale (ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge n. 185 del 1990).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

controllo delle esportazioni

esportazione comunitaria

relazioni dell'Unione europea

revisione della legge

applicazione del diritto comunitario

commercio di armi