Legislatura: 17Seduta di annuncio: 24 del 28/05/2013
Primo firmatario: CECCONI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2013
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/05/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 29/05/2013 Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE RISPOSTA GOVERNO 29/05/2013 Resoconto FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) REPLICA 29/05/2013 Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE IL 29/05/2013
SVOLTO IL 29/05/2013
CONCLUSO IL 29/05/2013
CECCONI e GRILLO. —
Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione italiana, non può e non deve essere soggetto a restrizioni o tagli che ne ridurrebbero l'efficacia del medesimo dettato costituzionale;
l'Osservatorio nazionale della salute nelle regioni italiane monitora, ogni anno, con dati scientifici l'impatto delle politiche gestionali applicati dalle regioni;
il report 2012 ha fornito i dati statistici dello stato di salute dei residenti regione per regione e contemporaneamente ha fotografato l'insieme del nostro sistema sanitario nazionale;
la profonda crisi economica e finanziaria produce sia restrizioni di tipo sociale, sia la riduzione delle risorse disponibili per la sanità con evidenti ricadute dannose sulla prevenzione e sulla cura della salute dei cittadini;
a parere degli interroganti una politica basata sulla riduzione generalizzata e indiscriminata dei costi, senza la eliminazione degli effettivi centri di spesa superflui e ingiustificati, produce un marcato indebolimento della funzione assistenziale del sistema sanitario nazionale, colpendo in specie le classi meno abbienti e socialmente più deboli;
il report dell'Osservatorio salute, prima richiamato fotografa un ampio gap tecnologico, organizzativo, assistenziale tra la macro area del Centro-nord e quella del Sud-isole, con inaccettabili sacrifici per le classi sociali più deboli e indifese di questa ultima area;
permane l'urgenza di promuovere e sviluppare ulteriormente i servizi di prevenzione e cura nell'ambito di una politica socio-sanitaria equanime a livello nazionale che aiuti ad assicurare il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini e che riduca il gap richiamato tra Nord e Sud, sia nella prevenzione che nella cura fornendo una equanime distribuzione territoriale dei presidi strumentali (RMN-angiotac-eco-mammografi e altro) come pure dei centri ad alta specialità;
si osserva come dal report dell'osservatorio salute persista una migrazione interna in uscita dalle regioni del Sud verso il Nord con eventi ripercussioni negative sul bilancio sanitario meridionale che sposta verso alcune regioni, in particolare Emilia Romagna, Friuli, Toscana e Lazio, notevoli flussi di risorse economiche, impoverendo di fatto l'economia meridionale;
la crisi economico-finanziaria, peraltro, induce il singolo, specie se socialmente disagiato, a ridurre o ad annullare le richieste di assistenza con evidenti ripercussioni negative immediate ma anche future sulle condizioni della salute e sulla qualità della vita di una ampia fetta della nostra comunità –:
quali iniziative il Governo abbia avviato o intenda avviare, di concerto con le regioni, per ridurre al minimo l'impatto negativo della crisi economica sulla salute degli italiani, per modificare in modo oculato la politica dei tagli delle risorse regionali per la sanità e per ridurre in modo significativo il gap assistenziale tra Nord e Sud al fine di eliminare i flussi migratori interni, implementando al contempo la prevenzione primaria come asse strategico per garantire la salute dei cittadini. (5-00182)
In merito alle questioni sollevate nell'atto ispettivo in esame, partendo da alcune considerazioni generali, si fa presente quanto segue.
Negli ultimi anni, i crescenti costi per garantire servizi di qualità elevata, le manovre di contenimento della spesa pubblica e la conseguente contrazione delle risorse finanziarie, il progressivo invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche, il divario ancora oggi esistente tra il Nord e il Mezzogiorno del nostro Paese, hanno posto al centro dell'attenzione il dibattito sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario e impongono con urgenza di ripensare il modello organizzativo e strutturale del sistema sanitario nazionale.
Attraverso un profondo cambiamento organizzativo e strutturale sarà possibile attuare un modello di assistenza compatibile con i bisogni dei cittadini e anche con le esigenze di razionalizzazione della spesa sanitaria.
Sulla base dell'esperienza passata, si può certamente affermare che bisogna evitare le iniziative volte a produrre un risparmio nell'immediato, in termini economico-finanziari, puntando piuttosto ad avviare e completare un cambiamento culturale e strutturale dei modelli organizzativi dei sistemi sanitari, rispettoso delle prescrizioni di razionalizzazione della spesa già vigenti, al fine di produrre una reale riqualificazione dei servizi.
Ed è proprio da tale revisione che dovranno essere recuperate una parte delle risorse per investire nel nuovo modello.
A questo proposito, si rammenta che è al vaglio della Conferenza Stato-Regioni lo schema di regolamento sulla «Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera» previsto dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge n. 135 del 2012, che contiene, tra le altre, l'indicazione utile ad avviare la revisione del modello organizzativo e strutturale del Servizio Sanitario Nazionale in grado di recuperare risorse anche per investire nell'assistenza territoriale.
Si ritiene che attraverso il completamento di questo trasferimento di risorse dall'ospedale al territorio, sarà possibile affrontare efficacemente anche i temi della prevenzione, dell'invecchiamento e delle cronicità e, quindi, a garantire la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale.
Il nuovo modello organizzativo consentirà anche la valorizzazione e la creazione di strutture di eccellenza presenti in ognuna delle regioni italiane, sia per ridurre il fenomeno della mobilità interregionale, come sollevato dagli On.li interroganti, che per ridurre la mobilità dall'Italia verso altri Paesi Europei.
È appena il caso di ricordare, come è noto a questa Commissione, che il livello di finanziamento del Fondo sanitario nazionale, a causa sia delle passate manovre sia della legge di Stabilità, è stato ridotto in misura significativa.
Alla luce delle valutazioni rese, il Governo è pienamente consapevole che ulteriori riduzioni di risorse non appaiono più compatibili con la sostenibilità del sistema sanitario, già messo a dura prova negli ultimi anni.
Tenuto conto del fatto che ogni Regione italiana può documentare punti di forza e punti di debolezza del sistema, sarà pertanto opportuno concordare preventivamente, proprio con le Regioni, una modalità di razionalizzazione della spesa, che tenga conto delle differenti capacità organizzative e culturali del territorio, premiando gli sforzi ed i successi già ottenuti negli anni dalle singole realtà regionali, condividendo azioni di programmazione che possano ridurre il divario tra nord e sud.
È necessario pertanto individuare, assieme alle Regioni, una mappatura ulteriore degli sprechi, specialmente in alcuni contesti del nostro Paese, dove ai costi elevatissimi delle prestazioni sanitarie non corrispondono solitamente adeguati livelli di qualità dei servizi resi ai cittadini.
Alla luce di quanto ho già riferito, il Ministero della salute ha già avviato ogni iniziativa utile per scongiurare ogni ulteriore riduzione del fondo sanitario, nella consapevolezza di essere sostenuto anche dalla proficua attività di questa Commissione e di tutto il Parlamento.
A tale fine comunico che il Presidente del Consiglio, in occasione del primo incontro del Governo con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ha manifestato unitamente al Ministro della salute la volontà di tenere aperto un canale di dialogo costante e proficuo con le Amministrazioni regionali ed ha esplicitato ai rappresentanti delle Regioni la necessità di costituire una Commissione Governo-Regioni proprio per approfondire la materia relativa ai ticket sanitari e impedite che dal 1o gennaio 2014 siano aumentati i ticket sanitari.
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