ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00180

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 24 del 28/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: D'INCECCO VITTORIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/05/2013


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 28/05/2013
Stato iter:
26/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/06/2013
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 26/06/2013
Resoconto D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/05/2013

DISCUSSIONE IL 26/06/2013

SVOLTO IL 26/06/2013

CONCLUSO IL 26/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00180
presentato da
D'INCECCO Vittoria
testo di
Martedì 28 maggio 2013, seduta n. 24

   D'INCECCO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   venerdì 24 maggio 2013 le rappresentanze sindacali della polizia penitenziaria e molti operatori hanno manifestato dinanzi alla casa circondariale di Pescara per denunciare la scarsità dell'organico con cui sono costretti a convivere e a lavorare all'interno della stessa struttura;
   questa situazione di scarsità di organico, a quanto consta all'interrogante, crea disagi ai lavoratori ed alle loro famiglie, ma anche ai detenuti;
   l'organico della casa circondariale di Pescara è attualmente di 111 dipendenti, a cui si aggiungono 20 unità distaccate;
   la pianta organica di cui al decreto del Capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria 13 febbraio 2013 è per la casa circondariale di Pescara pari a 194 unità, con una differenza quindi in negativo di 63 unità;
   la realizzazione del nuovo padiglione penale (che ha una capienza di 250 detenuti) ha aggravato la situazione, in quanto ha contribuito all'aumento della popolazione carceraria che trova spazio all'interno della struttura di via San Donato di Pescara;
   si è passati da 150/180 detenuti a 300. Questo numero è destinato a crescere, si stima, sino a 350 detenuti;
   questo incremento, a quanto consta all'interrogante, ha costretto il personale a dover coprire due turni giornalieri continuativi di sei ore, a fronte delle sole sei ore previste per legge, a prestare regolarmente lo straordinario e a rinunciare a gran parte dei periodi feriali. La situazione potrebbe peggiorare se il nuovo padiglione dovesse essere completamente riempito;
   la casa circondariale di Pescara comprende anche un altro reparto detentivo, recentemente ristrutturato, più piccolo, destinato solo ad un massimo di dieci detenuti ma di una tipologia molto difficile da gestire. Si tratta infatti di detenuti disturbati mentalmente, con i quali la maggior parte dei poliziotti penitenziari non ha mai avuto a che fare;
   la popolazione detenuta, dunque, aumenta, ma il personale è stato incrementato di appena venti unità, di cui solo dieci realmente trasferite. Le altre dieci infatti sono state distaccate da altri istituti della regione e, a causa dell'emergenza di sovraffollamento che colpisce le carceri italiane (circa trentamila detenuti in più di quelli che tutti gli istituti di pena possono contenere), non è sicuro che resteranno nella struttura pescarese;
   in questo quadro emergenziale si inseriscono i proclami sulla sorveglianza dinamica del dipartimento della giustizia, cosa che significa un solo poliziotto in servizio dentro il reparto detentivo, al cui interno circolano liberamente e assolutamente privi di controllo i detenuti. Questo nuovo metodo però sembra dimenticare che la funzione della polizia penitenziaria non è solo quella di impedire fughe dall'istituto, ma anche e soprattutto impedire o meglio prevenire soprusi ed abusi del più forte nei confronti del più debole. Per svolgere questo compito delicato la polizia penitenziaria ha bisogno del contatto, per raccogliere voci, percepire gli umori, tutte cose che ogni agente con una buona esperienza acquisisce col tempo. Spesso basta un cenno impercettibile per segnalare una situazione anomala, insomma quello che si chiama il polso della situazione, controllo che diventa impossibile dentro una sala regia con monitor e cicalini di ogni tipo che appunto finiscono per estraniare gli agenti dal reparto in cui lavorano;
   mancano i fondi per garantire una minima remunerazione alla popolazione detenuta che lavora. I detenuti che lavorano vengono stipendiati ma sono troppo pochi quelli che riescono a lavorare. L'attività lavorativa all'interno di un istituto di pena non è solo un modo di impiegare il tempo, ma anche un modo per riacquistare la propria dignità. Purtroppo, però, risorse non ce ne sono e questo acuisce le tensioni, amplificate dallo stato detentivo;
   la casa circondariale di Pescara, a quanto consta all'interrogante, ha speso circa cinque milioni di euro per la realizzazione di cinque capannoni per le lavorazioni. Queste strutture dovrebbero servire a far lavorare i detenuti del reparto reclusione, ma, attualmente, ne funziona soltanto una dedicata ai lavori di calzoleria. In questo reparto lavorano solo una ventina di detenuti e alcuni, pur di sentirsi ancora utili, si offrono di fare lavori sotto forma di volontariato –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per coprire integralmente la dotazione organica della casa circondariale di Pescara, per la salute dei lavoratori che ivi prestano servizio;
   quali iniziative intenda adottare per l'utilizzo di tutte le strutture realizzate per l'avviamento al lavoro dei detenuti;
   se risulti veritiera la circostanza secondo cui, pur nell'attuale grave carenza di organico, nel reparto detentivo recentemente ristrutturato all'interno della casa circondariale di Pescara, sia prevista la reclusione di detenuti disturbati mentalmente. (5-00180)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-00180

  La casa circondariale di Pescara registra attualmente la presenza di 322 detenuti e una forza di polizia penitenziaria che ammonta a 159 unità, a fronte di una previsione organica di 194 unità.
  La parziale scopertura dell'organico non incide, tuttavia, in modo apprezzabile sulle condizioni di lavoro del personale penitenziario; lo stesso svolge, infatti, regolari turni di servizio e, solo in casi eccezionali, alcuni appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria sono chiamati ad effettuare, oltre al lavoro programmato, anche del lavoro straordinario; risulta, altresì, che la direzione dell'Istituto abbia dato esecuzione al piano ferie estivo senza alcun pregiudizio per i periodi di riposo concessi.
  Le condizioni di lavoro del personale penitenziario sono destinate, peraltro, a migliorare grazie alla recente attivazione del nuovo padiglione penale presso il quale è stato previsto un reparto a regime di custodia attenuata a trattamento avanzato, che implica un modello di sorveglianza dinamica che, oltre a migliorare le condizioni detentive, incide positivamente anche sui carichi di lavoro del personale.
  L'istituzione di un tale reparto è stata resa possibile dalla Circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del 30 maggio 2012, mediante la quale sono state fornite le linee programmatiche dirette alla realizzazione di circuiti regionali nei quali la media sicurezza si caratterizza come un regime detentivo dove poter aumentare ed ampliare, progressivamente, gli spazi utilizzabili dai detenuti ed il tempo di permanenza al di fuori della camera di pernottamento, garantendo i diritti fondamentali dei detenuti ed incentivando le iniziative trattamentali ed i rapporti con la comunità esterna.
  I vantaggi di un regime penitenziario così configurato, se appaiono di immediata evidenza per la popolazione detenuta, sono, altrettanto, rilevanti ai fini della prevenzione degli eventi critici e del miglioramento dei compiti affidati alla polizia penitenziaria, non più ancorata al posto di servizio fisso.
  Attraverso tali nuove modalità detentive, si vuole pervenire a un sistema di controllo più efficace per assicurare l'ordine all'interno degli istituti; un sistema fondato sulla semplificazione, la razionalizzazione, la qualificazione dei carichi di lavoro, la distinzione dei livelli di competenza, la condivisione dei flussi informativi tra le diverse figure professionali; un sistema che, diversamente da quanto paventato dall'interrogante, fa proprio della conoscenza del detenuto il presupposto per qualsiasi tipo di intervento trattamentale o di sicurezza.
  Tanto premesso, si osserva che l'apertura del reparto a trattamento avanzato, dotato di 96 posti – reso possibile grazie al PROGETTO SPACE (acronimo per Sezione penale aperta centrata sull’empowerment), elaborato dal locale provveditorato regionale – ha richiesto, al fine di assicurare tutti i relativi servizi nelle due sezioni appositamente dedicate, un incremento di organico di complessive 27 unità così provenienti:
   n. 15 unità distaccate provvisoriamente, dal Provveditorato, da istituti penitenziari del distretto Abruzzo e Molise;
   n. 9 unità trasferite, dalla competente Direzione generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, da altri Istituti del distretto Abruzzo e Molise;
   n. 3 unità attualmente distaccate, provvisoriamente, sempre da detta Direzione generale, da istituti della penisola posti fuori dal distretto Abruzzo e Molise.

  Inoltre, va rilevato che al termine del 166o corso di formazione per agenti di polizia penitenziaria, di prossima conclusione, sarà cura della competente Direzione generale del personale valutare, in un quadro d'insieme che tenga conto di tutte le esigenze a livello nazionale, la possibilità di incrementare ulteriormente il personale dell'istituto di Pescara.
  A questo riguardo, si osserva che il recente decreto ministeriale 22 marzo 2013 di ridefinizione delle piante organiche ha previsto per gli istituti penitenziari ricadenti nel provveditorato di Pescara una forza organica di 1.596 unità, che sarà ridistribuita tra le diverse realtà tenendo conto della particolare tipologia di istituto e della tipologia di utenza detenuta: anche in tale circostanza saranno sicuramente tenute nella giusta considerazione le necessità dell'istituto pescarese la cui attuale previsione organica potrebbe essere suscettibile di variazioni.
  Quanto, invece, all'altro reparto detentivo citato nell'interrogazione, trattasi di un «reparto di tutela mentale», composto da 5 camere detentive con ricettività di 6/8 posti, già completamente ristrutturato e la cui attivazione è prevista entro il prossimo mese di settembre.
  L'istituzione di tale reparto risponde a quanto previsto nell'Accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata Stato-regioni in data 13 ottobre 2011, che prevede che ogni regione o provincia autonoma, attraverso i propri Dipartimenti di salute mentale, programmi – d'intesa con l'amministrazione penitenziaria – l'attivazione all'interno degli Istituti penitenziari ordinari di articolazioni del servizio sanitario, ovvero di specifici reparti sanitari esclusivamente dedicati alla assistenza psichiatrica, in grado di assicurare la tutela intramuraria della salute mentale con servizi di prevenzione e cura, al fine di impedire o attenuare il disagio dello stato detentivo.
  Relativamente, infine, alle attività lavorative in favore dei detenuti, si osserva che:
   i fondi assegnati all'istituto di Pescara ad inizio anno per la remunerazione del lavoro dei detenuti ammontano ad euro 157.769,00; di recente, su richiesta della Direzione della locale casa circondariale, il provveditorato ha disposto un ulteriore integrazione di euro 40.000,00;
   il capannone industriale (che è unico, mentre cinque sono le lavorazioni previste all'interno dello stesso), è stato attivato lo scorso anno, ha un'ampiezza di circa 2.400 mq e si estende su due piani:
    il piano terra è destinato ad ospitare lavorazioni industriali e al momento è ivi attiva un'officina di calzoleria con un progetto interamente finanziato dalla Cassa Ammende;
    nel prossimo mese di settembre sarà attivato un laboratorio destinato alla raccolta differenziata di rifiuti urbani non pericolosi che sarà gestito da una cooperativa sociale;
    il piano superiore è destinato allo svolgimento di corsi professionali e scolastici: attualmente è in corso di svolgimento un corso sulla dematerializzazione dei documenti della pubblica amministrazione con impiego di n. 10 detenuti.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA

GEO-POLITICO:

PESCARA,PESCARA - Prov,ABRUZZI

EUROVOC :

detenuto

stabilimento penitenziario