ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00121

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 16 del 15/05/2013
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/00337
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/05/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/05/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00121
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Mercoledì 15 maggio 2013, seduta n. 16

   OLIVERIO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che:
   la sindrome dello spopolamento degli alveari (SSA, in inglese CCD, ovvero Colony Collapse Disorder) è un fenomeno che sta acquisendo dimensioni preoccupanti in Europa e in Italia, mettendo a rischio la vita delle api;
   il 29 aprile 2013 in sede di Comitato d'appello dell'Unione europea, chiamato ad esprimersi su un dossier relativo all'impatto dei pesticidi sulle api, è emerso come la maggioranza degli Stati membri condivida la proposta della Commissione europea di imporre la riduzione dell'uso di tre tipi di neonicotinoidi (imidacloprid e clothianidin della Bayer e thiamethoxam di syngenta) risultati nocivi per la salute delle api;
   i neonicotinoidi sono prodotti chimici – solubili nell'acqua, che vengono versati sul suolo e assorbiti dalle piante – definiti «sistemici», poiché rendono le piante stesse delle fabbriche di veleno, dato che il prodotto intossica le radici, gli steli, le foglie e il polline. Di qui il contagio con le api e l'azione sul sistema nervoso degli insetti, garantendo una tossicità più contenuta sui mammiferi rispetto a prodotti di vecchia generazione;
   il fenomeno della morìa delle api è recente, ma ormai ben noto. La sindrome dello spopolamento degli alveari si è manifestata alla fine del 2006, quando gli apicoltori degli Stati Uniti si sono accorti che qualcosa non funzionava. I loro alveari si stavano, appunto, spopolando;
   sono molte le ipotesi avanzate: dai cambiamenti climatici alle radiazione elettromagnetiche. Alcune plausibili, altre fantasiose. Una serie di studi realizzati nel 2007 da ricercatori inglesi delle università di Plymouth e Stirling e da ricercatori francesi dell'università di Poitiers, ha dimostrato che la sindrome da spopolamento degli alveari è correlata alla diminuzione del polline. In pratica le api hanno meno da mangiare. E, in particolare, assumono meno proteine. Cosicché il loro sistema immunitario diventa più debole. Si tratterebbe, dunque, di una classica spirale negativa. Le api muoiono perché c’è meno polline. Ma c’è meno polline anche perché le api muoiono;
   il rapporto di Greenpeace, pubblicato il 9 aprile 2013, intitolato «Api in declino – le minacce agli insetti impollinatori e all'agricoltura europea», mette in evidenza l'importanza ecologica ed economica di proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api (api mellifere e tutti gli altri apoidei, pur sempre importanti in quanto insetti impollinatori);
   il rapporto sottolinea come «Le evidenze scientifiche sulle conseguenze dei pesticidi più dannosi per le api sono chiare. Non possiamo permetterci di perdere le api e il resto degli impollinatori naturali: l'Italia e gli altri Paesi europei devono agire per vietare queste sostanze killer»;
   «L'eliminazione di tali sostanze – afferma Federica Ferrarlo, responsabile della Campagna “Agricoltura Sostenibile” di Greenpeace – è un primo passo cruciale ed efficace per tutelare la salute delle popolazioni di api e per salvaguardare la loro attività di impollinazione, un servizio vitale per la produzione di cibo e per l'ecosistema»;
   esistono sulla questione della morìa delle api numerosi studi. Uno degli ultimi è il rapporto di gennaio 2013 diffuso dall'Efsa (l'Autorità europea di sicurezza alimentare che ha sede a Parma), che ha confermato «i gravi rischi legati all'uso di tre pesticidi su diverse importanti colture presenti nell'Ue». Nello stesso documento, tuttavia, l'agenzia rivela di essere «impossibilitata a finalizzare la sua valutazione a causa della ristrettezza dei dati disponibili»;
   sotto accusa, secondo l'EFSA, sono i principi attivi contenuti in tre diverse formulazioni: il Clothianidin e l'imidacloprid, prodotti dalla Bayer e il Thiamethoxam prodotto dalla Syngenta;
   l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), calcola che delle 100 specie di colture che forniscono il 90 per cento di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api;
   l'Italia ha già proibito dal 2008 l'uso di questi pesticidi sistemici, con decreti temporanei, e solo per le colture di mais. Nel nostro Paese è stata anche lanciata un'iniziativa di monitoraggio (Apenet), che ha messo in luce una significativa riduzione della morìa delle api dopo l'introduzione della misura. Divieti nazionali simili sono stati decisi anche dalla Germania (dal 2008 sul mais), dalla Francia (nel 2012 sulla colza, ma anche precedentemente con altri divieti poi revocati), e nel 2011 dalla Slovenia su tutte le colture;
   le ricerche di Apenet hanno dimostrato la presenza di effetti sinergici e di interazioni tra le diverse sollecitazioni cui l'alveare è sottoposto, il legame tra la presenza di pesticidi e alcuni fenomeni patologici, e tra la qualità dell'alimentazione proteica e il livello di resistenza ad alcuni fenomeni ambientali e ai patogeni. I dati raccolti hanno inoltre evidenziato che diversi agenti di stress, interferendo con il sistema immunitario dell'ape, possono, indirettamente, facilitare esplosioni virali che rischiano, rapidamente, di condurre a morte le colonie. Queste sostanze, anche a dosi molto basse, sono in grado di scatenare inoltre una serie di effetti sub-letali: ad esempio, agiscono su capacità di orientamento, perdita di memoria olfattiva, difficoltà di apprendimento, tutte caratteristiche fondamentali per l'organizzazione e la sopravvivenza delle colonie;
   il divieto dei neonicotinoidi in Italia ha quasi risolto il problema della morìa delle api che aveva colpito il 50 per cento degli alveari con punte dal 70 al 100 per cento. In sei anni non è stato rilevato nessun calo delle produzioni di mais. Il problema non è affatto di poca rilevanza. Secondo alcuni riguarda il futuro stesso dell'agricoltura, a causa del ruolo decisivo che hanno le api nell'impollinazione. Albert Einstein avrebbe detto che «se l'ape scomparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita». Ovviamente non esistono conferme scientifiche su questa teoria;
   il 17 ottobre 2008 è così entrato in vigore il primo divieto temporaneo dell'uso, per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti quattro sostanze attive: clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil. In corrispondenza delle aree di coltivazione del mais trattate con queste sostanze e della polvere diffusa durante le operazioni di semina contenente le quattro sostanze attive, si sono riscontrate infatti le morìe più pesanti per le colonie di api;
   dopo la sospensione dei neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais, dai dati Apenet risulta che gli agricoltori non hanno segnalato maggiori problematiche legate alla gestione dei parassiti e non sono state riportate diminuzioni statisticamente rilevanti dei rendimenti. Il divieto alle sementi conciate con neonicotinoidi ha dato, però, immediatamente un respiro di sollievo alla popolazione di api;
   l'Unione europea ha messo a punto un regolamento che prevede il bando temporaneo dei suddetti tre pesticidi. Il 15 marzo 2013 in sede di Comitato Ue – la maggioranza dei Paesi dell'Unione europea ha votato a favore della proposta della Commissione europea per il bando temporaneo di tre pesticidi riconosciuti a livello scientifico come altamente nocivi per la salute delle api. Si tratta di Imidacloprid e Clothianidin prodotti dalla Bayer e del Thiamethoxam di Syngenta. La proposta è stata bocciata da una minoranza di Stati. Discussa di nuovo il 29 aprile, la proposta è stata bocciata, sempre a minoranza. Gli Stati a favore del bando sono 15, i contrari 8 e gli astenuti 4;
   la Commissione europea ha annunciato una moratoria sull'uso dei pesticidi a partire dal primo dicembre 2013, in attesa di avere un quadro scientifico più chiaro. Lo scorso mese di maggio, infatti, la stessa Commissione europea ha stanziato 3,3 milioni di euro per finanziare in 17 Stati membri gli studi di sorveglianza con l'obiettivo di raccogliere informazioni più solide –:
   se i Ministri interrogati, anche alla luce degli studi scientifici sulla morìa delle api e dei recenti rapporti sulla problematica e in considerazione del voto ampiamente maggioritario dell'Unione europea, intendano adoperarsi per vietare l'uso di pesticidi nocivi per le api, a partire dalle sette sostanze più pericolose attualmente autorizzate nell'Unione europea, quali imidacloprid, thiamethoxam, clothianidin, fipronii, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina;
   se i Ministri interrogati, attraverso l'adozione di piani d'azione e di sostegno nazionali per gli insetti impollinatori, intendano sostenere e promuovere pratiche agricole che apportino benefici al servizio di impollinazione all'interno dei sistemi agricoli (come la rotazione delle colture, la promozione di aree di interesse ecologico a livello aziendale e i metodi di agricoltura biologica);
   se i Ministri interrogati intendano promuovere tutte le necessarie iniziative per migliorare la conservazione di habitat naturali e semi-naturali all'interno e intorno alle aree agricole nonché incrementare la biodiversità nei campi;
   se sia intenzione dei Ministri interrogati valutare l'opportunità di aumentare i finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo e l'applicazione di pratiche agricole ecologiche che si allontanano dalla dipendenza da sostanze chimiche per il controllo dei parassiti, per andare verso l'uso di strumenti basati sulla biodiversità per controllare i parassiti e migliorare la salute degli ecosistemi;
   se i Ministri interrogati, nell'ambito del negoziato sulla nuova PAC (pagamenti diretti) e di Orizzonte 2020 (programma europeo di ricerca), intendano assumere iniziative per indirizzare maggiori fondi per la ricerca sull'agricoltura ecologica. (5-00121)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

antiparassitario

apicoltura

FAO

agricoltura biologica

diritto alla salute

programma comunitario

ricerca e sviluppo