ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18995

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 904 del 09/01/2018
Firmatari
Primo firmatario: FASSINA STEFANO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE - LIBERI E UGUALI
Data firma: 09/01/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 09/01/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18995
presentato da
FASSINA Stefano
testo di
Martedì 9 gennaio 2018, seduta n. 904

   FASSINA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 9 giugno 2017 è stata avviata la procedura sindacale e amministrativa di licenziamento da parte della società Castelfrigo contro 75 dei 148 soci-lavoratori delle cooperative appaltatrici;

   al termine di suddetta fase, a partire dal 17 ottobre 2017, 75 soci-lavoratori erano tecnicamente in esubero e tecnicamente licenziabili e questi lavoratori hanno deciso di attendere le lettere di licenziamento in sciopero, quando il loro lavoro era già stato dichiarato dalle cooperative superfluo;

   attraverso canali ufficiosi si apprende che in data 27 dicembre 2017 sarebbe stato sottoscritto un testo di accordo separato Castelfrigo-Cisl; tale testo non è stato reso pubblico ufficialmente, ma attraverso comunicati e dichiarazioni della Fai-Cisl Emilia centrale. Il raggiungimento di questo accordo viene ben ribadito nell'intervista di Radio Città del Capo del 28 dicembre 2017 all'operatore della Fai-Cisl, tra i firmatari del testo. Nell'intervista si dichiara che i 52 lavoratori (su 127 totali) degli appalti di Castelfrigo che verranno salvati (attraverso una riassunzione di sei mesi presso un'agenzia interinale che li somministrerà alla Castelfrigo stessa) «sono quelli che stanno dentro, quelli che finora hanno lavorato, quelli che hanno creduto nel progetto dell'azienda e che, fin dall'inizio, quando è iniziata la vertenza, hanno continuato a lavorare». Lo stesso concetto viene ribadito nell'intervista ripetuta al Corriere Bologna della stessa giornata: i lavoratori «assunti» saranno solo quelli che «hanno continuato l'attività fino ad oggi, quelli che hanno creduto nell'azienda»; di fatto quelli che non hanno scioperato;

   da queste dichiarazioni risulta che per la prima volta in Italia l'esercizio del diritto di sciopero diventa elemento formale di discriminazione dei lavoratori in un accordo sindacale. Nella sostanza viene per la prima volta esplicitata pubblicamente la modalità dell'azione sindacale Fai-Cisl sul distretto delle carni: chi protesta contro il sistema di sfruttamento di quelle che appaiono false società di manodopera deve essere allontanato;

   da quanto si può ufficiosamente ricostruire, le trattative Castelfrigo-Cisl sarebbero state condotte in assenza di trasparenza, come risulta dalle stesse dichiarazioni nelle citate interviste, e sembrerebbero portate avanti dagli inizi di novembre fino al 27 dicembre 2017, data dell'accordo finale. Né le altre organizzazioni sindacali attive nella conduzione della delicata fase procedurale, né i lavoratori interessati dall'espulsione sono stati coinvolti. Inoltre, durante tutti gli incontri conoscitivi o di salvaguardia occupazionale presso la regione Emilia-Romagna non si è fatto mai cenno a questa trattativa;

   da un verbale di incontro Castelfrigo-Cisl, datato 22 novembre 2017, pubblicato in rete risulta che a quella data, nel mezzo della vertenza sindacale intrapresa dalla Cgil, Castelfrigo e Cisl avevano già concordato di espellere i lavoratori sgraditi alla Castelfrigo «ricercando soluzioni di continuità lavorativa per i soci-lavoratori che ancora continuano a prestare servizio effettivo all'interno dell'Azienda», cioè salvando quelli che continuano a lavorare, che non sono in sciopero;

   da quanto emerge, la società Castelfrigo intenderebbe fare ricorso a un'agenzia di lavoro interinale per un periodo di sei mesi (gennaio-giugno 2018) per procedere all'assunzione di 52 lavoratori, scelta questa scarsamente condivisibile data la necessità più volte ribadita dalla società di salvaguardare la competitività sul costo del lavoro. Ricorrendo al lavoro interinale (che ora si chiama «somministrato»), infatti, si aggiungerebbe il costo del contratto dell'industria alimentare (previsto dalla legge), ma anche il costo aggiuntivo del servizio chiesto dall'agenzia interinale –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione a quanto esposto in premessa e se intenda promuovere ogni iniziativa di competenza al fine di salvaguardare il diritto di sciopero e assicurare la tutela occupazionale dei lavoratori della Castelfrigo.
(4-18995)