ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18989

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 904 del 09/01/2018
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE - LIBERI E UGUALI
Data firma: 09/01/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE - LIBERI E UGUALI 09/01/2018
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE - LIBERI E UGUALI 09/01/2018
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE - LIBERI E UGUALI 09/01/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/01/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18989
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Martedì 9 gennaio 2018, seduta n. 904

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra il 31 dicembre 2017 e il 1° gennaio 2018 al Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, in provincia di Catania, è avvenuto il primo assassinio di donna dell'anno. La vittima, Francis Miracle, è una giovane proveniente dalla Nigeria, ospite del centro insieme ai suoi due bambini e in attesa da oltre un anno del riconoscimento dello status di rifugiata;

   secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbe stata accoltellata alla gola dal suo compagno – non residente nel centro – perché non voleva seguirlo in nord Italia dove lui viveva da solo. L'uomo avrebbe evasa controlli all'ingresso del centro e si sarebbe introdotto nell'area attraverso un buco nella recinzione;

   il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo è tristemente noto ormai da diversi anni e ne è stata chiesta più volte la chiusura, anche in seguito ai diversi collegamenti avuti con il business dei migranti dello scandalo di «Mafia Capitale»;

   a giugno 2017 la Commissione parlamentare di sul sistema di accoglienza ha votato all'unanimità la relazione su questo centro che ne sollecitava la chiusura in tempi brevi, considerandolo «caso emblematico» non solo perché è la struttura più grande d'Europa destinata all'accoglienza dei migranti, ma soprattutto perché esempio di limiti e contraddizioni provocati da un approccio fallimentare al fenomeno migratorio e alla gestione dell'accoglienza, caratterizzato da condizioni igienico-sanitarie della struttura precarie, appartamenti spesso fatiscenti, scarsa trasparenza e molte opacità nella gestione e nell'amministrazione. La Commissione censurava la decisione di far sorgere il Centro di accoglienza per richiedenti asilo al Residence degli Aranci, 400 villette di proprietà della Pizzarotti di Parma affittate per circa sei milioni di euro, ad un costo «di gran lunga superiore a quello di mercato», rinunciando a ricercare soluzioni meno onerose come l'utilizzo di beni demaniali. Anomalia resa ancora più evidente dopo l'ingresso della società Pizzarotti nell'associazione d'imprese candidata alla gestione del centro, «una totale convergenza di interessi fra la proprietà immobiliare e le società incaricate della gestione del centro stesso»;

   si apprende dalla stampa che nel mese di dicembre 2017 la prefettura di Catania ha bandito quattro gare per assegnare la gestione delle diverse attività per il funzionamento del Centro di accoglienza per richiedenti asilo, per un valore complessivo di 50 milioni di euro e che l'impresa parmense Pizzarotti (come altre finite nell'inchiesta «Mafia Capitale», sarebbe tra le cooperative (in molti casi consorziate o raggruppate) che avrebbero presentato le proposte per aggiudicarsi l'appalto triennale;

   dal sito dell'Associazione Meltingpot si apprende che attualmente il Centro per richiedenti asilo di Mineo è sotto amministrazione giudiziaria straordinaria e che il Ministero dell'interno avrebbe una sede permanente nel centro con il compito di svolgere una missione ministeriale di controllo in sinergia con la prefettura;

   a giudizio degli interroganti l'omicidio di Francis Miracle fa tornare d'attualità il tema della sicurezza al Centro di accoglienza per richiedenti asilo, come dichiarato anche dal procuratore capo di Caltagirone Giuseppe Verzera che coordina le indagini, secondo il quale «Questo omicidio riconferma per l'ennesima volta che non si possono controllare 3.500 persone, come quelle che vivono nel Cara di Mineo. C'è un problema di sicurezza della struttura». Oltre al rischio concreto di incorrere in gestioni clientelari e scarsamente trasparenti –:

   se il Governo in seguito all'omicidio di Francis Miracle, non consideri urgente intervenire per assicurare la chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo in tempi brevi;

   se intenda riferire quale sia precisamente il compito della sede permanente del Ministero dell'interno nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo e se esistano responsabilità dei suoi dipendenti sulle condizioni della struttura, che hanno permesso all'omicida di entrare, evadendo i controlli previsti.
(4-18989)