ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18975

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 904 del 09/01/2018
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/01/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/01/2018
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18975
presentato da
BERNINI Paolo
testo di
Martedì 9 gennaio 2018, seduta n. 904

   PAOLO BERNINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i media riportano un ulteriore fatto di cronaca gravissimo avvenuto di recente a Radicofani (Si) e che segnala la dimensione del dramma che riguarda l'uccisione di lupi che sta avvenendo indisturbata anche e soprattutto in Toscana;

   nello specifico, a Radicofani, due lupi impiccati sono stati legati al cartello di ingresso della città, come già avvenuto in altre circostanze, come ad esempio a Scansano;

   pochi giorni fa un ennesimo episodio similare è avvenuto in provincia di Rieti;

   già in precedenti interrogazioni l'interrogante ha evidenziato come questa deriva inaccettabile e questo attacco al patrimonio indisponibile dello Stato siano un fenomeno recrudescente, anche a causa di impropri e inadeguati progetti sul territorio che, anziché risolvere le conflittualità, le hanno acuite, favorendo questi episodi macabri ed inaccettabili per un Paese civile;

   infatti, si riscontrano episodi di uccisione dei lupi in aumento. Si rammenta che il lupo è patrimonio indisponibile dello Stato (secondo la ratio della legge n. 968 del 27 dicembre 1977 che ha elevato la fauna selvatica da «res nullius» a «res communitatis», cioè «patrimonio indisponibile dello Stato») e si tratta quindi di una specie particolarmente protetta da numerose normative nazionali ed internazionali;

   laddove sono state messe in pratica una serie di azioni «con l'uso di appropriati strumenti di prevenzione si riesce a minimizzare il conflitto tra predatori e zootecnia. Per esempio l'amministrazione provinciale di Firenze è impegnata fin dal 2005 in un progetto di prevenzione che ha portato alla riduzione della predazione del 90 per cento» (fonte Dottor Duccio Berzi «Tecniche, strategie e strumenti per la prevenzione dei danni da predatori al patrimonio zootecnico», Centro per lo studio e la documentazione sul lupo);

   secondo i dati del progetto «LIFE Medwolf» (LIFE11 NAT/IT/069), realizzato in Toscana, tra le aziende che hanno denunciato danni da predazione da canidi nel 2014, il 98 per cento di queste possiede allevamenti e pascoli non vigilati da pastori, il 57 per cento non ha cani da pastore-guardiania e solo il 41 per cento ha due cani ogni 500 pecore, l'85 per cento non ha recinzioni per prevenire l'attacco da parte di predatori;

   il progetto sopraccitato, sulla base del registro ufficiale delle predazioni, riporta che solo lo 0,3 per cento è la reale percentuale del patrimonio zootecnico ovino colpito dalla predazioni nel 2014, nell'ambito territoriale preso in considerazione dall'indagine scientifica;

   la presenza del lupo è un inequivocabile segnale positivo per tutto l'ecosistema e per la biodiversità, è quindi un indicatore biologico, in qualità di top predator, di un ambiente ecologicamente sostenibile;

   si è registrata la chiara posizione della Commissione europea che nell'aprile 2014 (E-002258-14) ha espresso la sua viva preoccupazione nei confronti degli atti di bracconaggio dei lupi, considerandolo «una minaccia per la salute dell'ambiente naturale, in particolare per il conseguimento degli obiettivi della direttiva "Habitat" e del primo obiettivo della strategia dell'UE per la biodiversità» –:

   se e quali iniziative i Ministri intendano assumere per la prevenzione di altri gravi atti di bracconaggio, anche in considerazione della perdita di patrimonio indisponibile dello Stato, e se a tal fine abbiano intenzione di assumere iniziative per ottenere il dovuto risarcimento, nonché per costituirsi parte civile negli eventuali procedimenti penali;

   se e quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati in relazione al grave danno causato dall'uccisione di un gran numero di lupi (considerato che gli esemplari rinvenuti rappresentano presumibilmente una minima parte di quelli uccisi realmente), vista la protezione speciale di cui gode la specie e anche alla luce del grave danno all'immagine – nazionale e internazionale – che si determina e del rischio di boicottaggio dei prodotti agricoli che risulterebbe esser stato prospettato da alcune associazioni.
(4-18975)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-18975
presentata da
BERNINI Paolo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alla gestione e tutela del lupo in Italia, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si premette che il Governo, consapevole delle problematiche connesse, si è attivato da circa due anni per aggiornare il piano d'azione del lupo.
  In via generale, sono diversi i progetti Life, finanziati dalla Commissione europea, conclusi o ancora in corso, finalizzati alla gestione della specie e delle problematiche ad essa connesse: Wolfalps (Alpi), M.I.R.C.O. (Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga), Ibriwolf (Provincia di Grosseto), Wolfnet (Parco nazionale del Pollino, Parco nazionale della Majella, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (provincia dell'Aquila), Medwolf (provincia di Grosseto e Portogallo).
  Più recentemente, è stato commissionato a 70 esperti, con il contributo di Ispra e dell'Unione zoologica italiana (UZI), la redazione di un piano di conservazione e gestione del lupo in Italia. Il Piano prevede il ricorso a diverse azioni. Un'intera parte del piano è dedicata a 22 azioni per la gestione; tra queste, le azioni di prevenzione e contrasto delle attività illegali, le azioni per prevenire la presenza di cani vaganti e l'ibridazione lupo-cane, le azioni per la prevenzione e la mitigazione dei conflitti con le attività zootecniche, la predisposizione di strutture di captivazione di lupi e, da ultimo, l'applicazione di deroghe al divieto di rimozione di lupi dall'ambiente naturale successivamente alla verifica del rispetto di rigorosi presupposti, condizioni, limiti e criteri di applicazione.
  Tali prerequisiti consistono nella richiesta di deroga avanzata dall'amministrazione regionale, che quindi ha il pieno controllo sull'attivazione del processo; la documentazione prodotta dalla regione che attesti lo stato favorevole della popolazione del lupo e la non incidenza della deroga sulla conservazione della popolazione stessa; la documentazione prodotta dalla Regione che attesti la messa in opera delle più idonee misure di prevenzione e di controllo del randagismo canino; la documentazione prodotta dalla regione che attesti l'assenza di altre soluzioni valide; la documentazione prodotta dalla regione sull'attuazione delle misure di competenza previste dal piano.
  Sulla base di quanto detto, Ispra è chiamata ad una valutazione caso per caso e deve accertare la sussistenza di tali requisiti e la piena rispondenza delle condizioni fissate dalla normativa vigente per questo tipo di deroga.
  Solo a seguito del parere di Ispra, il Ministero può autorizzare la rimozione di singoli individui, in un contesto che deve mantenere un carattere di eccezionalità.
  Pertanto, i passaggi sopra rappresentati evidenziano che si tratta di un procedimento amministrativo molto elaborato, che è sottoposto ad un parere dell'ISPRA e che non costituisce un automatico riconoscimento della deroga.
  Per questo motivo, stime recenti della dimensione della popolazione invernale alpina di lupo ottenute dai rilievi del citato progetto Life Wolfalps, indicano una consistenza compresa tra 100-130 individui. A questi va aggiunta la popolazione appenninica stimata, attraverso un metodo deduttivo basato sulle attuali migliori conoscenze di cinque parametri biologici, in un valore mediano di 1.580 animali con una valutazione dell'incertezza associata compresa tra 1.070 e 2.472 (Boitani & Salvatori, 2015).
  Valori simili sono stati estrapolati tramite una revisione sistematica della bibliografia condotta da Galavemi nel 2015 che riportano un valore complessivo per il territorio italiano compreso tra un minimo di 1.269 individui ed un massimo di 1.800.
  L'attivazione di un sistema organico di monitoraggio del carnivoro a scala nazionale rappresenta la principale priorità d'azione identificata dal piano d'azione nazionale per la conservazione del lupo (Genovesi, 2002). Un'adeguata conoscenza dei più importanti parametri di popolazione e dei danni che questo predatore provoca agli allevamenti rappresenta la necessaria premessa per mettere a punto più efficaci strumenti di intervento per la conservazione della specie e per l'attenuazione dei conflitti con l'uomo. La realizzazione di un programma nazionale di monitoraggio è inoltre espressamente prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997.
  Per quanto riguarda le iniziative adottate al fine di garantire un equilibrio che limiti le situazioni di conflitto con le attività produttive, è opportuno evidenziare come diverse azioni siano state adottate a partire dagli anni ’70, finalizzate alla conservazione del lupo, che hanno compreso sia misure legislative adottate dalle amministrazioni locali, sia programmi di conservazione promossi dalle amministrazioni locali, dagli enti gestori di aree protette, da ONG e da istituti di ricerca pubblici.
  Al fine di prevenire i conflitti del lupo con la zootecnia, diverse amministrazioni promuovono la messa in opera di strumenti di prevenzione dei danni, anche attraverso il finanziamento di recinzioni per la stabulazione notturna delle greggi. A titolo di esempio, si cita la Regione Piemonte che, in collaborazione con la provincia di Torino ed i parchi di Salbentrand e delle alpi marittime, ha attivato il programma "Il lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame domestico e per l'attuazione di un regime di coesistenti stabile tra lupo e attività economiche". Tale programma, cofinanziato dall'Unione Europea tramite il programma Interreg, si è articolato nelle seguenti attività principali: monitoraggi, ricerca, informazione e preparazione.
  Analogamente, la regione Emilia-Romagna ha cofinanziato un programma Life per la conservazione del lupo in dieci siti di Interesse Comunitario (SIC) ricadenti all'interno di tre Parchi regionali e del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, di più recente istituzione. Il progetto prevede il monitoraggio del lupo e delle popolazioni preda, la messa in opera di sistemi di prevenzione dei danni, la sensibilizzazione delle popolazioni locali e la produzione di linee guida per una corretta gestione del lupo. Il Parco nazionale del Pollino ha promosso un progetto intensivo di quattro anni di ricerca finalizzato a definire consistenza numerica, distribuzione, struttura spaziale e sociale, uso del territorio e dell'habitat, dispersione, alimentazione, impatto sulla zootecnia. Parallelamente, l'Ente Parco ha cofinanziato un programma Life triennale, in collaborazione con il WWF, volto al controllo del randagismo canino, alla messa in opera di strumenti di prevenzione (recinzioni elettrificate e cani da guardiania) e a promuovere una migliore opinione sul lupo da parte delle popolazioni locali.
  La nuova stesura del piano per il lupo è stato il frutto di un intenso lavoro di mediazione del Ministero, che ha accolto larga parte delle richieste pervenute dalle Regioni. Il testo, andato in discussione in Conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre 2018, prevedeva la sospensione per due anni della decisione sulla possibilità del ricorso alle deroghe per il prelevamento dei lupi. Altra novità era il coordinamento nazionale per le azioni di monitoraggio della specie, su cui il Ministero aveva previsto di impegnare un milione e mezzo di euro fino al 2020. L'obiettivo era quello di arrivare quanto prima a dotare il Paese delle 22 azioni contenute nel piano, scritte dai massimi scienziati ed esperti in materia. Il Piano per il lupo è necessario alla salvaguardia della specie dal fenomeno del bracconaggio e a migliorare attraverso un percorso per fasi la convivenza tra uomo e lupo.
  Tuttavia, si segnala che piano non è stato ancora approvato presso la conferenza Stato-Regioni poiché, nella riunione convocata il 6 dicembre 2018, è stata nuovamente rinviata ogni decisione in merito all'adozione del piano medesimo.
  Come anche accennato sopra, per quanto riguarda le risorse economiche, la nuova stesura del Piano prevedeva impegni del Governo, mentre per quanto riguarda la prevenzione e gli indennizzi dei danni da lupo si ricorda che queste sono di competenza delle regioni, che a tal fine possono avvalersi anche dei fondi europei.
  Della questione sono interessate anche altre amministrazioni territorialmente competenti, pertanto laddove dovessero pervenire nuovi elementi informativi, si provvederà ad un aggiornamento.
  Ad ogni modo, si rassicura che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per quanto di competenza, continuerà a svolgere la propria attività, senza ridurre il livello di attenzione su tale importante questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.