ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18837

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 901 del 20/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: CIVATI GIUSEPPE
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 19/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 19/12/2017
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 19/12/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 19/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/12/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/01/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18837
presentato da
CIVATI Giuseppe
testo di
Mercoledì 20 dicembre 2017, seduta n. 901

   CIVATI, ANDREA MAESTRI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 26 ottobre 2017 ad un anno dalla seconda importante scossa che ha colpito il Centro Italia, il Ministero dello sviluppo economico ha convocato un tavolo con la regione Umbria e gli enti locali interessati – ora rinviato a data da destinarsi – per decidere in merito all'approvazione del progetto di Snam e British Gas per la costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno, uno dei cinque tratti del gasdotto «Rete Adriatica» che corre per 687 chilometri da Massafra (TA) a Minerbio (BO), il quale, essendo stato dichiarato infrastruttura strategica e progetto di interesse comunitario, ha beneficiato di procedure più snelle per l'autorizzazione ed il finanziamento pubblico;

   il progetto, come detto, è diviso in cinque tratte, di cui due già approvate (Foligno-Sestino, Sestino-Minerbio), due già in fase di posa del tubo (Massafra-Biccari, Biccari-Campochiaro), una già esistente (Campochiaro-Sulmona), ed un'altra, la Sulmona-Foligno, per la quale le regioni Umbria e Abruzzo hanno negato l'intesa;

   l'approvazione del progetto si baserebbe, infatti, su una valutazione d'impatto ambientale risalente al 2011 – conclusasi con la sola fase di screening – fondata sullo studio d'impatto ambientale presentato dalla proponente, nel quale si afferma semplicemente l'andamento positivo dei test di shacking, che simulano il sisma, sul tubo che dovrebbe essere posato proprio nelle zone interessate dalle faglie attivatesi a partire dal 24 agosto 2016;

   la protesta dei numerosi comitati «no tubo», corroborata dalle opinioni di autorevoli geologi e sismologi sul punto, ha evidenziato i forti impatti di tale infrastruttura in zone ad alto rischio sismico – quali, ad esempio, la zona del monte Morrone e la relativa faglia – connessi al possibile verificarsi di incidenti simili alle esplosioni ed agli incendi che hanno già interessato, da ultimo nel 2015, metanodotti Snam nelle medesime zone; gli stessi comitati hanno già ricevuto, peraltro, il rigetto di Snam della proposta di modifica del tracciato;

   il Ministero dello sviluppo economico ha fortemente sollecitato, in ragione dell'urgenza di realizzazione dell'infrastruttura anche a livello europeo, la decisione positiva in merito all'approvazione del progetto, senza, tuttavia, avviare una nuova procedura di valutazione d'impatto ambientale, da considerarsi necessaria, in ossequio al principio di precauzione in materia ambientale, sulla base dell'evidenza dell'attivazione, nell'ultimo anno, di un nuovo sistema di faglie, precisamente nei territori interessati dalle disastrose vicende sismiche;

   il progetto prevede, inoltre, la costruzione di una centrale di compressione e spinta nel territorio di Sulmona (località Case Pente), per la quale sono già stati espropriati terreni per un totale di 12 ettari; la centrale sarà costituita da tre turbine da 30 megawatt di potenza termica ognuna per la combustione del gas, ed emetterà in atmosfera ossido di azoto e monossido di carbonio, a poche centinaia di metri dal centro abitato –:

   se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra esposta e se non intenda attivarsi, per quanto di competenza, ai fini della riapertura del procedimento di valutazione d'impatto ambientale in merito al tratto di metanodotto «Rete Adriatica» che corre da Sulmona a Foligno;

   se il Governo non ritenga urgente assumere iniziative, per quanto di competenza, al fine di accogliere la proposta di modifica del tracciato più volte avanzata dai comitati locali;

   se il Governo non ritenga di dover riconsiderare il posizionamento e l'entrata in esercizio della centrale di compressione e spinta di Sulmona, attesa la pericolosità di tali emissioni per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
(4-18837)