ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18768

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 899 del 12/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 12/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 12/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/12/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18768
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Martedì 12 dicembre 2017, seduta n. 899

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'articolo pubblicato su Il Piccolo di Trieste il 4 novembre 2017, il quotidiano belgradese Vecernje Novosti ha riportato che «gli italiani intendono riportare in Patria i dipinti presenti nel Museo nazionale di Belgrado. Il riferimento è a otto tele di grande valore custodite, da 70 anni, nel Museo menzionato e che sono oggetto di “una richiesta urgente di assistenza giudiziaria internazionale” della procura di Bologna trasmessa al tribunale superiore di Belgrado. Richiesta, ha poi precisato l'agenzia di stampa serba Tanjug, che ha come obiettivo il “sequestro temporaneo” delle otto opere “che la Serbia ottenne nel 1949” dagli americani “come riparazione di guerra”, dopo che erano state “acquistate a caro prezzo e legalmente” nel 1941 per conto del Maresciallo del Reich Hermann Goering dalla famiglia Contini-Bonacossi, a Firenze.»;

   le tele, infatti, «vennero acquistate a Firenze tra il 1941 e il 1942 dal mercante tedesco Walter Hofer su ordine di Goering. Tuttavia furono portate in Germania aggirando la regolamentazione prevista da due leggi dello Stato italiano: una del 1909 e l'altra del 1939. In quel periodo i nazisti facevano razzia di opere d'arte in Europa con l'obiettivo di raccoglierle in un grande museo a Linz, in Austria»;

   si tratta di capolavori del Medioevo e del Rinascimento: «il Ritratto della regina Cristiana di Danimarca dipinto da Tiziano, la Madonna con Bambino e donatore di Jacopo Tintoretto, il San Rocco e il San Sebastiano, entrambi di Vittore Carpaccio, una Adorazione del Bambino con angeli e santi della Scuola ferrarese del XV secolo, una Madonna con Bambino di Paolo Veneziano, un trittico di Paolo di Giovanni Fei e una tempera di Spinello Aretino»;

   come spiegato da Il Sole 24 Ore nell'inchiesta pubblicata il 5 dicembre 2017, «nel corso del 2014, i Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale di Firenze incrociarono i dati della banca dati Leonardo (il grande archivio informatizzato dei Carabinieri dove sono immagazzinate le foto di tutte le opere rubate o scomparse) con le immagini di una mostra che è stata organizzata a Bologna dal 28 novembre 2004 al 13 febbraio 2005, intitolata “Da Carpaccio a Canaletto. Tesori d'arte italiana dal Museo nazionale di Belgrado”. Tra i capolavori d'arte esposti a Bologna c'erano anche gli otto “prigionieri di guerra”. Ci sono voluti più di 70 anni, ma finalmente in quel 2014 le opere vennero localizzate a Belgrado, in Serbia»;

   dal 2014, i magistrati di Bologna iniziarono le indagini per violazione dell'articolo 648-ter del codice penale, che punisce l'impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da un delitto. In particolare, «una prima rogatoria è stata inviata alle autorità serbe ad agosto 2015 per chiedere il sequestro preventivo delle tele disposto dal gip di Bologna. A novembre 2016, le autorità di Belgrado hanno risposto con un rifiuto al sequestro preventivo dei dipinti. Lo scorso settembre è stata inoltrata una seconda rogatoria, nella quale è stata contestata l'illecita esportazione delle opere ed è stata chiesta la confisca (...)»;

   nella nota ufficiale del 6 dicembre 2017, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha dichiarato di essere «attivamente impegnato nel recupero delle otto opere d'arte italiane illecitamente esportate dal nostro Paese verso la Serbia da parte della Germania occupante durante la Seconda Guerra mondiale. Per quanto la questione sia seguita direttamente dal Ministero della giustizia con le proprie controparti serbe, la Farnesina è attivamente impegnata nel sensibilizzare le Autorità della Repubblica Serba e nell'assicurare che venga prestata la massima collaborazione in relazione alla richiesta formulata dalla Procura di Bologna» –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, se i Ministri interrogati intendano chiarire le modalità con le quali ritengono di procedere, per quanto di competenza, in relazione al recupero delle otto opere d'arte italiane.
(4-18768)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

esportazione comunitaria

protezione del patrimonio

opera d'arte