ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18717

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 897 del 05/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 05/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 05/12/2017
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 05/12/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 05/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 05/12/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/12/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18717
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Martedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è notizia recente quella dell'irruzione fatta a Como il 29 novembre 2017, da un gruppo di «teste rasate» appartenenti al «Veneto Fronte Skinheads» nel corso di una riunione di «Como Senza Frontiere», una rete che unisce decine di associazioni attive nell'accoglienza dei migranti. L'irruzione è avvenuta con lo scopo di leggere un «proclama» contro «l'invasione di immigrati e l'immigrazionismo»;

   quattro di loro sono già stati identificati e denunciati per violenza privata, mentre è in corso l'identificazione degli altre nove del gruppo di nazifascisti;

   da notizie di stampa si apprende che:

    il «Veneto Fronte Skinhead», fondato nel 1986, è noto nella galassia dell'ultradestra per la sua matrice antisemita e razzista. È stato uno dei primi movimenti che hanno importato in Italia la subcultura giovanile del movimento naziskin. Nei primi anni 2000 ha perso smalto e alcuni militanti sono migrati in Forza Nuova e in altre formazioni «nere», ma negli ultimi anni sono tornati in scena con iniziative nel nord Italia con un nuovo «nemico» da combattere: i migranti;

    nel 2015, prima il 28 ottobre – anniversario della marcia su Roma – a Mantova e Suzzara alle sedi della Caritas e del Pd, e poi il 24 novembre, alla Caritas e al Pd, di Como, Brescia, Crema, Lodi, Reggio EmiliaGuastalla, Piacenza-Bobbio, Trento, Mestre, Vicenza, Treviso e Bolzano (qui anche davanti alle sedi dell'associazione che si occupa dei migranti Volontarius), sono arrivate minacce e provocazioni xenofobe da parte di «Veneto Fronte Skinhead», con sagome di cartone di uomini morti e volantini che dichiaravano di «denunciare chi continua a condurre un chiaro disegno politico finalizzato all'annientamento dell'identità italiana» con leggi di «distruzione di massa» come quella sullo ius soli e il «favoreggiamento di un'invasione pianificata di orde di immigrati extraeuropei»;

    nel 1994 l'ex procuratore della Repubblica di Verona, Guido Papali, che per primo comprese la portata eversiva degli skinhead in Italia, arrestò il presidente del «Veneto Fronte Skinhead» e altri sette militanti per violazione delle norme contro la discriminazione e la «legge Mancino». Ne seguì un processo a Verona, poi trasferito innanzi al tribunale di Vicenza, che si concluse nel 2004 con l'assoluzione di tutti gli imputati. La sentenza, pur riconoscendo la natura dell'ideologia politica, economica e sociale del «Veneto Fronte Skinhead», «che accoglie integralmente le note dottrine del totalitarismo nazista e fascista», ritenne che i fatti oggetto del capo di imputazione andassero analizzati e confrontati con gli articoli 18 e 21 della Costituzione: il diritto dei cittadini di associarsi liberamente e la possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione;

   a giudizio degli interroganti, è evidente che tale sentenza e altre che purtroppo sono seguite, oltre a non dare il giusto rilievo alle fondamenta democratiche e antifasciste della Costituzione italiana, hanno avuto una visione miope della portata che il fenomeno avrebbe avuto con il passare degli anni. Ne sono la dimostrazione i sempre più frequenti episodi di intolleranza, xenofobia e razzismo che si sono rafforzati a seguito di sentenze come quella del 2004 del tribunale di Vicenza. Appare altrettanto evidente all'interrogante che l'incriminazione per violenza privata per l'irruzione di Como non basta e che i fatti dovrebbero essere valutati in relazione alle norme che sanzionano l'apologia del fascismo e l'istigazione all'odio razziale, applicando le leggi in vigore «Scelba» e «Mancino» –:

   se il Governo non ritenga urgente assumere, senza ulteriore indugio, ogni iniziativa di competenza, anche normativa, per interrompere la progressiva e inarrestabile ascesa di gruppi nazifascisti, xenofobi e razzisti.
(4-18717)