ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18500

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 886 del 15/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/11/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18500
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Mercoledì 15 novembre 2017, seduta n. 886

   SIBILIA e ALBERTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa si apprende dell'ennesimo caso di corruzione giudiziaria che vede coinvolti giudici di commissioni tributarie. I militari del nucleo di polizia tributaria di Bari, infatti, hanno eseguito 13 misure cautelari con le accuse di corruzione in atti giudiziari, falso e truffa in concorso, nei confronti di giudici tributari della commissione tributaria regionale Puglia e della commissione tributaria provinciale di Foggia. L'ordine di custodia cautelare è scattato anche per commercialisti e difensori delle parti interessate alle liti. Complessivamente, sono 40 le persone indagate a fronte di una compravendita di sentenze che avrebbe fruttato la somma di circa sessantamila euro. Tra gli indagati anche il giudice Lorenzo Nicastro, ex pm a Bari, attualmente in servizio al tribunale di Matera ed ex assessore all'ambiente della regione Puglia nella giunta di Nichi Vendola;

   non è la prima volta che si sente parlare di compravendite di sentenze tributarie. Si ricorda il caso della commissione tributaria di Roma scoperto nel 2016 ove un'organizzazione composta, secondo l'accusa, da tredici persone (tra avvocati, commercialisti, ex dipendenti dell'Agenzia delle entrate e giudici tributari), avrebbe commesso reati di associazione per delinquere, concussione e corruzione. Ancora più noto lo scandalo che colpì nel 2012 il foro napoletano e che vide coinvolti funzionari impiegati presso le commissioni tributarie provinciale e regionale di Napoli, un membro del garante del contribuente della Campania e un funzionario dell'Agenzia delle entrate di Napoli, in un procedimento per reati di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio, corruzione in atti giudiziari e falso in atto pubblico;

   dalla relazione sul monitoraggio dello stato del processo tributario e sull'attività delle attuali commissioni tributarie, predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016, emerge che sono pendenti innanzi ai giudici tributari di merito ben 469.048 ricorsi. La stessa relazione attesta che il valore complessivo delle controversie presentate nel 2016 nei due gradi di giudizio è di circa 31,7 miliardi di euro. A fronte di 231.713 controversie pervenute (in Commissione tributaria provinciale) e (Commissione tributaria regionale), si registra un valore medio pari a 136.907 euro;

   i dati che emergono mettono in rilievo il delicato ruolo dei giudici tributari nella composizione delle liti. La loro funzione è tuttavia esercitata in una struttura giudiziaria caratterizzata da giudici non di ruolo (selezionati per soli titoli tra commercialisti, avvocati, professori universitari e magistrati ordinari), non impiegati a tempo pieno e sostanzialmente retribuiti in base al numero di cause definite: in pratica, un giudice tributario di primo grado è retribuito con un compenso di 25 euro a sentenza circa;

   sebbene non si possa considerare la causa dei descritti fenomeni di corruttela (per non mancare di rispetto a quei giudici tributari, fortunatamente ancora in netta maggioranza, che quotidianamente assolvono onestamente il proprio ruolo), tale sistema certamente stimola e favorisce i tentativi di corruzione;

   s'impone pertanto una seria riflessione sull'opportunità di una riforma del processo tributario, della composizione delle commissione tributarie e, soprattutto, del ruolo dei giudici tributari, da istituzionalizzare e professionalizzare, al fine di meglio garantire l'imparzialità e terzietà nel processo come previsto dalla Costituzione;

   si rammenta che proprio con la delega fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014, all'articolo 10, si delegava il Governo a riformare le commissioni tributarie e la composizione dei collegi giudicanti «con connessa disciplina dei requisiti di professionalità», nell'ottica di una istituzionalizzazione del ruolo dei giudici tributari al pari delle altre giurisdizioni –:

   quali iniziative normative intenda assumere per arginare i descritti fenomeni corruttela, posto che, ad avviso degli interroganti non appare pienamente affidabile e impermeabile a episodi come quelli descritti l'attuale struttura giudiziaria preposta alla gestione delle liti tributarie.
(4-18500)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

giudice

reato