ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18487

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 886 del 15/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: PALMIZIO ELIO MASSIMO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/11/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18487
presentato da
PALMIZIO Elio Massimo
testo di
Mercoledì 15 novembre 2017, seduta n. 886

   PALMIZIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 15 novembre 2017 apre a Bologna il «FICO Eataly World», il più grande parco agroalimentare del mondo che comprende 2 ettari di campi e stalle all'aria aperta, con 200 animali e 2.000 cultivar, 8 ettari coperti con 40 fabbriche che produrranno prodotti in loco, oltre 45 luoghi di ristoro, bar e chioschi di cibo di strada e circa 9.000 metri quadrati di botteghe e mercato più diverse altre aree;

   l'inaugurazione è stata concordata dal comune di Bologna, promotore del progetto, con FICO Eataly World, la società di gestione del parco, la Fondazione FICO per l'educazione alimentare e alla sostenibilità, Prelios sgr, che ha istituito e gestisce il Fondo Pai (Parchi agroalimentari italiani) per la sua realizzazione, e con CAAB - Centro agroalimentare Bologna;

   il parco agroalimentare è situato a circa un chilometro e mezzo da un inceneritore, che, secondo le ultime rilevazioni, produrrebbe cadmio in quantità elevate, superando da 3 a 10 volte le quantità consentite;

   si tratta di uno degli inceneritori più grandi dell'Emilia-Romagna, sito in via del Frullo 5, di proprietà della multiutility Hera e attivo sin dal 1973. Spesso all'ingresso dell'impianto i fumi avvolgono l'aria fino al cielo, producendo una coltre densa ed impenetrabile;

   l'inceneritore Hera smaltisce rifiuti solidi urbani speciali e «pericolosi, catalogati anche come sanitari contagiosi», scrive Hera stessa sul suo sito. Per la presenza dell'impianto, gli oncologi di Medicina democratica, un'associazione nazionale, nel gennaio del 2012, hanno certificato «la possibilità di un aumento dei rischi di malattie tumorali a fegato, pancreas, vescica, colon, linfoma non-Hodgkin, polmone, ovaie, nonché aborti spontanei, nascite pretermine, malformazioni fetali, malattie cardiovascolari e respiratorie»;

   lo stesso patron di Eataly, Oscar Farinetti, nel 2014 si espresse così sull'eventuale apertura del parco agroalimentare nella zona: «Se c'è un inceneritore che fa male alla salute di sicuro non apro perché sarei un delinquente. Se fosse vero magari può essere la motivazione per chiudere l'inceneritore... chi lo sa!» –:

   se il Governo sia a conoscenza della vicenda e se non intenda urgentemente adottare tutte le iniziative di competenza per verificare, anche per il tramite del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente e con l'ausilio dell'istituto superiore di sanità, i rischi connessi alle sostanze tossiche rilasciate nell'aria e nella zona circostante dall'inceneritore Hera, anche alla luce di un progetto incentrato sull'industria agroalimentare, sul cibo «bio» e di alta qualità in una zona in cui non sembrano esserci evidentemente le condizioni per attuarlo in piena sicurezza ed in piena salute.
(4-18487)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-18487
presentata da
PALMIZIO Elio Massimo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Occorre evidenziare, in via preliminare, che le funzioni relative al rilascio delle autorizzazioni degli impianti di termovalorizzazione ricadono nelle competenze delle regioni che si avvalgono delle agenzie regionali di protezione dell'ambiente per gli aspetti relativi al controllo tecnico e al monitoraggio ambientale.
  Si rileva, ad ogni buon conto, che l'impianto di termovalorizzazione di rifiuti urbani e speciali, sito in comune di Granarolo dell'Emilia (BO) in Via del Frullo n° 5 attualmente autorizzato con atto PG 95771 rilasciato in data 29 luglio 2015 dalla città metropolitana di Bologna, emesso in termini di riesame del precedente atto P.G. n° 134442 del 31 marzo 2008. L'Autorizzazione integrata ambientale stabilisce le condizioni di esercizio dell'impianto intese come prescrizioni gestionali e di controllo e monitoraggio, a cui il gestore deve rigorosamente attenersi. Il piano di monitoraggio e controllo sulle diverse componenti ambientali interessate, costituisce parte integrante dell'autorizzazione integrata ambientale. Il rispetto delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale diventano l'oggetto principale del controllo da parte di Arpa Emilia Romagna, quale organo di vigilanza.
  I dati sul corretto funzionamento dell'impianto sono rilevati dal gestore tramite apposito sistema di monitoraggio, in esecuzione dell'obbligo di autocontrollo delle emissioni previsto dalla suddetta autorizzazione integrata ambientale, e trasmessi ad Arpae di Bologna ai fini della opportuna valutazione e dei controlli di competenza.
  Sulla base delle informazioni acquisite dall'organo di controllo, non emergono tuttavia valori anomali per le emissioni dell'impianto di termovalorizzazione sopra citato che, peraltro, non risulta abbia avuto episodi di malfunzionamento ed incidenti.
  In particolare, per i parametri cadmio e tallio i valori di emissione dell'impianto risultano essere abbondantemente entro i limiti di legge.
  Più in particolare, Arpae ha fatto presente che il sistema di abbattimento delle emissioni dell'inceneritore del Frullo è tecnologicamente fra i più avanzati e risponde alle migliori tecniche disponibili (BAT). È composto da più sezioni di trattamento fumi, di cui una sezione a semi-umido (quencher), una a secco (filtri a maniche) e una a umido (torri di lavaggio/scrubber). In coda all'impianto vi è una sezione di abbattimento catalitico degli NOx e Diossine.
  La componente visibile delle emissioni in atmosfera, di colore bianco, è costituita da vapore acqueo, proveniente prevalentemente dalle torri di raffreddamento.
  Le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale prevedono, per il controllo delle emissioni in atmosfera, un sistema di monitoraggio in continuo e un controllo periodico degli inquinanti (quelli che non possono tecnicamente essere analizzati in continuo, es. metalli). All'interno dell'atto autorizzativo viene recepita anche una prescrizione della Via provinciale per la riqualificazione e ristrutturazione dell'impianto che stabilisce di «mantenere un monitoraggio costante dell'area interessata dalle ricadute per tutta la durata dell'attività di incenerimento dei rifiuti sul sito del Frullo».
  Per quanto concerne il monitoraggio in continuo, vengono monitorati in continuo: ossido di carbonio, polveri, carbonio organico totale, acido cloridrico, acido fluoridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca.
  
I dati sono visibili in tempo reale sul sito web del gestore (http://ha.gruppoheralt/impianti/termovalorizzatori/bologna) e in report mensili elaborati da Arpae (https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=2656&idlivello=1758).
  Arpae effettua il controllo sulla corretta funzionalità ed efficacia del sistema tecnico di monitoraggio. L'agenzia verifica la corretta gestione e la funzionalità del sistema di monitoraggio in continuo. I dati vengono acquisiti direttamente dal sistema di registrazione in dotazione all'impianto. Questi vengono valutati in relazione ai limiti prescritti in autorizzazione integrata ambientale con l'obiettivo di individuare eventuali anomalie e intervenire con azioni correttive che possono essere messe in campo per evitare il ripetersi dell'anomalia. I dati vengono elaborati in report mensili e pubblicati sul sito di Arpae.
  Per quanto concerne, invece, il monitoraggio periodico, vengono effettuati controlli periodici con frequenza trimestrale (4 analisi all'anno) sui seguenti parametri:

   metalli (antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, nichel, piombo, rame, stagno, tallio, vanadio);

   Materiale particellare Pm10 e Pm2.5;

   diossina, Ipa, Pcb.

  I livelli di concentrazione degli inquinanti misurati con i controlli periodici risultano ad oggi ampiamente al di sotto dei limiti di riferimento.
  Per quanto riguarda, nello specifico, i livelli di concentrazione dei metalli, questi risultano sempre prossimi ai limiti di rilevabilità strumentale. In particolare i livelli rilevati di cadmio sono oltre 100 volte più bassi del valore limite.
  Si precisa, peraltro, che i metalli sono contenuti nelle polveri e, a parte il mercurio, la metodica di analisi di questi (compreso il cadmio) prevede che vengano analizzati proprio sulle polveri emesse. Il sistema di monitoraggio rivela, grazie alle diverse fasi di abbattimento fumi, una bassissima emissione di materiale particellare, da cui deriva anche una conseguente scarsissima emissione di metalli.
  Con riferimento, infine, al monitoraggio ambientale, ed in particolare alla qualità dell'aria sul territorio circostante l'impianto di incenerimento, nel 2009, in continuità e in sostituzione di altri protocolli precedentemente sottoscritti (il primo risale al 1998) è stato firmato l'ultimo protocollo di Intesa tra provincia di Bologna, comuni di Bologna, Castenaso e Granarolo, Arpa, Ausl, università di Bologna – dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali – Centro sperimentale per l'uso del suolo e Fea s.r.l. Il protocollo è in fase di rinnovo.
  Nel rispetto del protocollo d'intesa, sono state installate due stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria, poste rispettivamente in via Bettini e in via del Frullo, con monitoraggio delle polveri, Ipa e metalli. Il monitoraggio è stato avviato nel gennaio 2011 ed è ancora attivo.
  Per il coordinamento delle attività previste dal protocollo è stato istituito un tavolo tecnico che si incontra ogni sei mesi per valutare gli esiti delle indagini in corso e decidere eventuali azioni di intervento.
  Sempre in riferimento al monitoraggio ambientale Arpae ha fatto presente che dai dati misurati nelle due stazioni di monitoraggio si rileva che i metalli analizzati non hanno mai evidenziato delle anomalie, dal punto di vista delle concentrazioni, attestandosi ampiamente al di sotto del limite di legge, cadmio compreso.
  Sempre secondo quanto riferito dalla predetta agenzia, i risultati del cosiddetto progetto Moniter sono stati presentati nel 2011 e pubblicati in una collana denominata «Quaderni di Moniter». Il quaderno 06-12 riguarda «gli effetti degli inceneritori sulla salute». Il documento è formato da quattro rapporti (esiti riproduttivi, aborti spontanei, malformazioni congenite ed effetti a lungo termine) predisposti da altrettanti gruppi tecnici e approvati dal comitato scientifico di Moniter, che ne ha vagliato la correttezza metodologica.
  Sul progetto Moniter, la regione Emilia-Romagna ha evidenziato che lo stesso costituisce un complesso sistema di indagini attivato, con deliberazione di giunta regionale del 2007, al fine di organizzare un sistema di sorveglianza ambientale e di valutazione epidemiologica nelle aree circostanti gli impianti di incenerimento dei rifiuti solidi urbani nella regione. Esso rappresenta uno degli studi epidemiologici più completi mai realizzati in Italia sull'impatto degli inceneritori di rifiuti urbani. Infatti, a differenza degli altri studi che possono considerarsi locali e quindi condizionati dalla posizione in cui è posto l'inceneritore e dalle sue caratteristiche prestazionali, Moniter ha preso in esame l'insieme di tutti gli inceneritori di rifiuti presenti sul territorio regionale. Le valutazioni che se ne ricavano sono applicabili agli impianti di incenerimento in generale e non ad uno in particolare.
  Lo studio non rileva significative differenze fra i risultati per la popolazione analizzata e il resto della regione ad eccezione di un tema che è quello delle nascite pretermine. Sulla base di tali indicazioni, sono stati effettuati ulteriori approfondimenti sul tema nel progetto denominato «Supersito». I nati pretermine sono stati messi in relazione con i livelli di inquinamento legato a tutte le altre sorgenti emissive sull'intero territorio regionale.
  Inoltre, sempre secondo quanto riferito dalla regione, l'azienda Usl di Bologna ha contribuito periodicamente al monitoraggio sanitario dell'area circostante l'impianto, con la descrizione dello stato di salute della popolazione residente nei comuni di Granarolo dell'Emilia e Castenaso. La sorveglianza sanitaria espletata sui dati di mortalità per tutte le cause e per le patologie neoplastiche, come anche sugli esiti riproduttivi, non ha evidenziato, nell'area in questione, un quadro epidemiologico difforme da quello del resto del territorio regionale.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, si rassicura comunque che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a svolgere le proprie attività, senza ridurre in alcun modo il livello di attuazione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rischio sanitario

malattia

eliminazione dei rifiuti