ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18464

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 885 del 14/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 14/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 14/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/11/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18464
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Martedì 14 novembre 2017, seduta n. 885

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'articolo del 23 maggio 2017 pubblicato su Il Giornale d'Italia, «la tutela dei minori è un tema sempre attuale, e lo è maggiormente oggi che i social network scandiscono le giornate di tanti giovani. Quello del web è un mondo per molti aspetti insidioso, lo è per le persone deboli e indifese, soprattutto come i bambini e gli adolescenti. L'evoluzione tecnologica ha portato alla nascita di nuove fattispecie criminose come la pedofilia e la pedopornografia»;

   la criminologa Abruzzone ha evidenziato come, «negli ultimi cinque anni, siano quadruplicati i casi di violenza sessuale su minori giunti all'attenzione dell'Autorità Giudiziaria. Due volte su tre, a diventare vittime di questo genere di condotte di abuso, sono proprio le bambine in età prepuberale e preadolescenti. Tra i reati a sfondo sessuale, a registrare l'aumento più drammatico negli ultimi anni, è sicuramente la pornografia minorile. Purtroppo, proprio in tale ambito, l'utilizzo dei social media si è rivelato decisamente favorevole per i molestatori di minori, che così riescono a selezionare e a raggiungere le potenziali vittime senza fatica»;

   la legge 6 febbraio 2006, n. 38, ha introdotto delle modifiche alle disposizioni già contenute nella legge n. 269 del 1998, la quale aveva incluso nel codice penale ed in quello di procedura penale importanti novità atte a permettere, alle forze di polizia ed alla magistratura, un contrasto maggiormente incisivo del fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori, con particolare riguardo alla cosiddetta pedofilia on-line;

   durante il convegno «Child Dignity in the Digital World», il primo congresso globale sulla pedofilia e le violenze online, Papa Francesco, di fronte al dilagare in Internet della pedopornografia, e, nello specifico, in relazione allo sviluppo della Rete, utilizzata, quale strumento per accedere a potenziali vittime minori, ha dichiarato come «occorra guardarsi dalla visione ideologica e mitica della Rete come regno della libertà senza limiti», e ha invitato politici e fedi religiose, multinazionali e forze di polizia, «a lavorare insieme per affrontare il problema della protezione efficace della dignità dei minori nel mondo digitale»;

   il sito online www.key4biz.it, il 7 novembre 2017, ha ricordato che «per postare su Facebook, Instagram e sugli altri social network le foto dei figli minorenni occorra il consenso di entrambi i genitori. L'ha stabilito il tribunale di Mantova, pronunciando una sentenza a favore di un padre separato che aveva chiesto all'ex compagna la rimozione e la non continua pubblicazione su Facebook delle fotografie dei figli minorenni. Il Tribunale, infatti, ha ritenuto che l'inserimento delle foto dei figli minori sui social network, nonostante l'opposizione di uno dei genitori, è vietato per tre motivi: è una violazione della “tutela dell'immagine” prevista dall'articolo 10 del Codice Civile, che vieta la pubblicazione di foto e immagini senza il consenso dell'avente diritto, è una violazione del Codice della privacy che tutela la riservatezza dei dati personali, è una violazione degli articoli 1 e 16, 1° co. della Convenzione di New York sui Diritti del Fanciullo, secondo cui “nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione” e che “il fanciullo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o tali affronti”»;

   in merito ai rischi correlati alla pubblicazione sui social network delle foto che ritraggono i minori, il quotidiano online ha spiegato che, tali immagini «possono essere salvate e poi utilizzate da malintenzionati, attraverso anche fotomontaggi, come materiale pedopornografico diffuso soprattutto nel Deep web, la parte “nascosta” di Internet, vasta circa 550 volte rispetto al web “visibile”, quello sul quale navighiamo generalmente e caratterizzato dai motori di ricerca, siti d'informazione e social network, per esempio. Invece il Dark web è una “free zone”, utilizzata anche dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato e che le Polizie del mondo faticano a controllare»;

   nell'interrogazione n. 4-17530, ancora senza risposta, il primo firmatario del presente atto ha analizzato la tematica e ha richiesto al Governo «quali iniziative intendesse assumere al fine di prevenire e contrastare in maniera rapida ed efficiente la pedopornografia, e se intendesse promuovere una chiara attività diplomatica internazionale volta a reprimere tale crimine» –:

   alla luce dei fatti riportati, quali iniziative urgenti ed efficaci il Governo intenda porre in essere, al fine di proteggere e tutelare i bambini e i ragazzi dal fenomeno criminale citato in premessa.
(4-18464)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti del bambino

tutela

Internet