ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18324

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 880 del 27/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: CIVATI GIUSEPPE
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 27/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/10/2017
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/10/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 27/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18324
presentato da
CIVATI Giuseppe
testo di
Venerdì 27 ottobre 2017, seduta n. 880

   CIVATI, BRIGNONE, ANDREA MAESTRI e PASTORINO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la Sogin (Società gestione impianti nucleari) è la società dello Stato italiano nata nel 1999, in ottemperanza al «decreto Bersani», per controllare, smantellare, decontaminare e gestire i rifiuti radioattivi degli impianti nucleari italiani spenti dopo i referendum abrogativi del 1987;

   nel 2008 la Sogin ha presentato un piano per cui il decommissioning si sarebbe dovuto concludere nel 2019 con una spesa complessiva di 4,5 miliardi di euro;

   i piani seguenti, quello del 2013 e quello del 2014, hanno di volta in volta spostato nel tempo l'asticella. Nel 2013 si era già arrivati al 2025, con un costo lievitato a 6,3 miliardi di euro. E nel 2014 si è passati al 2032;

   nel frattempo, però, Sogin costa e se si leggono i suoi bilanci si può calcolare che dal 2001 – l'anno in cui il Governo con la «direttiva Bersani» fissava al 2019 la fine del decommissioning – fino appunto al 2019 verrà a costare 4,3 miliardi di euro: quasi quanto nel 2008 si prevedeva sarebbe venuto a costare l'intero piano di decommissioning, senza aver nemmeno iniziato il condizionamento dei più pericolosi rifiuti prodotti durante il passato esercizio degli impianti, né tantomeno lo smantellamento delle isole nucleari;

   a oggi non è neppure stata pubblicata la Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare tutti i materiali derivanti dalla completa demolizione delle centrali;

   nel 2014 il precedente capoazienda Riccardo Casale dichiarava che al suo arrivo lo stato dello smantellamento nucleare era al 22 per cento. Di recente, l'amministratore delegato di Sogin Desiata, in occasione dell'assemblea generale dell'Aiea a Vienna, ha dichiarato che la spesa totale prevista è arrivata a una stima di 7,2 miliardi di euro e che si è al 26 per cento di quel piano;

   la fine del decomissioning è allo stato attuale stimata per il 2035 e i costi sono inevitabilmente destinati a salire, sia quelli fissi o improduttivi (stipendi, manutenzione e sicurezza), che valgono oggi circa 135 milioni di euro/anno (fonte: delibere dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, pubblicate su sito internet della stessa Autorità) sia quelli dell'effettivo «smantellamento», con un totale di spesa stimata che si aggirerà intorno ai 10 miliardi di euro;

   questi costi vengono pagati dai cittadini sulle bollette con aggravi ulteriori per famiglie e imprese e l'inefficienza nella gestione provoca problemi di sicurezza, anche in quei siti dove le scorie nucleari sono ospitate precariamente, si pensi a Saluggia in Piemonte e ai rischi connessi a possibili alluvioni in un sito che ospita 230 metri cubi di rifiuti nucleari liquidi dagli anni Settanta –:

   se si intenda procedere alla pubblicazione della Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare tutti i materiali derivanti dalla completa demolizione delle centrali;

   se si intenda promuovere una profonda ristrutturazione della Sogin al fine di ridurre i costi e velocizzare le procedure di decomissioning anche per ragioni di sicurezza.
(4-18324)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

centrale nucleare

industria nucleare