ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18300

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 879 del 26/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: CAPEZZONE DANIELE
Gruppo: MISTO-DIREZIONE ITALIA
Data firma: 26/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18300
presentato da
CAPEZZONE Daniele
testo di
Giovedì 26 ottobre 2017, seduta n. 879

   CAPEZZONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Codici è un'associazione nazionale dei consumatori iscritta nel registro di cui all'articolo 137 del codice del consumo, è Associazione nazionale di promozione sociale ex legge n. 383 del 2000 ed è componente del CNCU – Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti – istituito con legge n. 281 del 1998 e confluita nel codice del consumo (decreto legislativo n. 206 del 2005);

   tra gli obiettivi dell'associazione, secondo l'articolo 3 dello Statuto, vi è la tutela degli interessi e dei diritti del cittadino consumatore e utente, con particolare riferimento a coloro che si trovano in condizioni di debolezza o svantaggiate;

   con la legge n. 54 del 2006 sono state apportate modifiche alla modalità ordinaria di affidamento della prole minorenne (affido condiviso). In particolare, si è affermato il diritto alla bigenitorialità, già previsto nella «Convenzione sui diritti dell'Infanzia» sottoscritta a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva in Italia con legge n. 176 del 1991;

   tuttavia nel nostro Paese, nonostante la nuova legge sull'affido condiviso, nulla è cambiato visto che, nell'ultimo decennio, le madri sono diventate nel 90 per cento dei casi il «genitore collocatario», ad avviso dell'interrogante, con un palese aggiramento del principio normativo sancito dall'articolo 337-ter c.c;

   al fine di garantire un pieno riconoscimento del principio di bigenitorialità, Codici ha promosso una specifica campagna dal titolo «Voglio papà» e, a tal fine, e sempre nel pieno rispetto della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni e integrazioni, ha legittimamente chiesto di poter accedere ad alcuni dati statistici delle decisioni della corte d'appello di Roma;

   in particolare, Codici, con istanza di accesso del 28 luglio 2017, ha chiesto di poter prendere visione ed estrarre copia dei dati statistici riferiti al biennio di attività delle sezioni famiglia della corte di appello di Roma 2014/2015 e 2015/2016 indicati nella «Rilevazione delle separazioni personali dei coniugi» (codice IST-00115) e nella «Rilevazione degli scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio» (codice IST-00116) previste dal Programma statistico nazionale, riferiti specificatamente alle decisioni prese dalla sezione famiglia, relative a:

    1) percentuali di collocamento prevalente del minore presso la madre in regime di affido condiviso ovvero presso il padre;

    2) percentuali di condanne alle spese di lite a carico del padre ovvero a carico della madre;

    3) percentuali di decisioni che hanno disposto il regime di mantenimento diretto dei minori;

   la corte d'appello, con nota prot. 33485 del 21 agosto 2017, ha inopinatamente rifiutato l'accesso a tali dati con la motivazione che «i dati richiesti, per la loro specificità, non risultano immediatamente desumibili dai registri informatici di questa Corte di Appello, che non prevedono il rilevamento degli stessi. Pertanto, il prelievo degli stessi sarebbe possibile solo attraverso un complesso e dispendioso esame di documenti, sentenze e atti processuali in genere, che richiederebbe, peraltro una continua e attenta valutazione in ordine alla tutela della privacy di soggetti minorenni»;

   il controllo di determinati dati statistici, che ovviamente non comportano una violazione della disciplina sulla privacy, risulta necessario per verificare eventuali violazioni di principi normativi e una conseguente discriminazione della figura genitoriale paterna. Allo stesso tempo, i formulari compilati dai tribunali, e inviati all'Istat per l'elaborazione dei dati su base nazionale, prevedono già specifici campi relativi all'affido dei figli minori; pertanto, nessun lavoro aggiuntivo sarebbe richiesto agli uffici competenti –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato circa le concrete problematicità che impediscono alla corte d'appello di Roma di garantire l'accesso ad una serie informazioni statistiche secondo la richiesta inoltrata da un'associazione di consumatori e tendente a verificare eventuali situazioni di disparità nell'affido dei figli minori.
(4-18300)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

statistica

divorzio

protezione del consumatore