ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18214

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 874 del 19/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 19/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 19/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18214
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Giovedì 19 ottobre 2017, seduta n. 874

   FEDRIGA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la situazione di dissesto di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca era già nota molto prima della messa in liquidazione coatta, ai sensi del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, tanto che il gruppo della Lega ha continuamente richiesto un intervento statale che tutelasse i risparmiatori e, in particolare, i soci-azionisti. Questi ultimi, infatti, essendo originariamente soci (perché i due istituti erano banche popolari che sono state costrette a trasformarsi in Spa ai sensi del decreto-legge n. 3 del 2015) e non azionisti professionisti, sarebbero dovuti essere sicuramente meritevoli di una protezione diversa da quella accordata a speculatori istituzionali, la cui regola è solo quella del profitto;

   anche in questo, come in altri casi italiani, a causa della scorretta condotta delle due banche, titoli azionari e subordinati sono stati venduti anche a piccoli risparmiatori veramente inconsapevoli dei rischi connessi alle operazioni di investimento loro proposte;

   le criticità più rilevanti del decreto-legge sulle popolari venete riguardano le disparità riservate ai risparmiatori subordinati che hanno ricevuto un trattamento diverso rispetto a quello stabilito per i detentori di titoli subordinati di Monte dei Paschi di Siena, i quali, invece di espletare complicate procedure arbitrali o richiedere istanza di indennizzo forfettario all'80 per cento, hanno potuto usufruire della conversione dei propri bond subordinati in azioni riacquistate dal Ministero dell'economia e delle finanze. Anche se in base alla rischiosità dei titoli da loro acquistati, non tutti hanno avuto il 100 per cento del rimborso, in ogni caso, la maggior parte sarà ristorata interamente, e senza complicazioni burocratiche;

   l'articolo 6 del decreto-legge n. 99 del 2017, invece, ha stabilito per gli investitori al dettaglio di titoli subordinati delle due banche venete i complicati meccanismi di «ristoro forfettario» o di «procedura arbitrale», analoghi a quelli stabiliti dal decreto-legge n. 59 del 2016 per i quattro istituti posti in risoluzione nel novembre 2015 (CariChieti, BancaEtruria, Banca Marche e Carige) che rinvia al Fondo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità 2016;

   il Governo ha quindi, secondo l'interrogante, operato discriminazioni fra i detentori di titoli subordinati emessi da Monte dei Paschi di Siena, che sono stati tutelati, e i detentori di titoli subordinati e azionisti delle banche venete, nonché delle quattro banche poste in risoluzione, non essendo stati questi ultimi risarciti del danno subito;

   ad oggi, per i risparmiatori delle banche venete, tra cui figurano non soltanto risparmiatori della regioni, ma anche molti residenti della vicina regione del Friuli-Venezia Giulia, Banca Intesa, a cui sono stati ceduti i crediti buoni durante la messa in liquidazione, ha annunciato la costituzione di un plafond da 100 milioni di euro per il risarcimento degli azionisti truffati. Il fondo, però, non è assolutamente sufficiente: secondo quanto stabilito, è limitato ai casi economicamente più disagiati, cioè ai risparmiatori che hanno un reddito lordo inferiore a 30.000 euro e un patrimonio mobiliare inferiore a 15.000 euro (le azioni andate in default non sono ricomprese in tale limite);

   inoltre, l'ammontare massimo che potrà essere riconosciuto a ciascun cliente azionista dalle ex banche venete non potrà essere superiore a 15.000 euro e sarà riconosciuto in più soluzioni attraverso l'assegnazione di strumenti finanziari nell'arco di 5 anni esclusivamente a coloro che resteranno clienti di Banca Intesa;

   il fondo non si traduce assolutamente in una erogazione gratuita, perché Banca Intesa ha acquisito quanto era rimasto alle banche venete dai due fondi per le OPT e dai Fondi Welfare per complessivi 260 milioni di euro circa, ma ne reimpiega soltanto 100 milioni –:

   se il Ministro non intenda assumere iniziative normative per l'istituzione, in conformità con le norme europee sugli aiuti di Stato, di un Fondo di garanzia per gli ex soci azionisti danneggiati dalle due popolari venete, tenuto conto di quanto esposto in premessa circa la loro condizione.
(4-18214)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

indennizzo

banca