ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18189

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 873 del 18/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 18/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18189
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Mercoledì 18 ottobre 2017, seduta n. 873

   VALLASCAS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il Centro di ricerca per la cerealicoltura (CREA), ente di ricerca italiano dedicato all'agroalimentare, con personalità giuridica di diritto pubblico, vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel mese di giugno del 2016 aveva pubblicato «Un invito aperto ad aziende sementiere per formulare manifestazioni di interesse preliminari per l'acquisizione esclusiva dei diritti di moltiplicazione e commercializzazione della nuova cultivar di grano duro denominata “Cappelli”»;

   a conclusione del procedimento, si sarebbe aggiudicato il bando, per un periodo di 15 anni, la Società italiana sementi;

   la notizia avrebbe destato allarme tra gli operatori sardi della filiera del grano «Cappelli», in considerazione dei limiti che potrebbero derivarne alle aziende della Sardegna;

   è il caso di rilevare che, secondo alcuni organi di stampa locali, la riscoperta della particolare varietà di grano sarebbe avvenuta per impulso di alcuni operatori della Sardegna che, nell'arco di vent'anni, hanno lavorato per costruire la filiera nazionale;

   in particolare, l’Unione sarda del 6 ottobre 2017, riportando i commenti di alcuni cerealicoltori, rivela: «Dal ’97 al 2007 lo abbiamo certificato noi, la cosa non interessava a nessuno. Abbiamo mandato i semi ai laboratori del Crea, superato le analisi. [...] In seguito abbiamo stipulato un contratto in esclusiva e così è cominciato il percorso di crescita»;

   il precedente contratto in esclusiva, scaduto a ottobre 2016, sarebbe stato stipulato con l'azienda sarda Selet che, nell'ambito di una generale ripresa delle coltivazioni del grano «Cappelli», nel 2014 aveva anche dato impulso alla costituzione del Consorzio sardo grano Cappelli, per salvaguardare la rara cultivar per anni abbandonata, mentre nel 2015 è stato registrato il marchio al fine di garantire la tracciabilità del prodotto;

   sempre secondo quanto riportato dagli organi di stampa, la produzione ha avuto un progressivo e sorprendente sviluppo nell'isola, passando nell'arco di un decennio, dal ’97 al 2007, dai 50 ai 1.760 quintali, sino a giungere ai 4.000 quintali nel 2012, ai 4.530 quintali del 2015, agli oltre 9.000 del 2016 e ai 15 mila del 2017;

   adesso, riferiscono alcuni organi di stampa, «il rischio è che non si possa più certificare, dunque automaticamente perderebbe il blasone di genuinità e autenticità indispensabile alle aziende bio»;

   la nuova convenzione con la Società italiana sementi rischierebbe di vanificare l'attività svolta dagli operatori sardi nella riscoperta e nella diffusione del grano «Cappelli», compromettendo la piena operatività della filiera nazionale, considerato che buona parte del prodotto sardo viene acquistato dai principali operatori del mercato del biologico nazionale;

   risulterebbe altresì inaccettabile che gli operatori cerealicoli sardi nonché il Consorzio sardo grano Cappelli venissero esclusi dalla filiera nazionale, dopo che, secondo quanto riportato da organi di stampa, l'avrebbero letteralmente creata dal nulla riscoprendo vecchi semi della varietà;

   da quanto esposto ne deriverebbe che il nuovo bando metterebbe a rischio la filiera e il lavoro fatto sino a oggi per costruirla e questo unicamente per questioni economiche, visto che, tra le condizioni che hanno spinto la Selet a rinunciare, ci sarebbe «un'offerta di royalty con un prezzo di partenza aumentato del 450 per cento per la semente R2 (la seconda riproduzione) e del 150% per la R1 (la prima)» –:

   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per garantire la salvaguardia della filiera nazionale del grano «Cappelli», a tutela dei consumatori e degli operatori, e l'operatività stessa delle aziende del Consorzio sardo grano Cappelli che hanno permesso la riscoperta e la diffusione della rara cultivar negli ultimi vent'anni.
(4-18189)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cerealicoltura

mercato

protezione del consumatore