ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18055

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 865 del 06/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: FASSINA STEFANO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 06/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 06/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/10/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/10/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/10/2017
Stato iter:
30/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/11/2017
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/11/2017

CONCLUSO IL 30/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18055
presentato da
FASSINA Stefano
testo di
Venerdì 6 ottobre 2017, seduta n. 865

   FASSINA e MARCON. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 5 aprile 2011 la Commissione europea ha emanato la comunicazione n. 173 inerente al quadro dell'Unione europea e strategie nazionali di integrazioni dei Rom fino al 2020;

   il 23-24 giugno 2011, in sede di Consiglio europeo, lo Stato Italiano, ha sottoscritto la comunicazione n. 173 della Commissione europea in attuazione degli accordi quadro strutturali europei;

   il 10 novembre 2011, il Presidente del Consiglio Berlusconi dava indicazioni al Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei Ciace, istituito dalla legge n. 11 del 4 febbraio 2005, di individuare l'UNAR, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, come punto di contatto nazionale per implementare in Italia la comunicazione n. 173 della Commissione europea. Il CIACE viene ridenominato Ciae, Comitato interministeriale per gli affari europei, con la legge n. 234 del 24 dicembre 2012. Esso è convocato e presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri;

   il 15 novembre 2011 l'Unar ha emesso il decreto n. 761 recante «Costituzione del Punto di contatto nazionale per le strategie di integrazione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) in attuazione della Commissione europea 173/2011»;

   il 6 dicembre 2011 l'Unar ha definito le procedure di coinvolgimento della società civile RSC e delle associazioni, anche non riconosciute, volte all'elaborazione della Strategia nazionale di inclusione;

   il 12 dicembre 2011 l'UNAR ha emesso il decreto n. 787, recante «approvazione di un Avviso di manifestazione di interesse per la partecipazione alle Strategie di inclusione dei RSC in attuazione della comunicazione della Commissione dell'Unione europea 173/2011»;

   il 24 febbraio 2012 il Consiglio dei ministri ha approvato la Strategia nazionale di inclusione dei RSC e gli schemi di governance dando formale comunicazione alla Commissione europea;

   il 29 febbraio 2012 l'Associazione nazione Rom (ANR) ha aderito alle procedure di coinvolgimento istituite presso l'Unar adottando lo statuto costitutivo del Consiglio nazionale Rom;

   il 15 giugno 2012 la Presidenza del Consiglio dei ministri inviava, con protocollo MCII 0001995, direttiva ai prefetti della Repubblica, al Ministero dell'interno, al Ministero del lavoro e politiche sociali, al Ministero della giustizia, all'Unar, alla Conferenza delle regioni e delle province, all'Associazione nazionale comuni italiani, avente come oggetto Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti. In essa si legge: «con la comunicazione n. 173 dello 05/04/2011 recante Quadro dell'UE per le strategie nazionali dei Rom fino al 2020, la Commissione Europea ha affermato l'improcrastinabile esigenza di superare la situazione di emarginazione economica e sociale della principale minoranza d'Europa. Sul territorio saranno definiti Tavoli regionali/locali con la partecipazione di rappresentanti delle Amministrazioni periferiche statali, delle regioni, delle province e dei comuni, nonché con il coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile impegnati nella tutela delle Comunità dei Rom, Sinti e Caminanti e di rappresentanti delle medesime comunità»;

   ANR è componente istituzionale del tavolo di inclusione dei RSC varato dalla regione Liguria con delibera n. 1348 del 31 ottobre 2013 nel rispetto della strategia nazionale di inclusione e degli schemi di governance. La stessa regione Liguria ha comunicato all'Unar la citata delibera;

   la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, è responsabile istituzionale del dipartimento per le pari opportunità e dell'Unar. Essa ha la responsabilità politica istituzionale di implementare e monitorare la concreta applicazione della Strategia nazionale di inclusione RSC e gli accordi strutturali europei;

   per l'inclusione di RSC e senza fissa dimora, nel rispetto degli accordi strutturali europei, il Governo ha presentato due programmi all'Unione europea: il PON inclusione FSE 2014/2020 è stato approvato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione 10130 del 17 dicembre 2014, per una cifra complessiva di un miliardo e duecento milioni di euro; il PON Metro 2014-2020 è stato approvato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione n. 4998 del 14 luglio 2015, valore economico di 894 milioni di euro;

   con la deliberazione n. 117 del 16 dicembre 2016, della giunta capitolina, si è dato avvio all'istituzione del tavolo cittadino per l'inclusione delle popolazioni RSC, un tavolo esclusivamente consultivo, dal quale sono esclusi i RSC. Componenti del tavolo sono tra gli altri, l'assessorato alla persona, scuola e comunità solidale, il vice capo di gabinetto, i presidenti dei municipi, i direttori dei dipartimenti politiche sociali, sussidiarietà e salute, servizi educativi e scolastici, politiche delle famiglie e dell'infanzia, rappresentanti del Corpo di polizia locale. Al tavolo, sono altresì invitati a partecipare i rappresentanti dei Ministeri interessati, della prefettura, delle forze dell'ordine, delle Aziende sanitarie locali e dei centri per l'impiego;

   il 22 settembre 2017, Marcello Zuinisi legale rappresentante ANR, si è rivolto, al comando carabinieri per la tutela della salute, denunciando una emergenza sanitaria in atto a Roma Capitale, Campo Rom di Castel Romano, richiedendo attività ispettiva e di polizia giudiziaria;

   sono 1076 i cittadini residenti a Castel Romano che vivono ed affrontano una situazione drammatica: sono accertate e conclamate decine e decine di casi di scabbia, rogna, epatiti, leucemie, leptospirosi. In cinque anni, nella stessa area, sono decedute 63 persone a seguito delle inumane condizioni igienico/sanitarie;

   gli impianti fognari, già messi sotto sequestro, nel febbraio 2017, dal vice comandante della polizia municipale di Roma Capitale Lorenzo Botta, sono recentemente esplosi invadendo tutta l'area ed una riserva naturale adiacente al campo;

   da cinque mesi non viene garantita l'erogazione dell'acqua e da venti giorni è, inoltre, interrotta l'erogazione di energia elettrica;

   le drammatiche situazioni igienico/sanitarie, denunciate dalla stessa Asl Roma 2, da ben due anni, sono rimaste di fatto completamente inascoltate dall'amministrazione della sindaca Raggi. La polizia municipale chiamata ad affrontare giornalmente l'emergenza denuncia, tramite i propri sindacati, la propria inadeguatezza ad intervenire in modo appropriato –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere per salvaguardare, garantire, promuovere e tutelare la salute dei cittadini del campo Rom di Castel Romano, come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività;

   quale stanziamento, ricevuto attraverso il Pon inclusione e il Pon metro 2014-2020, sia stato previsto e pianificato per garantire la chiusura e il superamento del campo Rom di Castel Romano.
(4-18055)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 novembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 894
4-18055
presentata da
FASSINA Stefano

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame, a cui si risponde a seguito di delega della Presidenza del Consiglio dei ministri, vengono poste problematiche complesse che, per quanto si concentrino sulla situazione specifica dell'insediamento di Castel Romano, soprattutto sotto il profilo della tutela della salute, necessitano di essere inquadrate nel contesto complessivo delle iniziative che il Ministero della salute ha adottato in questi anni a sostegno della comunità Rom, Sinti e Caminanti.
  In adesione alla comunicazione n. 173/2011 della Commissione europea, il Ministero della salute considera quale proprio obiettivo strategico la riduzione del divario tra i Rom ed il resto della popolazione dal punto di vista dell'assistenza sanitaria.
  È purtroppo vero, infatti, che se la speranza di vita alla nascita nell'Unione europea è di media 76 anni per gli uomini e 82 per le donne, per i Rom le stime sono inferiori di 10 anni.
  Inoltre, se il tasso di mortalità infantile nell'Unione europea è di 4,3 per 1.000 nati vivi, nelle comunità Rom esso è molto più elevato, superando, fino a 2-6 volte, quelli della popolazione totale, a seconda del Paese ove sono stabiliti.
  Le disparità che si denotano osservando tali dati riflettono il divario in termini sanitari tra i Rom e il resto della popolazione, legato alle cattive condizioni di vita, alla mancanza di campagne d'informazione mirate, al limitato accesso a cure sanitarie di qualità, all'esposizione a rischi sanitari più gravi ed anche alla discriminazione da parte del personale sanitario.
  L'uso di servizi di prevenzione tra i Rom è, infatti, deficitario e, secondo alcuni studi, più del 25 per cento dei bambini Rom non ha ricevuto un ciclo completo di vaccinazioni.
  Per questo motivo è stato deciso di garantire ai Rom, specialmente ai bambini e alle donne, l'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità, e di fornire loro cure preventive e servizi sociali dello stesso livello e alle stesse condizioni del resto della popolazione.
  Si inserisce in tale contesto, dunque, l'accordo Stato-regioni «Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome», siglato il 20 dicembre 2012.
  Inoltre, in attuazione di quanto prescritto dall'Unione europea, è stata pubblicata a fine anno 2012 la strategia nazionale Rom, Sinti e Caminanti (RSC), il cui obiettivo generale è quello di promuovere la parità di trattamento e l'inclusione economica e sociale delle citate comunità nella società, di assicurare un miglioramento duraturo e sostenibile delle loro condizioni di vita, di renderne effettiva e permanente la responsabilizzazione, la partecipazione al proprio sviluppo sociale, l'esercizio e il pieno godimento dei diritti di cittadinanza garantiti dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali.
  Sulla base degli obiettivi della strategia, è stata istituita una cabina di regia politica, costituita da rappresentanti delle Istituzioni centrali e degli enti regionali e locali, compresi i sindaci di grandi aree urbane e le stesse rappresentanze delle comunità Rom, Sinti e Caminanti presenti in Italia, che ha preso in esame le esperienze pregresse e ha costituito quattro tavoli tematici nazionali: lavoro, salute, istruzione e tavolo giuridico.
  Il tavolo Salute ha definito il piano d'azione salute per e con le comunità Rom, Sinti e Caminanti, che è stato presentato alla cabina di regia nel dicembre 2014, ed inviato agli assessorati alla salute a fine dicembre 2015.
  Dall'analisi delle situazioni sociali e sanitarie complesse e articolate che si verificano all'interno delle comunità, è scaturita la necessità di ragionare in un'ottica di «mediazione di sistema», favorendo la partecipazione diretta delle comunità, con pari dignità, ai fini della definizione e messa in atto di adeguati interventi di promozione della salute.
  In questa cornice, il piano d'azione salute suddivide il campo di intervento in tre macroaree, per ognuna delle quali sono state individuate le iniziative prioritarie da intraprendere, specificando la metodologia di intervento:

   1. formazione del personale sanitario e non, per rendere tutte le figure professionali impiegate nei servizi sanitari capaci di accogliere i Rom, Sinti e Caminanti (RSC) incoraggiando il corretto utilizzo dei servizi;

   2. conoscenza e accesso ai servizi per RSC, per migliorare il corretto utilizzo dei servizi sanitari territoriali da parte delle popolazione RSC, attraverso la diffusione sul campo delle informazioni relative;

   3. servizi di prevenzione, diagnosi e cura, per offrire servizi sanitari orientati in base alle dimostrate esigenze della loro potenziale utenza, favorendo l’empowerment della comunità RSC.

  È doveroso segnalare che il successo del piano è affidato anche alla disponibilità delle amministrazioni locali, che nel tempo sono divenute le reali protagoniste delle politiche sociali e sanitarie per i Rom, nell'implementarle e renderle operative: ebbene, in questo ambito si deve evidenziare, con rammarico, una discontinuità e difformità applicativa.
  Per ovviare a tale organizzazione frammentaria da parte delle istituzioni locali, che raramente riesce a garantire una risposta sufficiente alle disposizioni dettate dal quadro normativo, nell'ambito del programma del centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie per il 2017, il Ministero della salute ha adottato un'azione centrale di supporto e accompagnamento alle regioni, dal titolo «Interventi per l'attuazione del Piano d'azione salute per e con le comunità Rom, Sinti e Caminanti», con l'obiettivo di supportare e monitorare l'implementazione delle azioni individuate dal piano, anche valorizzando le esperienze già realizzate, ma soprattutto di individuare i referenti nel territorio per questo ambito, che potrebbero favorire le attività di monitoraggio e partecipare allo scambio di soluzioni ed idee per risolvere criticità comuni.
  Dopo tale inquadramento delle strategie generali adottate dal Ministero della salute, al fine di affrontare le problematiche specifiche denunciate presso l'insediamento di Castel Romano, riferisco sulla base degli elementi acquisiti da parte di Roma Capitale.
  Secondo un censimento della polizia locale, tale insediamento conta attualmente 1.062 ospiti di etnia Rom.
  La situazione socio-ambientale ed igienico-sanitaria del villaggio è, invero, grave: ciò anche in ragione della forte conflittualità tra la comunità serba e quella bosniaca, tanto che alcune aree dell'insediamento sono state nel tempo oggetto di atti vandalici.
  La situazione si è ancor più complicata da quando la procura della Repubblica di Roma ha posto sotto sequestro il pozzetto di campionamento del villaggio.
  Dal febbraio 2017, l'amministrazione comunale ha comunque garantito un servizio di svuotamento delle vasche di accumulo dei liquami, mediante ditte specializzate e con oneri economici a proprio carico.
  Contestualmente, si è reso necessario ridurre il flusso idrico per consentire la gestione della grande quantità di liquami giornalmente prodotta nel campo.
  Di recente, l'ente regionale RomaNatura ha comunicato che, decorsi i termini di deroga alla legge regionale n. 29 del 2017, Roma Capitale è obbligata a procedere al ripristino dello stato dei luoghi ed alla bonifica dell'area.
  Roma Capitale ha sottolineato che il proprio impegno nei riguardi del villaggio è stato costante e si è concretizzato nelle seguenti azioni: censimento ufficiale degli ospiti a cura della polizia locale, presenza fissa della stessa presso il campo, nuova istanza per il rilascio di autorizzazione allo scarico di acque reflue domestiche, richiesta ad ACEA di collegamento diretto del villaggio alla rete fognaria, inizio della bonifica a cura di AMA per la rimozione dei rifiuti, richiesta di attivazione di un presidio sanitario fisso.
  La medesima amministrazione comunale ha voluto ricordare la propria deliberazione n. 117 del 2016, con la quale è stato istituito il «Tavolo cittadino per l'inclusione delle Popolazioni Rom, Sinti e Caminanti», e la deliberazione n. 105 del 2017, con la quale è stato approvato il «Piano di Indirizzo di Roma Capitale per l'inclusione delle Popolazioni Rom, Sinti e Caminanti», finalizzato al graduale superamento delle residenzialità presenti nel territorio capitolino.
  A tale ultimo riguardo, l'amministrazione comunale riferisce che, attualmente, sono in corso le procedure per la chiusura dei primi tre insediamenti: Camping River, La Barbuta e La Monachina.
  Quanto, invece, all'insediamento di Castel Romano, l'amministrazione capitolina ha riferito di avere in programma l'estensione degli interventi del piano di indirizzo anche a tale villaggio; tuttavia, la medesima amministrazione ha riferito che a tal fine non potranno essere impiegati i fondi del programma operativo nazionale metro 2014-2020, destinati, secondo il progetto originario, alla chiusura dei soli campi La Barbuta e La Monachina.
  Ciò posto, nel caso in cui gli interroganti volessero avere un quadro più approfondito delle iniziative finanziate sulla base del PON Metro (Città metropolitane) e PON Inclusione 2014-2020, si allega copia della dettagliata documentazione (disponibile presso il servizio Assemblea) che è stata fornita, per questa occasione, dall'UNAR – Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – il quale, come noto, costituisce il punto di contatto nazionale per le strategie di integrazione dei Rom, Sinti e Caminanti fino al 2020, e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Dalla lettura di tale documentazione gli interroganti potranno evincere, infatti, la rilevanza delle iniziative – alcune delle quali dedicate proprio all'insediamento di Castel Romano – che tali Amministrazioni, a nome del Governo, hanno finanziato al fine di favorire una sempre maggiore inclusione sociale delle comunità Rom, Sinti e Caminanti.

Il Ministro della salute: Beatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica sanitaria

diritto alla salute

zingaro