ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17867

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 854 del 20/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: FALCONE GIOVANNI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/09/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/09/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17867
presentato da
FALCONE Giovanni
testo di
Mercoledì 20 settembre 2017, seduta n. 854

   FALCONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'introduzione in via sperimentale per due anni, mediante due decreti interministeriali, dell'obbligo di indicazione dell'origine del riso, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero-caseari, finalizzato a rendere obbligatori l'indicazione del Paese di coltivazione e quello di trasformazione, secondo quanto rileva la Confagricoltura di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, appare non sufficiente a sostenere e a salvaguardare il comparto risicolo, tuttora interessato da condizioni di estrema difficoltà, in quanto tale strumento può essere utile in prospettiva a medio e lungo termine, ma nell'immediato, appare una soluzione inefficace e non suscettibile di assicurare i risultati che sarebbero necessari;

   la suesposta Confederazione al riguardo evidenzia come l'unica misura in grado di invertire, realmente, la tendenza negativa sia l'attivazione delle clausole di salvaguardia previste nei regolamenti europei, sebbene le istituzioni comunitarie, si siano dimostrate nel corso degli anni refrattarie, in quanto a loro giudizio, l'agricoltura non rappresenta una priorità ed è un settore che nella sostanza, viene danneggiato a beneficio degli interessi di altri settori, in nome di una apertura indiscriminata dei mercati che non considera dei differenziali in termini di variabili economiche, sociali, ambientali e di sicurezza alimentare;

   la Confagricoltura di Novara e Verbano-Cusio-Ossola a tal fine, evidenzia la necessità di due diverse tipologie d'interventi: ristabilire nell'immediato una situazione di equilibrio di mercato e porre fine alla situazione di forte depressione delle quotazioni che pesano in modo acuto sui bilanci delle imprese agricole, in quanto il settore non può concedersi di far trascorrere altro tempo; al riguardo, occorrono misure di ristoro dei danni economici subiti, prendendo, come modello, le azioni che sono state istituite a livello comunitario nei tre settori colpiti dalla crisi del 2015 e del 2016: ovvero, quelli relativi al latte bovino, ai suini e all'ortofrutta;

   la seconda tipologia di misura suggerita dalla Confederazione piemontese, (nel medio e lungo termine), consiste nel porre in essere le condizioni affinché il settore possa essere salvaguardato dai fenomeni d'instabilità importati dal mercato internazionale e a tal fine, è necessario agire in primo luogo sulla organizzazione comune di mercato e successivamente sulla politica di sviluppo rurale e sul Governo dei rapporti nella filiera;

   a giudizio dell'interrogante, le suesposte osservazioni appaiono condivisibili e necessarie per rilanciare un comparto fondamentale dell'economia nazionale non solo agricola, quale quello risicolo, considerato che l'Italia rappresenta uno dei Paesi più importanti e prestigiosi dell'intera Unione europea dal punto di vista della coltivazione, e della qualità di tale prodotto;

   adeguati interventi in ambito comunitario, nelle direzioni sostenute dalla Confagricoltura di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, risultano pertanto, a parere dell'interrogante, necessari e indifferibili per sostenere il nostro Paese, considerato come il riso rappresenti un prodotto che interessa solo una minoranza di Paesi membri della Unione europea –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

   se condivida le osservazioni evidenziate dalla Confagricoltura di Novara e Verbano-Cusio-Ossola in precedenza richiamate e, in caso affermativo, quali iniziative, in tempi rapidi, intenda intraprendere in ambito comunitario, al fine di introdurre le misure sostenute dalla medesima Confederazione, in grado di risollevare il comparto risicolo italiano (e in particolare quello piemontese), considerato che l'Italia rappresenta il maggior produttore di riso con 234 mila ettari coltivati, oltre 4.000 aziende risicole e 100 industrie risiere per un fatturato annuo di 1 miliardo di euro.
(4-17867)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sviluppo rurale

politica agricola comune

cerealicoltura