ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17273

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 832 del 12/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI STEFANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 12/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 12/07/2017
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 12/07/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/07/2017
Stato iter:
11/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2017

CONCLUSO IL 11/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17273
presentato da
BORGHESI Stefano
testo di
Mercoledì 12 luglio 2017, seduta n. 832

   BORGHESI, GUIDESI e GRIMOLDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   secondo la Convenzione di Washington, sottoscritta il 3 marzo 1973, recepita dall'Italia con legge 19 dicembre 1975, n. 874, si prevede la stringente regolazione del commercio, dell'importazione, dell'esportazione, della detenzione di specie minacciate a livello globale;
   secondo la Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 e ratificata dall'Italia con legge 5 agosto 1981 n. 503, nell'allegato II si prevede la protezione e divieto di cattura, uccisione, detenzione e commercio del lupo;
   secondo la direttiva «Habitat» 21 maggio 1992, Conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche (92/43/CEE), recepita dall'Italia con il decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e che inserisce il lupo nell'allegato D, si proibisce la cattura, l'uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione del lupo;
   il lupo negli ultimi decenni ha portato a riconoscere la specie in uno stato di conservazione soddisfacente rispetto ai parametri propri della direttiva « habitat», e a migliorare la sua classificazione da «minacciata» a «vulnerabile» nella classificazione della lista rossa IUCN;
   sono in continuo aumento, soprattutto nella zona appenninica ed alpina, gli attacchi da parte di lupi e ibridi ai capi di bestiame facendo registrare ingenti danni ad agricoltori ed allevatori fino a determinarne in taluni casi la chiusura di comparti produttivi;
   i danni causati all'agricoltura ed alla zootecnia dagli animali selvatici hanno assunto dimensioni rilevanti in tutta la penisola e l'incremento della frequenza di questi attacchi sta causando un inasprimento della tensione sociale che ha bisogno di risposte urgenti da parte delle istituzioni e del Governo, a partire da misure preventive e di contrasto –:
   se intenda chiarire, previo censimento ufficiale, il numero esatto dei lupi ed ibridi presenti sul territorio nazionale;
   quali iniziative urgenti intenda assumere per garantire un giusto equilibrio tra la presenza del lupo e quella degli allevatori, salvaguardando, al tempo stesso, le attività che producono reddito per le comunità locali e la biodiversità;
   quante risorse economiche si intendano destinare a sostegno delle imprese agricole zootecniche che sono chiamate a convivere con la specie. (4-17273)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 11 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 868
4-17273
presentata da
BORGHESI Stefano

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi di valutazione forniti dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), nonché dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territori e del mare, per quanto di competenza si rappresenta quanto segue.
  Il Governo, consapevole del problema relativo alla gestione e conservazione del lupo in Italia e alle problematiche ad esso connesse, si è attivato da oltre un anno per aggiornare il Piano d'azione del lupo.
  In generale sono diversi i progetti Life, finanziati dalla Commissione europea che sono stati condotti o sono ancora in corso, finalizzati alla gestione della specie e delle problematiche ad essa connesse: Wolfalps (Alpi), M.I.R.C.O. (parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga), Ibriwolf (provincia di Grosseto), Wolfnet parco nazionale del Pollino, parco nazionale della Majella, parco nazionale delle foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna (provincia dell'Aquila), Medwolf (provincia di Grosseto e Portogallo).
  Più recentemente è stato commissionato a 70 esperti, con il contributo di Ispra e dell'Uzi, la redazione di un piano di conservazione e gestione del lupo in Italia. Il Piano prevede il ricorso a diverse azioni. Un'intera parte del piano è dedicata alle azioni per la gestione; tra queste, le azioni di prevenzione e contrasto delle attività illegali, le azioni per prevenire la presenza di cani vaganti e l'ibridazione lupo-cane, le azioni per la prevenzione e la mitigazione dei conflitti con le attività zootecniche, la predisposizione di strutture di captivazione di lupi e, da ultimo, l'applicazione di deroghe al divieto di rimozione di lupi dall'ambiente naturale successivamente alla verifica del rispetto di rigorosi presupposti, condizioni, limiti e criteri di applicazione.
  Per questo motivo, stime recenti della dimensione della popolazione invernale alpina di lupo ottenute dai rilievi del citato progetto Life Wolfalps, indicano una consistenza compresa tra 100-130 individui. A questi va aggiunta la popolazione appenninica stimata, attraverso un metodo deduttivo basato sulle attuali migliori conoscenze di cinque parametri biologici, in un valore mediano di 1580 animali con una valutazione dell'incertezza associata compresa tra 1.070 e 2.472 (Boitani & Salvatori, 2015).
  L'attivazione di un sistema organico di monitoraggio del carnivoro a scala nazionale rappresenta la principale priorità d'azione identificata dal piano d'azione nazionale per la conservazione del Lupo (Genovesi, 2002). Un'adeguata conoscenza dei più importanti parametri di popolazione e dei danni che questo predatore provoca agli allevamenti rappresenta la necessaria premessa per mettere a punto più efficaci strumenti di intervento per la conservazione della specie e per l'attenuazione dei conflitti con l'uomo. La realizzazione di un programma nazionale di monitoraggio è inoltre espressamente prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 1997.
  Relativamente alla dimensione del problema dell'ibridazione tra cane e lupo non è possibile quantificare frequenza e ricorrenza dei casi di ibridazione avvenuti nella storia evolutiva. Pur tuttavia studi recenti evidenziano un'accresciuta frequenza dei casi d'ibridazione tra lupo e cane recentemente accertati in Italia. Nelle condizioni attuali il fenomeno si va quindi ad associare alle altre minacce che già gravano sulla specie lupo, con l'importante differenza che la perdita di biodiversità, in questo caso rappresentata dall'integrità genomica originaria della specie, sarebbe irreversibile. Si evidenzia che la problematica dell'ibridazione deriva dalla presenza consistente di cani vaganti sul nostro territorio. Ciò discende largamente dalla mancata applicazione dell'attuale quadro normativo di riferimento (legge 14 agosto 1991 n. 281) e dalla inadeguatezza degli strumenti da questo definiti.
  Per quanto riguarda le iniziative adottate al fine di garantire un equilibrio che limiti le situazioni di conflitto con le attività produttive, è opportuno evidenziare come diverse azioni siano state adottate a partire dagli anni ’70, finalizzate alla conservazione del lupo, che hanno compreso sia misure legislative adottate dalle amministrazioni locali, sia programmi di conservazione promossi dalle amministrazioni locali, dagli enti gestori di aree protette, da Ong, e da istituti di ricerca pubblici.
  Infatti, in ottemperanza all'obbligo di risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica, le regioni interessate dalla presenza del lupo hanno promulgato normative che assicurano la refusione dei danni al patrimonio zootecnico causati da questo predatore.
  Al fine di prevenire i conflitti del lupo con la zootecnia, diverse amministrazioni promuovono la messa in opera di strumenti di prevenzione dei danni, anche attraverso il finanziamento di recinzioni per la stabulazione notturna delle greggi. A titolo di esempio, si cita la regione Piemonte che, in collaborazione con la provincia di Torino ed i parchi di Salbentrand e delle Alpi Marittime, ha attivato il programma «Il lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame domestico e per l'attuazione di un regime di coesistenza stabile tra lupo e attività economiche». Tale programma, cofinanziato dall'Unione europea tramite il programma Interrreg, si è articolato nei seguenti compatti principali: monitoraggi, ricerca, informazione e preparazione. Analogamente, la Regione Emilia-Romagna ha cofinanziato un programma Life per la conservazione del lupo in dieci Siti di interesse comunitario ricadenti all'interno di tre parchi regionali e del parco nazionale dell'Appennino settentrionale di recente istituzione. Il progetto prevede il monitoraggio del lupo e delle popolazioni preda, la messa in opera di sistemi di prevenzione dei danni, la sensibilizzazione delle popolazioni locali e la produzione di linee guida per una corretta gestione del lupo. Il Parco nazionale del Pollino ha promosso un progetto intensivo di quattro anni di ricerca finalizzato a definire consistenza numerica, distribuzione, struttura spaziale e sociale, uso del territorio e dell’
habitat, dispersione, alimentazione impatto sulla zootecnia. Parallelamente, l'ente parco ha cofinanziato un programma Life triennale, in collaborazione con il WWF, volto al controllo del randagismo canino, alla messa in opera di strumenti di prevenzione (recinzioni elettrificate e cani da guardiania) e a promuovere una migliore opinione sul lupo da parte delle popolazioni locali.
  Si segnala che il Piano non è stato ancora approvato presso la conferenza delle regioni e delle province autonome.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione della fauna

protezione dell'ambiente

specie protetta