ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17242

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 830 del 10/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 10/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 10/07/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE delegato in data 10/07/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17242
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Lunedì 10 luglio 2017, seduta n. 830

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
   secondo un'indagine condotta dalla Cgia (Confederazione generale italiana degli artigiani) di Mestre, e pubblicata online il 1o luglio 2017, «due Pubbliche amministrazioni locali (Pal) su tre non erogano alcun servizio completo tramite il web». L'Ufficio studi della CGIA, che ha esaminato i dati dell'Istat riferiti all'utilizzo delle tecnologie dell'informazione, ha spiegato come «fra tutte le Regioni, le Province, i Comuni e le Comunità montane presenti in Italia, la percentuale di enti che offre la possibilità di avviare e concludere per via telematica l'intero iter di almeno un servizio richiesto dall'utenza è pari al 33,8 per cento. La tipologia di Pal maggiormente in ritardo è la provincia: solo il 27,1 per cento conclude on line la procedura richiesta dai cittadini o dalle imprese; aumenta al 28 per cento per le Comunità montane, si attesta al 33,9 per cento nei comuni, ed è invece del 59,1 per cento tra le regioni e le province autonome»;
   il sito online Key4biz, in un articolo del 4 luglio 2017, nel riprendere il contenuto dell'indagine, ha sottolineato il gap tra il settore pubblico e quello privato ed evidenziato come i ritardi dei servizi pubblici «pesino soprattutto in confronto con il settore privato, alle prese con un processo di digitalizzazione (Industria 4.0) che implica una forte accelerazione sul fronte delle tecnologie, che vanno dai robot collaborativi alle stampanti 3D. Un processo alquanto complesso, che poi è costretto a fare i conti con l'arretratezza degli uffici pubblici»;
   il segretario della Cgia, Renato Mason, ha dichiarato che «il processo di informatizzazione è un percorso ineludibile ma che in Italia fatica a compiersi anche perché la nostra Pubblica amministrazione non riesce a recuperare livelli di performance accettabili. (...) Nel Sud, inoltre, abbiamo competenze informatiche/digitali molto carenti che influenzano negativamente la media nazionale. Tuttavia, se la nostra Pubblica amministrazione locale arranca nel processo di informatizzazione, molto dipende anche dai mancati investimenti, in costante calo negli ultimi anni per i noti vincoli finanziari imposti dallo Stato centrale»;
   la ricerca, peraltro, ha rilevato che «il 93,5 per cento della Pal monitorata dispone di un sito Internet dove l'utenza può visualizzare e/o acquisire informazioni; diminuisce però all'85 per cento la percentuale dei siti web dove è possibile scaricare la modulistica. Mentre è pari al 58,3 per cento la quota di enti che consentono di inviare i moduli online»;
   a livello territoriale i comuni virtuosi sono ubicati nella provincia autonoma di Bolzano, nel Veneto, in Emilia-Romagna e in Toscana. In particolare, attraverso un campione comprendente trenta servizi telematici forniti dalla pubblica amministrazione locale, emerge che «il 24,5 per cento dei Comuni consente di rispondere via Internet alle esigenze per quanto riguarda il Suap (Sportello unico delle attività produttive) e il 14,5 per cento quelle del Diap (Dichiarazione di inizio Attività Produttive). Il trend è positivo, con la percentuale di enti che permettono di espletare servizi online passata dal 7,6 per cento del 2009 al 33,8 per cento del 2015. Tenendo conto degli utenti nazionali di servizi di eGov (utenti che si sono collegati online e hanno restituito moduli compilati via web), compresa la precompilazione di dati, il completamento di servizi online e gli open data, l'Italia nel 2017 si colloca al 21o posto nella Ue, con un peggioramento di sei posizioni rispetto al 2014»;
   infine, dall'analisi emerge che «la metà di essi è interamente conclusa online da meno dell'1 per cento degli enti della nostra Pubblica Amministrazione Locale. Pochi, considerato che i servizi in questione rivestono grande importanza per i cittadini. Fra questi l'iscrizione all'asilo nido, il servizio di pagamento dei parcheggi, carta d'identità, permesso transito Ztl (Zone a traffico limitato), scelta del medico di base, offerte di lavoro in banca dati. Tutti servizi, questi, per i quali evidentemente è necessaria la presenza fisica allo sportello» –:
   alla luce dei fatti esposti in premessa, come intenda, per quanto di competenza e di concerto con le pubbliche amministrazioni locali, favorire lo sviluppo dei servizi digitali, nonché dell'organizzazione e delle procedure interne a ciascuna amministrazione;
   come si intenda sopperire ai ritardi emersi nel processo di digitalizzazione per quanto concerne le pubbliche amministrazioni locali;
   quali strumenti e modelli intenda adottare per conseguire la piena digitalizzazione nei processi amministrativi, realizzando i princìpi della cittadinanza digitale e dell’open government. (4-17242)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tecnologia dell'informazione

amministrazione locale

Internet