ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16974

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 815 del 16/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 16/06/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 16/06/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16974
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Venerdì 16 giugno 2017, seduta n. 815

   PAGLIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   si apprende da notizie di stampa che circa 200 assegnisti di ricerca impiegati nel corso degli ultimi dieci anni presso l'università di Bologna potrebbero terminare la propria esperienza lavorativa entro il 2018, in mancanza di concorsi e delle necessarie risorse per stipularli; a tale proposito, non è affatto vero come è stato dichiarato recentemente che i finanziamenti pubblici alla ricerca sarebbero nella media europea, giacché l'Italia è esattamente al 27 per cento in meno rispetto alla media dell'Unione europea;
   secondo le stime fornite da un approfondito articolo di Repubblica, che cita dati del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, «a livello nazionale gli assegnisti di ricerca in scadenza da qui a dicembre sono 440 su 13.623» e di questi a Bologna risulterebbero 79 a termine nel 2017 e 120 al penultimo anno di assegno su un totale di 1187 per l'intero Ateneo, un dato che lo rende il primo in Italia per utilizzo di questa forma contrattuale;
   gli accidentati step di queste particolari figure della ricerca accademica sono due: la «legge Gelmini» dal 2011 che prevedeva per essi contratti per quattro anni; e il decreto «Milleproroghe» che nel 2015 ha aggiunto due anni, per un totale appunto di sei;
   la situazione di bivio tra il successivo «salto» a ricercatore (pochi i posti disponibili) e il buio della disoccupazione, eventualità questa che secondo alcune dichiarazioni dei diretti interessati potrebbe riguardare ben il 90 per cento degli interessati, coinvolgerebbe inoltre anche altri comparti: per la sanità è appena stato dato l'allarme, con 160 ricercatori precari a rischio all'istituto ortopedico Rizzoli e all'Irccs Bellaria. Stessa situazione negli istituti come il Cnr;
   l'allarme lanciato dai precari della ricerca sembrerebbe aver fatto breccia ottenendo almeno che il caso sia posto alla Conferenza dei rettori, ma alle parole occorrerebbe che seguissero i fatti, giacché la puntuale denuncia di questa situazione da parte di chi la vive sulla propria pelle e tiene in piedi il sistema universitario italiano è ormai vecchia di anni;
   la disposizione legislativa (legge di bilancio n. 232 del 2016, articolo 1, comma 335, punto c)) che permetterebbe il possibile utilizzo dei fondi di eccellenza per i cosiddetti super-dipartimenti italiani recita che almeno il 25 per cento della somma utilizzata per realizzare chiamate di docenti ex articolo 18 (comma 3 dell'articolo 1 della legge n. 240 del 2010), deve essere utilizzata per fare RTDB tenure track (vero reclutamento) e che, a tale proposito, sarebbe in corso un confronto tra Consiglio Universitario nazionale e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per ovviare ad alcuni problemi di natura economica – accantonamento subitaneo di 15 anni di stipendio da parte dei dipartimenti per ogni ricercatore assunto – che impedirebbero l'applicabilità della legge;
   a parere dell'interrogante, il summenzionato articolo 18 non dovrebbe riguardare i fondi statali, bensì esclusivamente quelli provenienti da altri enti pubblici o privati (che non siano lo Stato, in sintesi) –:
   quali iniziative si intendano adottare per garantire lo sblocco del turn over e per equilibrare negli atenei la consistenza del personale strutturato e di quello non strutturato e a contratto in modo da avere un corretto funzionamento degli atenei e percorsi di ricerca capaci di trattenere i ricercatori italiani e di attirare quelli stranieri;
   se non sia il caso, a tale scopo, di assumere iniziative per utilizzare i finanziamenti non erogati come quelli destinati a «Technopole» e «cattedre Natta» per il reclutamento straordinario dei ricercatori precari di lungo corso, integrando tale fondo fino alla copertura integrale del fabbisogno degli atenei;
   se non si intenda elaborare un piano ordinario di reclutamento che abbia l'obiettivo di ridurre al minimo il precariato e favorire carriere con una maggiore mobilità tra gli atenei. (4-16974)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale di ricerca

utilizzazione degli aiuti

contratto di lavoro