ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16716

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 803 del 24/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 24/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/05/2017
Stato iter:
06/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/10/2017

CONCLUSO IL 06/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16716
presentato da
GUIDESI Guido
testo di
Mercoledì 24 maggio 2017, seduta n. 803

   GUIDESI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in area golenale del fiume Po, a fine marzo 2017, sotto il ponte della linea ferroviaria storica che collega il Lodigiano con il Piacentino, nel comune di San Rocco al Porto, è stata scoperta una discarica abusiva di eternit con circa 1.000 lastre di cemento amianto, dal peso di circa 5.000 chilogrammi;
   l'abuso è stato individuato dalla guardia di finanza della tenenza di Casalpusterlengo, durante un pattugliamento delle rive del fiume Po, indirizzata a prevenire illeciti che, secondo i giornali (il Giorno e il cittadino del 24 marzo 2017), sembrerebbero frequenti in zona;
   l'area di circa 200 metri quadrati è stata subito circoscritta, in quanto le lastre di eternit si presentavano gettate alla rinfusa e spezzate a contatto con il terreno ed esposte agli agenti atmosferici, e creavano un serio pericolo per la diffusione ambientale dell'asbesto e per la salute della popolazione locale;
   sono ancora in corso le indagini della procura della Repubblica di Lodi per accertare l'ipotesi di inquinamento ambientale e individuare i responsabili del reato;
   la società RFI Spa, proprietaria dell'area, ha proceduto a proprie spese alla bonifica e, conseguentemente, le lastre di cemento amianto sono state trasportate da impresa specializzata in discarica per rifiuti pericolosi, ai fini dello smaltimento; attualmente, l'area risulta dissequestrata;
   resta, tuttavia, vivo lo sgomento della popolazione locale per il pericolo cui è stata sottoposta la propria salute e cresce la preoccupazione per gli eventuali ulteriori pericoli latenti cui sono sottoposti i cittadini, in quanto, anche da quanto risulta dai giornali, l'episodio della discarica abusiva non risulta isolato nelle aree golenali del Po e vi sono seri rischi che simili illeciti possano verificarsi nuovamente e ripetutamente –:
   se il Governo non intenda adottare tutte le iniziative di competenza per monitorare la situazione nel comune di San Rocco al Porto e verificare il programma degli interventi di sorveglianza e i pattugliamenti in essere, nonché promuovere l'adozione di appositi accordi tra i carabinieri del NOE, le altre forze dell'ordine e il sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), indirizzati ad intensificare i controlli ambientali e le attività di prevenzione degli illeciti sulle rive e nelle aree golenali del fiume Po, garanzia della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. (4-16716)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 865
4-16716
presentata da
GUIDESI Guido

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame relativa alla presenza di lastre di amianto nel comune di San Rocco al Porto in provincia di Lodi, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In merito alle attività di accertamento, occorre premettere, innanzitutto, che, ai sensi della normativa ambientale vigente, la competenza territoriale in ordine al controllo delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compreso l'accertamento delle violazioni di cui alla parte IV del decreto legislativo 152 del 2006, spetta alle province, mentre la competenza alla repressione di tali illeciti spetta agli organi di polizia, anche locali.
  A tal proposito, la prefettura di Lodi ha fatto presente che l'11 maggio 2017, in seguito al provvedimento con il quale l'autorità giudiziaria ha disposto la restituzione delle cose sequestrate, la società Rfi ha provveduto, tramite ditta specializzata, alla rimozione dei materiali pericolosi e al risanamento dell'area interessata. Il materiale che ha dato luogo al sequestro risulta già regolarmente smaltito presso discariche autorizzate, situate in parte in Italia ed in parte all'estero.
  La prefettura ha comunicato, inoltre, che le indagini finalizzate all'identificazione dei responsabili sono tuttora in corso. Ad ogni modo, sulle rive e nelle aree golenali del fiume Po proseguono le attività di controllo condotte dalla Guardia di finanza nell'ambito delle attività di controllo economico del territorio e del contrasto ai traffici illeciti e ai reati di natura ambientale.
  Sul punto, la prefettura di Lodi ha evidenziato, altresì, che sono in corso operazioni promosse dall'Interpol, finalizzate all'attività di contrasto allo smaltimento e al commercio illegale dei rifiuti pericolosi di carattere internazionale.
  Il Ministero della giustizia ha fatto presente, peraltro, di aver acquisito elementi informativi dalla procura della repubblica di Lodi. In particolare, il procuratore ha precisato che «per quanto non si possa escludere l'avvenuta diffusione nell'aria di minuscole particelle di amianto prima dell'intervento di bonifica, non pare che nella specie sia ravvisabile quella compromissione o quel deterioramento di entità “significativa e misurabile” di “porzioni estese del suolo o del sottosuolo” ed ancor di meno, dell'intero “ecosistema”».
  Tenuto conto, comunque, che risultano ancora in corso le indagini della magistratura, finalizzate anche alla valutazione del danno ambientale, è necessario attendere la conclusione delle predette indagini che, oltre ad individuare il responsabile dell'abbandono dei rifiuti, potrebbero indicare anche l'eventuale necessità di procedere ad ulteriori ed opportune bonifiche ambientali ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 152 del 2006.
  Ad ogni modo, appare utile ricordare che, ai sensi dell'articolo 250 del predetto decreto, qualora i soggetti responsabili della eventuale contaminazione non siano individuabili o non provvedano direttamente agli adempimenti di bonifica, né provvedano il proprietario del sito o gli altri soggetti interessati, le procedure di bonifica sono realizzate dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione.
  Sulla base delle informazioni esposte, per quanto di competenza, il Ministero continuerà, comunque, a tenersi informato e continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, anche al fine dell'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

sanita' pubblica

protezione dell'ambiente