ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16580

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 796 del 15/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/05/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16580
presentato da
BERNINI Paolo
testo di
Lunedì 15 maggio 2017, seduta n. 796

   PAOLO BERNINI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   le nutrie provengono dalla fuga e/o dalla liberazione di animali allevati e destinati ad essere utilizzati per realizzare le pellicce «castorino». Quando il mercato si è indirizzato verso l'utilizzo di altre specie, intorno agli anni ‘80, gli allevatori hanno liberato gli animali in natura;
   volpi, lupi, linci, gatti selvatici, gatti randagi, cani randagi, rapaci diurni e notturni, ciconiformi, lucci e colubridi sono predatori naturali delle nutrie;
   le nutrie sono quindi state introdotte in Italia come specie alloctone (hanno origine dal sud America) e poi, una volta libere, si sono naturalizzate, ovvero perfettamente adattate alla vita selvatica e quindi, giuridicamente sono sottoposte alla normativa n. 157 del 1992;
   il collegato ambientale alla legge di stabilità 2016 pone fine agli stermini di nutrie con metodi cruenti come proposto nelle numerose ordinanze comunali poiché obbliga al rispetto dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992 e, lo stesso collegato ambientale, passa la responsabilità della loro gestione alle provincie e alle regioni. Tale articolo dispone l'applicazione in via prioritaria dei metodi di controllo ecologici e non cruenti; quindi nessun metodo di uccisione è prevedibile o ipotizzabile. I metodi ecologici devono essere proposti dall'Ispra e, unitamente, l'ente stesso deve anche procedere ad una valutazione sui risultati da essi prodotti, circostanza per circostanza;
   la legge regionale del Veneto n. 15 del 26 maggio 2016 «Misure per il contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria (Myocastor coypus)» contempla piani di eradicazione con metodi che prevedono l'uccisione degli animali;
   il concetto di animale inteso come «essere senziente» è contenuto nel Trattato comunitario di Lisbona del 12 dicembre 2007 (articolo 13), dove si afferma che «L'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti»;
   l'utilizzo delle trappole e la soppressione eutanasica degli animali, come già effettuato in passato, non hanno prodotto alcun risultato significativo e sono quindi attualmente vietati e ricadenti sotto le norme del codice penale;
   inoltre, le nutrie sono «incolpate» ingiustamente di distruggere gli argini e fare ingenti danni. La scienza dimostra che purtroppo ciò è dovuto agli ungulati che sono reintrodotti in massa, soprattutto a fini venatori. L'impatto che la nutria può esercitare sulle biocenosi dei luoghi in cui è stata introdotta è ancora poco studiato e non è possibile trarre conclusioni definitive;
   gli studi scientifici dell'Ispra nel 2008, mostrano come l'abbattimento periodico con armi da fuoco provochi una riduzione di capi nell'immediato, ma la popolazione torni poi ad aumentare nel tempo rendendo vane le spese sostenute. Inoltre, l'uccisione con armi da fuoco mette in atto una selezione naturale che fa sopravvivere gli individui più furbi, rendendo le generazioni future sempre più difficili da cacciare –:
   se i Ministri interrogati non intendano promuovere, come prevede la normativa, l'utilizzo di metodi che offrono soluzioni eticamente e scientificamente efficaci e biocompatibili;
   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno promuovere parallelamente queste azioni:
    a) impedire i ripopolamenti degli ungulati a fini venatori a causa dei danni che questi recano agli argini;
    b) ripristinare gli habitat e l'utilizzo dei metodi ecologici;
    c) favorire lo studio e la valutazione di programmi di sterilizzazione delle nutrie per il contenimento della specie;
   se i Ministri non ritengano opportuno intervenire, per quanto di competenza, per evitare una inutile strage e la diffusione di comportamenti pericolosi anche per la tutela della salute e dell'incolumità pubblica, in ragione della diffusione di progetti di uccisione che prevedono l'uso di armi da fuoco anche in «aree parco».
(4-16580)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

protezione della fauna

benessere degli animali