ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16464

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 788 del 03/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 03/05/2017
Stato iter:
11/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 08/05/2017

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2017

CONCLUSO IL 11/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16464
presentato da
BUSTO Mirko
testo presentato
Mercoledì 3 maggio 2017
modificato
Lunedì 8 maggio 2017, seduta n. 791

   BUSTO, BENEDETTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   diverse fonti stampa hanno riportato la notizia dell'ennesimo atto di bracconaggio nella regione Toscana: l'uccisione e lo scuoiamento, in data 28 aprile, di un lupo, il quale è stato ritrovato appeso ad un cartello stradale a Suvereto, in provincia di Livorno;
   la questione delle corretta convivenza uomo-lupo è stato oggetto di discussioni negli ultimi mesi, a fronte dei molteplici casi di bracconaggio avvenuti nella penisola italiana, delle lamentele degli agricoltori e degli allevatori e della presentazione da parte del Ministro Galletti del «piano-lupo»;
   la situazione risulta molto tesa come dimostra il verbale della seduta n. 81 del 2 marzo 2017 della regione Toscana in cui si può leggere la dichiarazione del dottor Banti favorevole ai piani di abbattimento per il lupo nelle aree non vocate, prevedendo l'abbattimento anche dell'80 per cento degli animali censiti. Nello stesso verbale l'assessore Remaschi espone la posizione della regione Toscana favorevole all'approvazione del piano lupo corredato della clausola di abbattimento del 5 per cento degli animali anche se la ritiene una percentuale insufficiente;
   come già indicato nella risoluzione in commissione n. 7-00928 il lupo è patrimonio indisponibile dello Stato ed una specie particolarmente protetta da numerose normative nazionali ed internazionali quali la Convenzione di Berna, la direttiva «Habitat» (direttiva 92/43/CEE, recepita dall'Italia con decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8 settembre 1997), la Convenzione di Washington (1973) sul commercio delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione (Cites, recepita dal nostro Paese con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975);
   nei rilievi effettuati nell'ambito del progetto Life medwolf (LIFE11 NAT/IT/069) risulta che sul territorio toscano i fenomeni delle predazioni sono messe in atto da cani mal gestiti. Tra le aziende zootecniche che hanno subito predazioni nel 2014 il 98 per cento non era sorvegliata dal pastore, l'85 per cento non aveva recinti anti predatore, il 57 per cento non aveva cani da guardia, il 41 per cento aveva solo 2 cani ogni 500 pecore. Il medesimo progetto Life medwolf, inoltre, sulla base del registro ufficiale delle predazioni, indica in appena 0,3 per cento la percentuale del patrimonio zootecnico ovino colpito dalle predazioni nel 2014;
   molti metodi risultano efficaci al fine della tutela degli allevatori/agricoltori quali: azioni dissuasive e di disturbo attivi anche per evitare la cronicizzazione degli attacchi, corretta applicazione delle norme vigenti previste dalla legge n. 281 del 1991 con controllo del randagismo canino, interventi gestionali quali recinzioni elettrificate e finanziamenti agli allevatori per l'adozione di misure volte alla prevenzione degli attacchi;
   il lupo è un inequivocabile segnale positivo per tutto l'ecosistema e per la biodiversità, è quindi un indicatore biologico, in qualità di top predator, di un ambiente ecologicamente sostenibile;
   a differenza di quanto può avvenire in altre specie l'abbattimento dei lupi non può essere selettivo, in quanto ogni singolo individuo del branco ha un ruolo sociale molto preciso. La presenza di ognuno garantisce la sopravvivenza del branco stesso, pertanto andando a rimuovere un qualunque individuo si potrebbero generare squilibri e ripercussioni tanto sulla sopravvivenza del branco quanto sulla sua capacità riproduttiva, la quale, potrebbe addirittura aumentare –:
   quali iniziative di prevenzione alla predazione, diverse dall'abbattimento, il Governo intenda assumere e quali e quante risorse economiche intenda predisporre per i piani coesistenza uomo-lupo e quale sia lo status del «piano lupo» presentato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per fare chiarezza sulla vicenda di Suvereto (Livorno), per inasprire la lotta al bracconaggio, contrastare il randagismo e uniformare gli strumenti previsti per la tutela degli allevatori.
(4-16464)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 11 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 868
4-16464
presentata da
BUSTO Mirko

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa all'uccisione di un esemplare di lupo a Suvereto (Livorno) e al piano di gestione del lupo in Italia, sulla base degli elementi di valutazione forniti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si rappresenta quanto segue.
  Il Governo, consapevole del problema relativo alla gestione e conservazione del lupo in Italia e alle problematiche ad esso connesse, si è attivato da oltre un anno per aggiornare il piano d'azione del lupo.
  In generale sono diversi i progetti Life, finanziati dalla Commissione europea, conclusi o ancora in corso, finalizzati alla gestione della specie e delle problematiche ad essa connesse: Wolfalps (Alpi), M.i.r.c.o. (parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Lega), Ibriwolf (provincia di Grosseto), Wolfnet (parco nazionale del Pollino, parco nazionale della Majella, parco nazionale delle foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna (provincia dell'Aquila), Medwolf (provincia di Grosseto e Portogallo).
  Più recentemente è stato commissionato a 70 esperti, con il contributo di Ispra e dell'unione zoologica italiana (UZI), la redazione di un piano di conservazione e gestione del lupo in Italia. Il piano prevede il ricorso a diverse azioni. Un'intera parte del piano è dedicata a 22 azioni per la gestione; tra queste, le azioni di prevenzione e contrasto delle attività illegali, le azioni per prevenire la presenza di cani vaganti e l'ibridazione lupo-cane, le azioni per la prevenzione e la mitigazione dei conflitti con le attività zootecniche, la predisposizione di strutture di captivazione di lupi e, da ultimo, l'applicazione di deroghe al divieto di rimozione di lupi dall'ambiente naturale successivamente alla verifica del rispetto di rigorosi presupposti, condizioni, limiti e criteri di applicazione.
  Tali prerequisiti consistono nella richiesta di deroga avanzata dall'amministrazione regionale, che quindi ha il pieno controllo sull'attivazione del processo; la documentazione prodotta dalla regione che attesti lo stato favorevole della popolazione del lupo e la non incidenza della deroga sulla conservazione della popolazione stessa; la documentazione prodotta dalla regione che attesti la messa in opera delle più idonee misure di prevenzione e di controllo del randagismo canino; la documentazione prodotta dalla regione che attesti l'assenza di altre soluzioni valide; la documentazione prodotta dalla regione sull'attuazione delle misure di competenza previste dal piano.
  Sulla base di quanto detto, Ispra è chiamata ad una valutazione caso per caso e deve accertare la sussistenza di tali requisiti e la piena rispondenza delle condizioni fissate dalla normativa vigente per questo tipo di deroga.
  Solo a seguito del parere d Ispra, il Ministero può autorizzare la rimozione di singoli individui, in un contesto che deve mantenere un carattere di eccezionalità.
  Pertanto, i passaggi sopra rappresentati evidenziano che si tratta di un procedimento amministrativo molto elaborato, che è sottoposto ad un parere dell'Ispra e che non costituisce un automatico riconoscimento della deroga.
  Per questo motivo, stime recenti della dimensione della popolazione invernale alpina di lupo ottenute dai rilievi del citato progetto Life Wolfalps, indicano una consistenza compresa tra 100-130 individui. A questi va aggiunta la popolazione appenninica stimata, attraverso un metodo deduttivo basato sulle attuali migliori conoscenze di cinque parametri biologici, in un valore mediano di 1.580 animali con una valutazione dell'incertezza associata compresa tra 1.070 e 2.472 (Boitani & Salvatori, 2015).
  L'attivazione di un sistema organico di monitoraggio del carnivoro a scala nazionale rappresenta la principale priorità d'azione identificata dal piano d'azione nazionale per la conservazione del lupo (Genovesi, 2002). Un'adeguata conoscenza dei più importanti parametri di popolazione e dei danni che questo predatore provoca agli allevamenti rappresenta la necessaria premessa per mettere a punto più efficaci strumenti di intervento per la conservazione della specie e per l'attenuazione dei conflitti con l'uomo. La realizzazione di un programma nazionale di monitoraggio è inoltre espressamente prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997.
  Relativamente alla dimensione del problema dell'ibridazione tra cane e lupo non è possibile quantificare frequenza e ricorrenza dei casi di ibridazione avvenuti nella storia evolutiva. Pur tuttavia, studi recenti evidenziano un'accresciuta frequenza dei casi d'ibridazione tra lupo e cane recentemente accertati in Italia. Nelle condizioni attuali il fenomeno si va quindi ad associare alle altre minacce che già gravano sulla specie lupo, con l'importante differenza che la perdita di biodiversità, in questo caso rappresentata dall'integrità genomica originaria della specie, sarebbe irreversibile. Si evidenzia che la problematica dell'ibridazione deriva dalla presenza consistente di cani vaganti sul nostro territorio. Ciò discende largamente dalla mancata applicazione dell'attuale quadro normativo di riferimento (legge n. 281 del 14 agosto 1991) e dalla inadeguatezza degli strumenti da questo definiti.
  Per quanto riguarda le iniziative adottate al fine di garantire un equilibrio che limiti le situazioni di conflitto con le attività produttive, è opportuno evidenziare come diverse azioni siano state adottate a partire dagli anni ’70, finalizzate alla conservazione del lupo, che hanno compreso sia misure legislative adottate dalle amministrazioni locali, sia programmi di conservazione promossi dalle amministrazioni locali, dagli enti gestori di aree protette, da Ong e da istituti di ricerca pubblici.
  Infatti, in ottemperanza all'obbligo di risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica, le regioni interessate dalla presenza del lupo hanno promulgato normative che assicurano la refusione dei danni al patrimonio zootecnico causati da questo predatore. In diverse regioni, tuttavia, la ridotta disponibilità di fondi non permette il risarcimento dell'intera perdita economica subita dagli allevatori; in questi casi, le amministrazioni corrispondono un indennizzo parziale dei danni, per una percentuale variabile tra il 29 per cento ed il 100 per cento delle richieste avanzate (Ciucci et al., 1997).
  Al fine di prevenire i conflitti del lupo con la zootecnia, diverse amministrazioni promuovono la messa in opera di strumenti di prevenzione dei danni, anche attraverso il finanziamento di recinzioni per la stabulazione notturna delle greggi. A titolo di esempio, si cita la regione Piemonte che, in collaborazione con la provincia di Torino ed i parchi di Salbentrand e delle alpi marittime, ha attivato il programma «Il lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame domestico e per l'attuazione di un regime di coesistenza stabile tra lupo e attività economiche». Tale programma, cofinanziato dall'Unione europea tramite il programma Interreg, si è articolato nelle seguenti attività principali: monitoraggi, ricerca, informazione e preparazione. Analogamente, la regione Emilia-Romagna ha cofinanziato un programma Life per la conservazione del lupo in dieci siti di interesse comunitario (SIC) ricadenti all'interno di tre parchi regionali e del parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, di più recente istituzione. Il progetto prevede il monitoraggio del lupo e delle popolazioni preda, la messa in opera di sistemi di prevenzione dei danni, la sensibilizzazione delle popolazioni locali e la produzione di linee guida per una corretta gestione del lupo. Il parco nazionale del Pollino ha promosso un progetto intensivo di quattro anni di ricerca finalizzato a definire consistenza numerica, distribuzione, struttura spaziale e sociale, uso del territorio e dell'habitat, dispersione, alimentazione, impatto sulla zootecnia. Parallelamente, l'ente parco ha cofinanziato un programma Life triennale, in collaborazione con il Wwf, volto al controllo del randagismo canino, alla messa in opera di strumenti di prevenzione (recinzioni elettrificate e cani da guardiania) e a promuovere una migliore opinione sul lupo da parte delle popolazioni locali.
  Si segnala che il piano non è stato ancora approvato presso la conferenza delle regioni e delle province autonome.
  Per quanto riguarda le risorse economiche, il piano prevede impegni precisi del Governo, mentre per quanto riguarda la prevenzione e gli indennizzi dei danni da lupo si ricorda che queste sono di competenza delle regioni, che a tal fine possono avvalersi anche dei fondi europei.
  Della questione sono interessate anche altre amministrazioni, pertanto, qualora dovessero pervenire nuovi e utili elementi informativi si provvederà a fornire un aggiornamento.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

ovino

specie protetta