ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16363

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 782 del 20/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 20/04/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16363
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Giovedì 20 aprile 2017, seduta n. 782

   VALLASCAS. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'11 aprile 2017, sono state illustrate le risultanze del lavoro di analisti e studio sullo stato dell'ambiente del territorio comunale di Portoscuso, commissionato dall'amministrazione comunale al Professor Dottor Nedo Biancani;
   l'elaborazione del dossier rientra nell'ambito della procedura avviata nel 2006 per «predisporre elementi tecnici e istruttori al fine di avviare un'azione di risarcimento del danno ambientale nei confronti delle società che operavano nell'agglomerato industriale di Portovesme che possono essere considerate responsabili della contaminazione» (Unione Sarda del 19 maggio 2016);
   gli organi si stampa, nel riportare la notizia, si sono soffermati su due elementi che risulterebbero di straordinaria gravità: da una parte, il rapporto confermerebbe la presenza di sostanze altamente inquinanti e nocive per le popolazioni del territorio; dall'altra, nel corso della raccolta della documentazione, il consulente avrebbe riscontrato la pressoché totale mancanza di collaborazione da parte delle amministrazioni interessate, tanto che si sarebbe anche dovuto rivolgere alla procura della Repubblica e al Noe;
   in particolare, il giornale online CagliariPad, il 12 aprile 2017 ha pubblicato un'intervista, nella quale il consulente afferma esplicitamente che «Tutti gli altri enti mi hanno praticamente mandato a benedire o non risposto, come l'Arpas, come la provincia di Carbonia Iglesias», mentre la regione Sardegna gli avrebbe consentito di accedere al sistema informativo regionale ambientale (Sira), nel quale, però, i dati risulterebbero disaggregati, quindi, inutilizzabili se non ordinati, con ulteriori ritardi e oneri da sostenere;
   nell'intervista il consulente ha sostenuto, tra le altre cose, che per ottenere i dati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare avrebbe affrontato una procedura di accesso agli atti particolarmente lunga e complessa. In una prima fase, infatti, gli uffici gli avrebbero risposto che il numero dei documenti richiesti era eccessivo, in una seconda fase, gli sarebbe stato detto che su alcuni era stato posto il segreto industriale, circostanza quest'ultima che, secondo il consulente, striderebbe con le caratteristiche di trasparenza e pubblicità proprie di una conferenza di servizi che è pubblica;
   questo stato di cose, avrebbe determinato una ridotta disponibilità del materiale su cui costruire il rapporto – appena il 10 per cento di quello che starebbe stato prodotto negli anni in merito allo stato del territorio di Portoscuso – e nonostante ciò ne emergerebbe una situazione di estrema gravità sul piano ambientale e per la salute degli abitanti;
   nella citata intervista, il consulente ha ricordato che, nel corso degli anni, sono state emanate alcune ordinanze sindacali che vietano la coltivazione, produzione, raccolta e consumo di prodotti agricoli nonché di allevamento, oltre al divieto di pesca in alcuni tratti di mare;
   dalla documentazione risulterebbe la presenza di diossina nella filiera alimentare, di materiali pesanti, di piombo e cobalto che, secondo Biancani, meriterebbe un'analisi più approfondita perché il cobalto «solitamente si accompagna ad isotopi radioattivi» (Unione Sarda del 12 aprile 2017);
   nel corso dell'intervista online, il consulente sostiene che, per le conseguenze sull'ambiente e sulla salute, la situazione emersa dalla documentazione raccolta risulterebbe, allo stato attuale, la peggiore in Italia –:
   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
   di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati sullo stato di inquinamento ambientale del territorio del comune di Portoscuso e sulla pericolosità che ne deriverebbe per la salute delle persone;
   se non ritengano opportuno mettere a disposizione del comune di Portoscuso tutte le informazioni inerenti allo stato ambientale del territorio comunale;
   quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, per arginare gli eventuali pericoli che possano derivare all'ambiente e alle persone dalla situazione di inquinamento illustrata in premessa.
(4-16363)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-16363
presentata da
VALLASCAS Andrea

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dalla regione Sardegna, si rappresenta quanto segue.
  Il territorio comunale di Portoscuso e l'area della zona industriale di Portovesme erano inclusi nell'area dichiarata «ad alto rischio di crisi ambientale» con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 novembre 1990 e il relativo piano di disinquinamento era stato approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 aprile 1993. Erano interessate dal piano le aree di cinque comuni: Carbonia, Gonnesa, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant'Antioco. Con il decreto del Ministero dell'ambiente del 18 settembre 2001, n. 468, nell'adottare il programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati di interesse nazionale, sono stati compresi tra gli interventi di interesse nazionale quelli relativi alla «Bonifica e ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese», includendo nel SIN l'intero territorio dei 34 comuni interessati, per un'area di 3457 chilometri quadrati e un'area marina di circa 280 chilometri quadrati, per un totale complessivo di 3737 chilometri quadrati.
  Nel sito d'interesse nazionale (SIN), così perimetrato, sono state incluse le aree del comune di Portoscuso con tutti gli insediamenti industriali di Portovesme.
  Con il decreto del Ministero dell'ambiente n. 304 del 28 ottobre 2016 è stata approvata la perimetrazione definitiva di dettaglio del SIN Sulcis-Iglesiente-Guspinese, ai sensi del comma 2 dell'articolo 1 del decreto ministeriale 12 marzo 2003, che ha confermato il territorio di Portoscuso nel SIN.
  L'area dell'agglomerato industriale di Portovesme nel comune di Portoscuso è stata completamente caratterizzata e le principali aziende operanti nel sito (Eurallumina, Alcoa, Enel, Portovesme, Ligestra), oltre alla caratterizzazione, stanno portando avanti da anni gli interventi di bonifica dei suoli e della falda, tutti approvati con decreto. Alcuni interventi di bonifica, come quello relativo alla società Ligestra e alla Syndial area Sa Piramide, sono stati approvati dal comune di Portoscuso prima dell'istituzione del sito d'interesse nazionale (SIN) del 2003.
  L'area esterna all'agglomerato industriale di Portovesme è stata invece caratterizzata dall'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) tramite una convenzione stipulata con il comune di Portoscuso.
  Il verbale della conferenza di servizi del 30 settembre 2010, pubblicato sul sito istituzionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel quale sono stati esaminati i risultati della caratterizzazione trasmessi da ISPRA su mandato del comune di Portoscuso nell'area esterna al polo industriale (3 chilometri quadrati), evidenzia che:

   - Nei terreni sono stati rilevati superamenti delle CSC (colonna A) soprattutto per Pb, Zn, Cd con particolare riferimento al top soil. Le conclusioni di ISPRA, condivise dal comune di Portoscuso, attribuiscono tale contaminazione del top soil alle emissioni in atmosfera da parte delle attività industriali insediate nel polo di Portovesme (camini e movimentazione materie prime e rifiuti), alle emissioni in atmosfera in corrispondenza delle maggiori vie di comunicazione legate ai veicoli ad uso civile/industriale, e alla polverosità diffusa da attività di scavo in aree di cava e/o di miniera.

   - Relativamente ai composti organici, la frequenza dei superamenti delle CSC (colonna A) è estremamente contenuta e la loro distribuzione rimane discontinua. Nel top soil i superamenti degli organici interessano in 13 casi gli idrocarburi pesanti (C>12) e 2 superamenti di PCB. Tre campioni mostrano eccedenza per Benzo(a)pirene. Un singolo campione (SI20) risulta sensibilmente contaminato in IPA.
   Non si registra nessun superamento per gli idrocarburi leggeri (C≤12), amianto, PCDD/PCDF.
   Nei terreni superficiali (0-1 m dal p.c.) e profondi (>1 m dal p.c.) i superamenti delle CSC (colonna A) riguardano unicamente gli idrocarburi pesanti rispettivamente per 5 e 2 campioni.

   - In relazione ai parametri inorganici, le acque di falda mostrano tre superamenti per nitriti, ed un superamento delle CSC rispettivamente per Fe, e F. Frequenti e diffusi sono i superamenti delle CSC per SO4 e Mn per i quali, in virtù delle considerazioni bibliografiche e dei dati di sondaggio si ritiene che tali superamenti possano attribuirsi a fondo naturale.

   - Riguardo ai composti organici, nelle acque di falda sono stati riscontrati sporadici superamenti di 1,2-Dicloropropano (2 superamenti entrambi registrati presso il piezometro PS 12), Triclorometano (8 superamenti registrati presso 3 piezometri Pz10, PS34, PS35) e Tetracloroetilene (1 superamento molto contenuto presso PzP21).

   - L'analisi per la determinazione del fondo ha consentito di riconoscere, per i suoli, dei valori considerati ascrivibili ad un fondo naturale (Sn 2,8 mg/kg, Zn 180 mg/kg, As 20 mg/kg pari alle CSC col. A). Coerentemente al decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, tali valori sono stati considerati sostitutivi delle CSC (colonna A). Analogamente si ritiene che per le acque di falda i valori di 450 mg/l e 1600 mg/l sono stati considerati rappresentativi del fondo naturale rispettivamente per Solfati e Mn e pertanto che essi siano, nell'ambito del territorio comunale, sostituibili alle CSC di Tabella 2.

  Al fine di meglio determinare la possibile origine dei tenori di Mn e Solfati eccedenti i valori di fondo sopra indicati, il comune di Portoscuso aveva dichiarato l'intenzione di procedere con indagini di approfondimento. Ad oggi non risultano comunicati gli esiti di tali approfondimenti.
  Sulla base della documentazione trasmessa da ISPRA emergono, accanto ad una contaminazione diffusa di alcune specie metalliche, soprattutto negli strati superficiali (
top soil e suolo superficiale 0-1 m), superamenti di altri parametri sia nei suoli (idrocarburi C>12, PCB, IPA) che nelle acque di falda (composti clorurati), che si configurano come potenziale contaminazione puntuale.
  In merito alla presenza di cobalto, si segnala che dai piani di caratterizzazione delle aziende presenti nell'area industriale di Portovesme non risultano superamenti delle CSC di cobalto nei suoli. Nell'area esterna al polo industriale che è stata caratterizzata da ISPRA tramite una convenzione con il comune di Portoscuso non risultano superamenti delle CSC di cobalto nei suoli (nel verbale della conferenza di servizi del 30 settembre 2010 pubblicato sul sito istituzionale del Ministero dell'ambiente è possibile visionare l'elenco delle sostanze che hanno mostrato superamenti delle CSC nel
top soil).
  Dal mese di settembre 2010, le società interessate hanno dato la loro disponibilità per tutte le attività di sperimentazione della barriera idraulica interaziendale compartecipando ai lavori programmati e concordati. Successivamente, è stato presentato un progetto esecutivo con barrieramento di monte e barrieramento di valle, comprensiva di un'indagine geofisica di tipo sismico al fine di definire i parametri fondamentali di profondità degli strati geologici, spaziatura e ipotesi di regime di emungimento.
  Le società, nel mese di novembre 2014, hanno avviato la prima fase pilota di realizzazione dei pozzi ed emungimento.
  Ad oggi il progetto non è ancora in fase esecutiva in quanto le aziende, solo nella seconda metà del 2017, sono riuscite a stabilire dei criteri condivisi per la gestione delle attività, ed il Ministero dell'ambiente nella conferenza di servizi del 7 dicembre 2017, sentite tutte le aziende e tutti i soggetti pubblici interessati, ha approvato i contaminanti indice al fine di definire l'algoritmo di calcolo per la suddivisione dei costi.
  Sul sito istituzionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono pubblicati i dati ambientali a cui possono accedere tutti i cittadini interessati.
  Il comune di Portoscuso, inoltre, dispone di tutte le informazioni inerenti lo stato ambientale del territorio comunale, sia in quanto ha provveduto tramite la convenzione stipulata con ISPRA a caratterizzare l'area esterna al polo industriale (circa 30 chilometri quadrati), sia perché è stato soggetto attivo nell'approvazione dei progetti di bonifica prima dell'istituzione del SIN, sia, infine, perché partecipa con i propri rappresentati alle conferenze di servizi e ai tavoli tecnici convocati per il SIN. Nell'ultima Conferenza di servizi del 7 dicembre 2017, nella quale si è discusso dello stato ambientale dell'area dell'agglomerato industriale, il comune di Portoscuso è stato rappresentato dal vice sindaco.
  A ciò si aggiunga che, secondo quanto riferito dalla regione Sardegna, il sistema informativo regionale ambientale della Sardegna (SIRA)
è stato progettato e realizzato con l'obiettivo di mettere a disposizione della pubblica amministrazione regionale un efficace strumento di supporto alle decisioni, attraverso l'unificazione di tutti i distinti patrimoni informativi ambientali, precedentemente gestiti in maniera autonoma da diversi enti, in una comune base di conoscenza ambientale integrata, con cui gestire e diffondere un'informazione ambientale unica e validata.
  Quanto contenuto in formato digitale sul sistema informativo regionale ambientale della Sardegna (SIRA) rappresenta la documentazione che è stata complessivamente prodotta dalla pubblica amministrazione (regione, provincia, ARPAS ed altri eventuali enti pubblici preposti) in relazione a ciascuna area tematica ambientale di riferimento, ivi inclusa quella riguardante i siti contaminati.
  La profondità temporale parte dal 1998 sino alla data odierna e, per alcune tematiche, raccoglie i dati e i documenti dal 1989.
  In merito alla documentazione contenuta nel SIRA Sardegna, quest'ultimo ne consente la gestione e l'analisi grazie al modello documentale nello stesso predisposto e che permette una agevole attività di ricerca in funzione di un numero molto elevato di fattori, che vanno dal soggetto responsabile del sito contaminato, all'ambito territoriale (provinciale e comunale), alla tipologia di atto, disposizione amministrativa, procedimento, dello stato operativo ad esso associato, eccetera.
  Il SIRA Sardegna, inoltre, non rappresenta un mero strumento di gestione documentale, ma permette la gestione delle diverse informazioni ambientali contenute nei diversi documenti (ad esempio i dati analitici derivanti dalle attività di controllo eseguite da province ed ARPA Sardegna), opportunamente raccolte e gestibili all'interno dei propri catasti. Questo avviene grazie alla presenza di funzionalità avanzate che permettono l'interrogazione del dato e dei parametri ambientali e la loro gestione in funzione del risultato che si vuole ottenere (semplice
report o elaborazioni di diverso grado di complessità). Grazie a queste funzionalità i dati possono essere aggregati su base territoriale, temporale, sulla tipologia di sito contaminato, ecc., permettendo anche l'estrazione ed il salvataggio delle elaborazioni, al fine di poter, eventualmente, procedere ad ulteriori elaborazioni esterne al sistema quali quelle per l'applicazione di algoritmi di calcolo o per l'utilizzo in software di simulazione.
  Ad ogni modo, nel ricordare che in materia di igiene e sanità pubblica spetta al sindaco l'emanazione delle ordinanze di carattere contingibile ed urgente con efficacia estesa al territorio comunale, si evidenzia che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, e con il supporto della regione, sta procedendo alla realizzazione delle attività previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006, articoli 242 e 252. Inoltre, come previsto dal Testo unico ambientale, la provincia, con il supporto tecnico dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA) della Sardegna, sta provvedendo all'individuazione del responsabile della caratterizzazione.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle attività e valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, e a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito, tenendosi informato anche attraverso gli altri Enti istituzionali competenti.
  

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza tossica

principio chi inquina paga

nocivita'