ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16302

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 780 del 18/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: MICILLO SALVATORE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 18/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 18/04/2017
Stato iter:
02/08/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16302
presentato da
MICILLO Salvatore
testo di
Martedì 18 aprile 2017, seduta n. 780

   MICILLO, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   nella regione Campania la qualità dell'aria è monitorata dall'Arpac;
   i dati sulla qualità dell'aria all'interno della città di Napoli e della provincia sono allarmanti, non solo per quanto concerne gli sforamenti ma anche per la scarsa documentazione degli inquinanti presenti nell'aria;
   come risulta dalle interrogazioni del consigliere della regione Campania Marì Muscarà (prot. 52 del 7 marzo 2017, prot. 80 del 14 giugno 2016 nonché prot. 119 dell'8 novembre 2016) numerosi sono i punti critici nel monitoraggio della qualità dell'aria;
   tra i vari problemi risulta che le rilevazioni non forniscono indicazioni sulla composizione chimica e granulometrica del particolato PM 10 e PM 2,5, impedendo una chiara identificazione dell'origine del problema e dunque l'attuazione di interventi limitati e correttivi;
   a differenza di altre Arpa regionali, in Campania non risultano monitorati i livelli di inquinanti quali metalli pesanti, Ipa e in particolare benzo(a)pirene, pericolosi per la salute umana;
   il sito internet dell'Arpac non riporta tutte le informazioni necessarie a garantire la tempestività dell'informazione alle amministrazioni ed al pubblico, nonché l'attuazione di interventi in tempi brevi;
   alla data dell'8 settembre 2016 non risultavano indicati i livelli degli inquinanti nelle «aree limitrofe agli impianti di trattamento dei rifiuti» cosiddetta area STIR dal giorno 11 agosto 2016;
   sono riportati nei bollettini giornalieri dati «n.v.» (non validabili) per PM 10, PM 2,5, benzene e altri fattori ad esempio, per le zone di San Felice a Cancello, Pomigliano e San Vitaliano;
   al monitoraggio effettuato non corrispondono interventi correttivi, in particolare per l'area STIR, a fronte di un 60 per cento (media del mese di ottobre) di dati non disponibili, non si rivengono interventi di manutenzione delle centraline;
   nel territorio della «Terra dei fuochi» l'inquinamento dell'aria è sentito più che altrove. Ad inquinare maggiormente sono pneumatici, piombo e metalli, scarti tessili dell'industria della moda, acidi, materiale plastico, e persino scorie radioattive. Tali sostanze contaminano il terreno, le acque e soprattutto l'aria, a causa delle discariche abusive e dei roghi provocati per occultare lo sversamento dei prodotti tossici;
   in tale territorio, oltre ai tumori, è stata registrata un'alta percentuale di malformazioni congenite, soprattutto in prossimità delle discariche illegali (http://www.informazioneambiente.it/terra-dei-fuochi/);
   il decreto legislativo n. 155 del 2010 prevede un numero minimo di stazioni senza tuttavia impedire l'istallazione di punti di misura aggiuntivi, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, al fine di limitare al minimo le porzioni di territorio prive di punti misura;
   il decreto non esclude il mantenimento e l'adeguamento delle stazioni di misura da traffico unitamente a quelle di controllo su inquinanti specifici laddove necessario per ottenere il monitoraggio di tutti gli inquinanti previsti;
   un territorio come quello della «Terra dei fuochi» abbisogna di maggior attenzione sotto questo punto di vista –:
   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati, anche con l'ausilio dell'Ispra, intendano intraprendere al fine di risolvere le problematiche di cui sopra;
   se i Ministri non ritengano necessario assumere, con urgenza, iniziative volte a monitorare in maniera maggiormente efficace, anche con l'intervento del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, dell'Ispra e dell'Istituto superiore della sanità, i rischi ambientali e sanitari del territorio della «Terra dei fuochi» rilevando la criticità della situazione.
(4-16302)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 agosto 2017
nell'allegato B della seduta n. 847
4-16302
presentata da
MICILLO Salvatore

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Per la normativa nazionale (decreto legislativo n. 155 del 2010 e successive modificazioni e integrazioni) le regioni e le province autonome sono le autorità competenti in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria. A queste compete quindi il monitoraggio degli inquinanti atmosferici, la predisposizione dei piani per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria (compresa l'individuazione dei soggetti deputati all'attuazione di tali piani quali ad esempio la regione stessa o i sindaci), nonché la trasmissione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle relative informazioni per l'invio alla Commissione europea.
  Nel nostro Paese, il mancato rispetto dei limiti imposti dalle norme comunitarie, in particolare relativamente al materiale particolato PM10 ed al biossido di azoto N02, riguarda ampie aree del territorio nazionale, situate presso la maggior parte delle regioni.
  Tale situazione è però differenziata sul territorio nazionale: infatti, mentre per le regioni del centro – sud il mancato rispetto dei valori limite è localizzato in piccole aree, appartenenti per lo più ai principali centri urbani, nel bacino padano i superamenti, anche a causa di condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, sono diffusi su tutto il territorio.
  Con riferimento alla regione Campania, sulla base dei dati acquisiti dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente in Campania (ARPAC) si rappresenta quanto segue.
  Preliminarmente si evidenzia che, a seguito della zonizzazione del territorio della regione ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo n. 155 del 2010, a partire dal 2015 il territorio campano, ai fini della qualità dell'aria, è ripartito in tre grandi macroaree:
   agglomerato Napoli-Caserta;
   zona costiero-collinare;
   zona montuosa.

  La prima macroarea è l'agglomerato Napoli-Caserta, comprendente l'intera provincia di Napoli e la porzione meridionale pianeggiante della provincia di Caserta, confinante con l'hinterland napoletano. L'agglomerato NA-CE è caratterizzato dalla presenza di un esteso territorio pianeggiante delimitato ai margini dai rilievi della catena appenninica che ostacolano il ricambio delle masse d'aria quando si verificano condizioni di alta pressione e bassa quota del Pbl (Platenary boundary layer-strato di rimescolamento atmosferico della massa d'aria). In quest'area ricade la maggior parte del territorio della «Terra dei Fuochi», alcuni comuni sono invece ricompresi nella zona costiero-collinare e in parte montana. La parte ricadente nella zona montana è di dimensioni limitate e comprende i territori a quote superiori a 600 m.
  Per tali zone il monitoraggio è svolto tramite stazioni fisse ubicate in base ai criteri tecnici definiti dal decreto legislativo n. 155 del 2010 secondo il progetto di adeguamento della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria della Campania approvato con D.G.R.C. n. 683 del 2014.
  Complessivamente la nuova rete, operativa progressivamente dal 2015, comprende 42 stazioni di misura, di cui 32 per le fonti diffuse e 10 per le fonti puntuali incluse 6 stazioni gestite da privati. In particolare nell'agglomerato di Napoli-Caserta sono previste 23 stazioni di misura.
  Inoltre a seguito di un progetto promosso dal commissariato rifiuti della PCM, sono presenti 10 stazioni presso gli Stir e altre aree limitrofe ad impianti di rifiuti.
  La maggior parte del territorio della «Terra dei Fuochi» è ubicata a distanze inferiori a 10 km da una stazione di monitoraggio della qualità dell'aria. In particolare tutta la zona Acerrana è ubicata a distanze inferiori a 5 km da una stazione di monitoraggio. Questa densità, ben più elevata di quella minima richiesta ai sensi del decreto legislativo n. 155 del 2010 consente di valutare approfonditamente le concentrazioni di polveri sottili. Al riguardo, sulla base dei dati acquisiti si osserva una elevata correlazione fra le concentrazioni misurate nei vari siti, pertanto l'inquinamento è abbastanza omogeneo su una vasta area.
  I dati acquisiti dalle stazioni di monitoraggio sono quotidianamente esaminati e validati dal personale preposto dell'agenzia. I dati elaborati sono diffusi quotidianamente via internet, e forniti alle autorità competenti e a tutti gli enti che utilizzano informazioni sullo stato della qualità dell'aria ambiente per lo svolgimento dei compiti attribuiti dalla normativa vigente. In particolare, i dati acquisiti sono diffusi al pubblico e agli enti preposti con le seguenti modalità: bollettini giornalieri in formato pdf, pubblicati nei giorni feriali sul sito www.arpacampania.it con cadenza quotidiana per i bollettini della rete regionale, che costituiscono il riferimento ufficiale per i provvedimenti di tutela della popolazione dall'inquinamento, e con cadenza periodica, di norma bisettimanale, e comunque entro 30 giorni per i bollettini della rete Stiv fino al marzo 2017, attualmente con cadenza quotidiana. I bollettini della rete regionale sono trasmessi quotidianamente anche via pec alle autorità competenti. Dall'agosto 2016 sono inoltre pubblicati sul sito internet dell'agenzia i dati orari della rete regionale acquisiti in automatico. Il formato delle tabelle di dati è il .csv, come richiesto dalle norme tecniche vigenti, tali tabelle sono leggibili da tutti i tipi di software. Per garantire la tempestività dell'informazione, l'aggiornamento dei dati avviene a cadenza oraria sette giorni su sette. Inoltre gli esiti delle campagne di monitoraggio effettuati tramite laboratori mobili sono riportati con relazioni e tabelle nella sezione documentazione dell'area tematica aria del sito internet dell'agenzia.
  È tuttora in corso l'aggiornamento delle pagine del sito internet dedicate alla qualità dell'aria: è prevista una modalità di visualizzazione dei dati più fruibile, in analogia con quanto elaborato da altre Arpa, con una mappa sensibile ed una tabella dei valori misurati, ripartita per singolo inquinante, entro il primo semestre 2017, è previsto il completo aggiornamento del sito. Per informare la popolazione e valutare l'andamento della qualità dell'aria, l'Arpac gestisce anche il Cemec, centro meteo clima regionale che, tramite il modello Chimere e gli output del modello Cosmo-Lami, pubblica sul sito www.meteoarpac.it.mappe di stima delle concentrazioni dei principali inquinanti e diffonde bollettini di previsione sull'inquinamento da polveri sottili e ozono.
  Nel dettaglio, per l'informazione al pubblico in merito alla qualità dell'aria, sul sito istituzionale dell'Arpac www.arpacampania.it sono riportati:
   tabella dati orari acquisiti dalle centraline, con frequenza di aggiornamento oraria 7 giorni su 7;
   dati grezzi del giorno precedente con aggiornamento giornaliero alle ore 9.00 7 giorni su 7;
   bollettini giornalieri dati rete regionale con aggiornamento giornaliero nei giorni feriali;
   bollettini giornalieri rete Stir con frequenza di aggiornamento giornaliero nei giorni feriali dal marzo 2017, tranne casi eccezionali;
   tabella dati orari validati giornalieri, con frequenza di aggiornamento di 3 giorni;
   tabelle dati orari annuali validati con frequenza di aggiornamento annuale;
   tabelle con risultati campagne di misura di composizione chimica PM10 e PM2.5 con particolare riferimento ai metalli, agli Ipa e agli anioni e cationi per la speciazione del PM2.5;
   relazioni e tabelle sulle campagne di monitoraggio effettuate con laboratorio mobile.

  In merito ai bollettini STIR si fa presente che il monitoraggio della qualità dell'aria presso le aree limitrofe agli impianti di trattamento dei rifiuti è effettuato quotidianamente tramite sistemi automatici di misura e trasmissione dati. Ai sensi della normativi vigente per tale tipologia di dato non sussiste un obbligo di pubblicazione giornaliero, l'Arpac fino al marzo 2017 ha pubblicato il bollettino con i dati ambientali validati appena elaborato e comunque entro il termine ordinario di 30 giorni, non essendo stato fissato un termine diverso con apposito regolamento. Si conferma quindi che il monitoraggio è effettuato quotidianamente e che i bollettini sono pubblicati dopo la validazione dei dati, in tempi congrui con la normativa vigente.
  Relativamente ai dati sulla composizione del PM10 e PM 2.5 non possono essere acquisiti da strumentazione di misura in continuo, ma sono elaborati a partire da campionamenti su filtro e successive determinazioni analitiche in laboratorio. Pertanto non possono essere inseriti nei bollettini giornalieri, sono invece pubblicati come tabelle sul sito internet dell'Arpac. Per quanto riguarda il monitoraggio di metalli pesanti, IPA e in particolare benzo(a)pirene nel 2015 e 2016 sono state effettuate campagne di misura degli inquinanti tramite campionamenti su filtro e successive determinazioni analitiche in laboratorio. Nel corrente anno è stata attivata la rete di misura regionale, in quanto negli anni precedenti non erano ancora disponibili le strumentazioni per il campionamento e le determinazioni analitiche per le quali, viste le bassissime concentrazioni da misurare, comprese fra microgrammi e nanogrammi per metro cubo, è necessario disporre di strumenti specifici e mettere a punto metodiche di laboratorio opportune.
  Per individuare le cause dell'inquinamento sono effettuate costantemente anche elaborazioni modellistiche e sono state svolte campagne di misura con laboratori mobili i cui risultati sono pubblicati sul sito internet dell'Arpac.
  Le criticità ambientali per quanto riguarda la qualità dell'aria sono relative soprattutto alle polveri sottili, con particolare riferimento al 2015. Per gli altri inquinanti non si osservano superamenti dei limiti di legge giornalieri e annuali, ad eccezione della concentrazione di ozono e di N02 in alcune stazioni di tipo traffico.
  L'anno con maggiore criticità è il 2015 in quanto nel periodo autunnale ed invernale si è verificato un periodo di siccità di più mesi con scarso rimescolamento atmosferico da ottobre a dicembre e superamenti in numerosi giorni consecutivi.
  Per quanto riguarda la distribuzione areale dell'inquinamento da polveri sottili misurato, i risultati delle elaborazioni modellistiche, utilizzate anche per la zonizzazione del territorio, mostrano una rapida diminuzione delle concentrazioni di PM10 dall'interno verso la costa e dalle zone pianeggianti depresse verso le zone collinari. In particolare nella «Terra dei Fuochi» la criticità è crescente nella parte centrale corrispondente alla zona Acerrana e minore nella fascia costiera e settentrionale.
  Al riguardo si segnala che la recente approvazione della legge 28 giugno 2016 n. 132 istituisce un sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, finalizzato ad armonizzare da un punto di vista qualitativo e quantitativo le attività delle agenzie sul territorio, nonché a realizzare un sistema integrato di controlli coordinati dall'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
  Attraverso un Sistema nazionale a rete in cui un ruolo strategico è attribuito a Ispra, e con i cosiddetti «Lepta», ovvero i livelli essenziali delle prestazioni ambientali cui dovranno adeguarsi le agenzie, si attua un vero e proprio ripensamento dell'attuale sistema, fino ad oggi scandito da una diversità di approcci da regione a regione e da una grande frammentarietà che indeboliva di fatto la protezione dell'ambiente.
  Con riferimento alle problematiche ambientali connesse alla cosiddetta Terra dei fuochi si evidenzia che esse rappresentano una priorità per questo Ministero. Le iniziative di contrasto e di prevenzione di un fenomeno così pluri-fattoriale richiedono un lavoro di raccordo complesso, nel quadro delle attività promosse dal patto per la Terra dei fuochi, e coordinate presso la cabina di regia inter istituzionale con le prefetture, la regione Campania e gli enti locali.
  Tra le numerose misure adottate si evidenziano, in particolare, il potenziamento dei controlli delle forze dell'ordine (138 fermi di persone sospette; sono stati censiti e segnalati 1809 siti, di abbandono di rifiuti; sono stati effettuati interventi su 356 luoghi di incendio in atto; 756 controlli sui rivenditori di pneumatici, 477 su opifici tessili, 459 in agricoltura, 1660 su cantieri edili; hanno inoltre elevato 4020 contravvenzioni per violazioni amministrative e 1329 denunce per violazioni ambientali; hanno eseguito 108 arresti, di cui 75 per il reato di incendio di rifiuti, 564 sequestri di aree interessate da scarico abusivo e combustione di rifiuti, 340 sequestri di veicoli impiegati per il trasporto; hanno infine comminato quasi 500.000 euro di sanzioni amministrative).
  Sul versante roghi, l'anno 2016 ha confermato la tendenza in costante diminuzione degli incendi dolosi di rifiuti nelle aree delle province di Napoli e di Caserta. Con esclusivo riferimento ai comuni della cosiddetta Terra dei fuochi, si registrano punte di oltre il 70 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Tale risultato è stato possibile anche grazie al controllo ad ampio raggio da parte delle forze dell'ordine, delle polizie locali e degli ispettorati del lavoro, dell'Inps e dell'Inail, mirate sulle aziende che trattano le categorie merceologiche connesse agli abbandoni e ai roghi sulle aree nelle quali sono insediate.
  Si segnala, inoltre, che il protocollo Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – incaricato del Governo-Ecopneus ha consentito ai comuni aderenti di rimuovere gratuitamente oltre 16.000 Tonnellate di gomme abbandonate su strade e aree pubbliche.
  L'individuazione ed il potenziamento delle opportune azioni dirette a fronteggiare dette emergenze ambientali, rappresentano una priorità per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che presiede il Comitato interministeriale istituito con decreto-legge n. 136 del 2013 (convertito con modificazioni dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6) con il compito di «determinare gli indirizzi per l'individuazione o il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale, monitoraggio, anche di radiazioni nucleari, tutela e bonifica nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania».
  Nell'ambito del citato comitato è stata istituita apposita commissione quale organo tecnico operativo, la quale ha avviato un approfondito esame delle diverse e complesse questioni poste all'attenzione dalle linee di indirizzo fornite dal comitato interministeriale, giungendo nel maggio 2016 all'adozione di un programma degli interventi finalizzati alla tutela della salute, alla sicurezza, alla bonifica dei siti, nonché alla rivitalizzazione economica dei territori della cosiddetta Terra dei fuochi.
  Nello specifico, il piano elaborato dalla commissione, caratterizzato da interventi di ampio respiro, mira a coniugare il delicato tema del monitoraggio e della bonifica delle aree agricole, con quello delle iniziative di screening e di prevenzione dei rischi per la salute dei cittadini e ancora con quello del permanere di fenomeni di illegalità e di inciviltà che attengono allo smaltimento abusivo dei rifiuti.
  Il documento è stato oggetto di esame ed approvato dal comitato interministeriale, che si è riunito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 2 agosto 2016, il quale ha altresì deliberato la sua trasmissione alla cabina di regia per la programmazione del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020, ai fini del successivo esame da parte del Cipe.
  Per quanto concerne le linee finanziarie strumentali agli interventi indicati nel programma della commissione, si fa presente che il fabbisogno economico complessivo per le misure previste è pari a 103,425 milioni di euro.
  Si segnala, inoltre, che in attuazione delle disposizioni urgenti previste dal predetto decreto-legge n. 136 del 2013, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha intrapreso un'approfondita istruttoria, previa consultazione degli istituti di ricerca interessati, al fine di elaborare lo schema di regolamento concernente i parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo su colture alimentari e le relative modalità di verifica condiviso con gli altri Ministeri concertanti.
  Si fa presente, infine, che la legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un fondo con una dotazione di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per l'effettuazione di interventi di carattere economico, sociale ed ambientale nei territori della Campania noti come «Terra dei fuochi».
  Nel novembre 2016 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha predisposto la bozza di decreto nel quale sono stati individuati gli interventi e le amministrazioni competenti cui destinare le rimanenti risorse patì a 297 milioni di euro, inviata al Ministro dell'economia e delle finanze per condivisione e per le valutazioni di competenza ai fini della successiva firma da parte del Presidente del Consiglio dei ministri.
  Si rassicura comunque che, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere un'attività di monitoraggio e supporto, anche al fine di valutare un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

statistica della sanita'

sostanza tossica

discarica abusiva