ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16273

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 779 del 12/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: OLIARO ROBERTA
Gruppo: CIVICI E INNOVATORI
Data firma: 12/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/04/2017
Stato iter:
27/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/10/2017
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 13/09/2017

SOLLECITO IL 16/10/2017

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/10/2017

CONCLUSO IL 27/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16273
presentato da
OLIARO Roberta
testo di
Mercoledì 12 aprile 2017, seduta n. 779

   OLIARO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   secondo gli ultimi dati Istat diffusi dall'Ufficio studi Confartigianato nel 2016 le esportazioni totali liguri aumentano dell'8,7 per cento rispetto all'anno precedente, superando i 6,7 miliardi di euro, a fronte di un +1,2 per cento di crescita nazionale (oltre 400 miliardi di euro). Ai primi posti per volume di esportazioni si collocano la Lombardia (quasi 110 miliardi, +1 per cento) il Veneto (oltre 56,6 miliardi, +1,2 per cento), l'Emilia Romagna (54,7 miliardi, +1,3 per cento);
   considerando invece l'esportazione dei settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese, che pesa per il 14,2 per cento (955 milioni di euro) sull’export del totale manifatturiero regionale, a fronte di questa crescita regionale totale dell'8,7 per cento, nel 2016 l'esportazione delle micro e piccole imprese della Liguria registra un calo dell'11,9 per cento, sul quale pesano gli andamenti di Genova e La Spezia. Nello spezzino l’export totale cresce del 2,6 per cento (886 milioni), mentre le microimprese perdono il 17,6 per cento (265 milioni di merce esportata). A Genova l’export totale (oltre 3,9 miliardi) aumenta dell'8,7 per cento, mentre la divisione ad alta concentrazione di micro e piccole imprese (487 milioni) cala del 13,2 per cento. Quasi invariato l'andamento delle esportazioni tra le microimprese a Imperia (+0,3 per cento, 150 milioni di euro), a fronte invece di un calo generale dell’export in provincia (-5,7 per cento, 268 milioni). Infine Savona registra i risultati migliori della regione, con un export totale in crescita del 15,3 per cento (quasi 1,7 miliardi) e quello relativo alla divisione ad alta concentrazione di microimprese (53 milioni) in aumento dell'1,2 per cento rispetto al 2015;
   a livello nazionale, l'andamento dell’export delle microimprese mostra un aumento dell'1,3 per cento per un totale di oltre 117 miliardi di euro di export. Anche in questo caso, ai primi posti per volumi di merce movimentata troviamo la Lombardia (30 miliardi, +3,6 per cento), Veneto (24,8 miliardi, +1,3 per cento) ed Emilia Romagna (14,7 miliardi, +2,4 per cento);
   tra i settori a maggior concentrazione di microimprese più rilevanti per le vendite all'estero c’è quello alimentare: nel 2016 il trend ligure delle esportazioni per questo segmento resta positivo del 4 per cento, con 360 milioni di euro di merce esportata. In calo solo Imperia (106 milioni di euro, –1,6 per cento), mentre dati positivi registrano Genova (201 milioni, +6,7 per cento), Savona (32 milioni, +7,7 per cento) e La Spezia (21 milioni, +1,9 per cento);
   anche a livello nazionale la dinamica è positiva: +3,6 per cento per un totale di quasi 24 miliardi di prodotti alimentari esportati –:
   nonostante rispetto agli anni passati si registrino lievi segnali di ripresa dell’export delle microimprese, quali iniziative si intenda adottare per sostenere e rilanciare questo importante segmento dell'economia italiana, nonché per promuovere e valorizzare maggiormente i nostri prodotti sui mercati internazionali. (4-16273)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 27 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 880
4-16273
presentata da
OLIARO Roberta

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
  Rendere più competitivo il sistema dell’
export italiano, chiamato a confrontarsi in una dinamica internazionale sempre più articolata e complessa, rappresenta uno degli obiettivi primari del Ministero dello sviluppo economico.
  Il «Piano straordinario per il
made in Italy e l'attrazione degli investimenti», ha previsto per il triennio 2015-2017 una articolata serie di misure, pensate per accompagnare e sostenere i diversi segmenti d'impresa.
  In particolare, per quanto riguarda il vasto mondo delle micro e piccole imprese, la strategia del Governo ha soprattutto puntato al potenziamento delle loro competenze.
  I principali assi di intervento sono stati:

   1) formazione;

   2) maggiore accesso alle informazioni sui mercati e sugli strumenti promozionali, finanziari e di assicurazione e riassicurazione dei rischi che gli impreditori possono incontrare all'estero;

   3) ricorso facilitato a professionalità e competenze manageriali specifiche.

  Per quanto concerne le attività di formazione, attraverso Ice agenzia sono state formate nel biennio 2015 - 2016 oltre 2.000 imprese (nell'ambito di programmi come «Export sud», rivolto alle imprese delle regioni obiettivo 1; ed «export now!»); iniziative che si sono affiancate al tradizionale Master «Cor.CE» (Corso di specializzazione in commercio estero - svolto da Ice dal 1963), nonché alla formazione professionale di figure sia junior che senior di Temporary export managers (per creare un bacino di professionisti, i cosiddetti Tem, a disposizione delle imprese).
  Per divulgare le informazioni sugli strumenti e le opportunità assicurate dagli strumenti della «
promotion» nazionale direttamente alle imprese sui territori, è stata avviata l'iniziativa «Roadshow Italia per le imprese» che ha visto presentare per la prima volta i prodotti e servizi di Ice Agenzia, Simest e Sace in forma integrata, in collaborazione con Confindustria, Rete imprese Italia, Unioncamere ed Alleanza delle cooperative italiane.
  Dal 2015, nel corso delle 45 tappe finora tenutesi in altrettante province italiane, sono state coinvolte oltre 7.000 imprese a cui è stata data anche la possibilità di partecipare ad incontri personalizzati di prima consulenza e indirizzo sui mercati.
  Infine, per dotare le micro e piccole imprese di adeguate professionalità, il Ministero dello sviluppo economico ha messo a punto la misura dei «
voucher Tem» nel corso del 2016 circa 1.800 imprese hanno ricevuto un voucher di 10.000 euro con cui acquistare i servizi di Temporary export management forniti da professionisti dell'internazionalizzazione.
  Appare opportuno ricordare come il Ministero abbia affidato ad un operatore di mercato l'incarico di realizzare un'analisi di «
customer, satisfaction» cioè del grado di soddisfazione sulla misura del voucher Tem. Dall'analisi è emerso che oltre il 75 per cento delle micro e piccole imprese beneficiarie del voucher ha segnalato la propria soddisfazione; di queste, oltre il 60 per cento ha dichiarato di aver individuato nuovi clienti all'estero, ed oltre il 50 per cento di aver ampliato il proprio grado di internazionalizzazione.
  Anche sulla base di tali risultati, il Ministero dello sviluppo economico ha deciso di dare continuità allo strumento, lanciando nel corso del 2017 una seconda edizione del
voucher Tem.
  Tutto ciò va naturalmente inserito nel quadro del sopra citato Piano straordinario per il
made in Italy, che rappresenta il perno della nuova azione del Governo per promuovere e valorizzare maggiormente i nostri prodotti sui mercati internazionali.
  Il Piano si articola in tre idee guida:

   riorganizzare il sistema della promotion pubblica a livello centrale, attraverso il rafforzamento della Cabina di regia per l'internazionalizzazione, il rilancio di Ice agenzia e l'integrazione dei prodotti e dei servizi delle società Sace e Simest, in una logica di «Export Bank» all'interno del gruppo Cassa depositi e prestiti;

   incrementare le risorse promozionali a sostegno della maggior presenza e visibilità dei nostri prodotti sui mercati esteri, concentrandole su mercati maturi (come quelli dei partner europei e degli USA), da presidiare per non perdere quote di export rispetto ai paesi nostri concorrenti; e mercati ad alto potenziale, ossia con forti margini di crescita futura;

   rivedere radicalmente la strategia della promotion, puntando su grandi progetti promozionali trasversali, ribadendo l'importanza di elementi quali l'informazione, la formazione e la managerializzazione delle imprese che siano già, o anche solo «potenzialmente», esportatrici - per arrivare a aumentare il numero degli esportatori italiani.
   

  Per realizzare il Piano i fondi pubblici per la promozione sono passati da 50 milioni di euro (periodo 2010-2014) a 200 milioni di euro l'anno (2016-2017).
  Oltre alle risorse finanziarie il Piano ha visto un cambio di metodo proprio di una politica economica efficace, che deve saper individuare le priorità per la crescita e mettere a punto strumenti che sappiano interpretare le tendenze internazionali e soddisfare le esigenze di imprese diverse per dimensione e risorse umane e finanziarie. Il Piano straordinario ha realizzato questo, utilizzando studi e previsioni economiche su mercati e settori, ascoltando gli imprenditori e le associazioni e disegnando misure innovative.
  Si tratta di un programma di eccezionale portata per l'ammontare delle risolse impiegate e per la valenza strategica delle misure da attuare: il Piano punta su un deciso incremento dell’
export italiano e, al contempo, su una maggiore capacità del sistema Paese di attrarre gli investimenti diretti esteri.
  

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Ivan Scalfarotto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

microimpresa

piccola impresa

piccola industria