ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16207

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 775 del 06/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: BRESCIA GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/04/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16207
presentato da
BRESCIA Giuseppe
testo di
Giovedì 6 aprile 2017, seduta n. 775

   BRESCIA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   si apprende a mezzo stampa (Il fatto quotidiano.it del 18 marzo 2017) la vicenda di Adriana, transessuale 34enne di origini brasiliane, immigrata in Italia da 17 anni e attualmente trattenuta nel centro di identificazione ed espulsione di Restinco (Brindisi) dove è presente unicamente il reparto maschile;
   dopo aver perso il lavoro a causa dei cambiamenti fisici procurati dalla cura ormonale a cui si è sottoposta e a seguito della scadenza del permesso di soggiorno, Adriana ha prima ricevuto il foglio di via, poi è stata rinchiusa a fine gennaio 2017 scorso nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Brindisi, senza che si tenesse conto della sua identità sessuale;
   Adriana si trova adesso in un Cie per soli uomini dove non sono mancati insulti e minacce, vivendo pertanto una situazione di costante disagio che la porta a trascorrere le sue giornate sotto l'occhio delle telecamere di sicurezza, unico strumento di «difesa» che ha all'interno del centro;
   durante questi due mesi di reclusione la difficile convivenza con alcuni soggetti trattenuti nel Cie non è stato il solo problema che Adriana ha dovuto affrontare. In concomitanza alla sua detenzione, Adriana ha dovuto interrompere la cura ormonale. Le sue richieste per ricevere tali cure sono state respinte perché pare non sia possibile sottoporla a visite mediche per la prescrizione delle pillole e la prosecuzione della terapia ormonale;
   sebbene al momento Adriana si trovi in una situazione di irregolarità nei confronti dell'ordinamento italiano, è dovere dello Stato tutelare la sua dignità e i suoi diritti di individuo. Il suo caso si aggiunge ai controlli e le inchieste sui Cie promossi negli anni da associazioni, organizzazioni non governative e specialmente il Parlamento, nonché alle testimonianze dei migranti trattenuti, che hanno puntualmente e chiaramente evidenziato la totale inadeguatezza delle strutture e di tutto il modello dei centri di identificazione ed espulsione;
   la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica ha sancito, a fronte delle tante criticità riscontrate, l'urgenza di superare l'attuale sistema e di riconsiderarlo completamente esponendo le motivazioni nel «Rapporto sui centri di identificazione ed espulsione in Italia» aggiornato a febbraio 2016;
   il decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, ignorando tutti i risultati delle inchieste e degli studi effettuati, rilancia i Cie rinominandoli Cpr – Centri per il rimpatrio, prevedendo inoltre un sostanziale ampliamento dei posti disponibili e l'apertura di un Cpr per ogni regione;
   il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale nella sua recente «Relazione al Parlamento 2017» esprime con forza e chiarezza le numerose criticità dei Cie e Cpr dichiarandone l'inopportunità e l'inefficacia nel garantire la tutela dei migranti detenuti;
   l'articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, prevede al secondo comma che nei Cie lo straniero sia trattenuto «con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza e il pieno rispetto della sua dignità» –:
   se il Ministro interrogato intenda verificare compiutamente se siano stati rispettati i diritti della persona di cui in premessa trattenuta nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco (Brindisi) e che le sia stato garantito l'accesso ad un difensore, ad un medico, ad ottenere la giusta informativa sulla sua condizione e a contattare parenti o terze persone a propria scelta per informarli della propria condizione;
   quali iniziative intenda assumere al fine di tutelare i diritti di tale persona, anche provvedendo a un suo pronto trasferimento in un luogo più idoneo rispetto a un Cie per soli uomini e garantendo la possibilità di proseguire con le cure a cui si sottoponeva in precedenza anche in una situazione di trattenimento come quella attuale. (4-16207)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

espulsione

diritto dell'individuo

diritti umani