ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16171

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 774 del 05/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 05/04/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16171
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 5 aprile 2017, seduta n. 774

   QUARTAPELLE PROCOPIO e FEDI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   numerose ragioni economiche, politiche e sociali conducono il nostro Paese ad essere sempre più implicato nelle vicende africane, come dimostrato dal ruolo centrale che in tempi recenti le istituzioni conferiscono all'Africa e alle relazioni dell'Italia con i Paesi africani;
   a tal fine, è un obiettivo prioritario accrescere l'interesse ed estendere le conoscenze degli italiani, e in particolare delle più giovani generazioni, per lo studio e la diffusione della storia, dell'arte, della letteratura e della cultura africana;
   uno dei fondi documentari ed archivistici più importanti tra quelli esistenti per lo studio, per la conoscenza e per la storia dell'Africa intera, ed in particolare della Libia, è chiuso da più di quattro anni in seguito ad una disastrosa vicenda amministrativa. Si tratta della biblioteca e degli archivi dell'Istituto per l'Africa e l'Oriente (Isiao), che è la più importante in Italia per gli studi africani, ed è una delle prime in Europa per l'unicità e la dimensione delle sue collezioni; il decreto del Presidente della Repubblica del 16 gennaio 2017 sancisce che fra le competenze delegate al Vice Ministro Mario Giro, vi sono le questioni relative all'Isiao, ivi inclusi i provvedimenti afferenti alla liquidazione del medesimo; pertanto dopo le dimissioni di Antonio Armellini da commissario liquidatore, le residue attività liquidatorie sono svolte dall'Unità di analisi, programmazione e documentazione storico-diplomatica del MAECI;
   il fondo fotografico conservato insieme alla biblioteca è stato definito «la memoria visiva della nostra vicenda coloniale»; quello cartografico conserva una documentazione unica per la sua completezza sui territori più legati alla presenza storica italiana nel continente africano;
   questa situazione ha danneggiato gravemente gli studi in ambito africanistico, impedendo la continuità delle ricerche condotte dagli studiosi e dagli studenti delle nostre università;
   da pochi giorni il segretariato generale ha deciso di trasferirne tutto il patrimonio, compresa la biblioteca, al Museo delle civiltà. Il Museo, prodotto della fusione di quello preistorico etnografico «Pigorini», arti e tradizioni popolari, arte orientale «Tucci» e alto medioevo, avrà sede all'Eur, e condividerà i locali anche con il Museo nazionale di arte orientale, sito attualmente in Via Merulana, presso il palazzo Brancaccio;
   i locali presso l'EUR di Roma sono tutti di proprietà dell'INAIL, presi in locazione dal Mibact. Nel Piano strategico grandi progetti beni culturali 2017-2018, il Mibact ha programmato la spesa di 10 milioni di euro per la «Riorganizzazione, l'allestimento e la valorizzazione del Museo delle Civiltà»;
   attualmente tali musei, dal punto di vista del personale, sono drammaticamente carenti, poiché i funzionari e i professionisti altamente qualificati in pensione, non sono stati rimpiazzati. Ad esempio, al Museo Pigorini non c’è più nessun africanista. È ora in corso un concorso per l'assunzione di 500 funzionari al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che comprende cinque demoetnoantropologi nel Lazio, che presumibilmente saranno destinati al museo delle civiltà. Nel Lazio si assumeranno anche dieci bibliotecari, che difficilmente verranno assegnati al museo, poiché già le maggiori biblioteche risultano carenti di personale –:
   quali siano tempi e le modalità d'attuazione della riunificazione del patrimonio che apparteneva all'ISIAO presso il Museo delle civiltà e come si intenda garantire la rapidità e la corretta conservazione del materiale, tenendo conto anche dei progetti di ristrutturazione dell'edificio;
   come si intenda assicurare la conservazione e il restauro del patrimonio, e specialmente della cartoteca e fototeca, e se non si valuti opportuno arricchire ulteriormente la biblioteca di africanistica, attraverso acquisti di monografie straniere e abbonamenti ai periodici stranieri e/o alle banche dati bibliografiche internazionali;
   quali ulteriori iniziative si intenda intraprendere per assicurare un'adeguata assegnazione di personale presso il Museo delle civilità. (4-16171)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-16171
presentata da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, nel quale l'interrogante chiede al Ministero quali siano i tempi e le modalità d'attuazione della riunificazione del patrimonio che apparteneva all'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente e come intenda garantire la corretta conservazione e il restauro del patrimonio culturale, nonché quali iniziative si prevede di intraprendere per assicurare un'adeguata assegnazione di personale presso il museo delle civiltà.
  Sulla base degli elementi forniti dalle direzioni generali competenti di questo ministero, si fa presente quanto segue.
  L'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente (ISIAO), istituito dalla legge n. 505 del 1995, articolo 3, quale ente di diritto pubblico e soggetto alla vigilanza del Ministero degli affari esteri, nasce dalla fusione tra l'Istituto per il medio ed estremo oriente (ISMEO) e l'Istituto italo-africano (IIA).
  Con decreto 11 novembre 2011 del Ministero degli affari esteri, l'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente è stato assoggettato a liquidazione coatta amministrativa.
  Il patrimonio dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente includeva, oltre alle collezioni museali asiatiche e africane ereditate, rispettivamente, dall'Istituto per il medio ed estremo oriente e dall'Istituto italo-africano, anche una ricca biblioteca ed un archivio che comprende:

   l'archivio istituzionale dell'ente e degli enti suoi antecedenti (Istituto per il medio ed estremo oriente e dall'Istituto italo-africano);

   62 fascicoli provenienti dall'archivio del Museo africano;

   una cartoteca di oltre 3.500 carte geografiche dell'Africa e dei territori sotto controllo italiano, per un totale di 14.000 fogli, creata dal servizio cartografico del min. Africa italiana, nonché 6.000 pezzi tra carte e disegni asiatici;

   un archivio fotografico che, per la sola sezione africana, comprende 100.000 stampe, 300 album, ventimila negativi su lastra di vetro e varie centinaia su pellicola. La sezione di orientalistica dell'archivio fotografico comprende invece più di 30.000 pezzi tra lastre vetro e negativi del fondo Tucci, rulli di negativi delle missioni in Asia e archivio di documentazione oggetti e mostre.

  Per quanto riguarda la biblioteca dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente, essa conserva i fondi librari delle biblioteche dell'Istituto italo-africano e dell'Istituto italiano per il medio ed estremo oriente e il suo patrimonio, unico in Italia, consta di oltre centoventimila volumi, duemilacinquecento testate di periodici, di raccolte rare e di pregio (manoscritti, silografie, antiche edizioni, carte geografiche).
  Tale importante patrimonio bibliografico, unitamente alla cartoteca e alla fototeca, è stato dichiarato di eccezionale interesse culturale dalla regione Lazio nel 2013, ai sensi dell'articolo 12, decreto legislativo n. 42 del 2004.
  La commissione di vigilanza della liquidazione coatta amministrativa dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente ha ritenuto che l'archivio storico dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente dovesse essere versato all'archivio storico del Ministero degli affari esteri (dove si trova attualmente), mentre cartoteca e fototeca sono stati stralciati dall'archivio e trasferiti alla biblioteca nazionale centrale di Roma, assieme alla biblioteca dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente.
  La direzione generale biblioteche di questo Ministero, nell'ambito delle proprie competenze, non solo ha regolarmente monitorato lo stato di conservazione delle collezioni, intervenendo anche in occasione di un grave attacco fungino nel 2014, ma, a seguito del provvedimento che ha sottoposto l'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente a liquidazione coatta amministrativa con disposizione congiunta dei Ministeri dell'economia e delle finanze e degli affari esteri l'11 novembre 2011 (
Gazzetta Ufficiale n. 11 del 14 gennaio 2012), ha costantemente verificato che l'importante patrimonio bibliografico non subisse perdite, danni e fosse, pertanto, opportunamente tutelato.
  Tutto il patrimonio dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente è stato periziato dai tecnici del ministero. A seguito di intese con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la biblioteca e le raccolte fotografiche e cartografiche sono state collocate presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, che ha destinato a tali pregiate collezioni un'intera ala e ha assicurato un'adeguata conservazione del materiale, consentendo una corretta fruizione del patrimonio, da tempo non disponibile per l'utenza.
  Come giustamente ha ricordato l'interrogante, il museo delle civiltà rientra nel piano strategico grandi progetti beni culturali 2017-2018 del Ministero, programma che si articola in 22 interventi per un valore complessivo di 135 milioni di euro, di cui 12 riguardanti i musei e le aree archeologiche di rilievo nazionale (tra cui appunto il museo delle civiltà all'Eur, per il quale il ministero ha programmato la spesa di 10 milioni di euro – suddiviso in due annualità 2017 e 2018 da 5 milioni di euro cadauna – per la sua «Riorganizzazione, l'allestimento e la valorizzazione»), 6 attinenti le grandi biblioteche, archivi, scuole e 5 relativi al recupero e riqualificazione di poli culturali.
  Al museo delle civiltà afferiscono grandi strutture museali precedentemente autonome: il museo preistorico ed etnografico Pigorini, il museo dell'alto medioevo, il museo delle arti e tradizioni popolari e il museo nazionale di arte orientale. Quest'ultimo Istituto è depositario da tempo delle collezioni d'arte dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente, nonché di quei beni che sono stati recentemente trasferiti dalla vecchia sede dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente.
  Nelle more, dunque, dell'allestimento del museo delle civiltà, le collezioni d'arte dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente vengono comunque esposte nella sede dell'Eur.
  La riapertura dei fondi bibliografici, cartografici e fotografici presso la Biblioteca nazionale centrale è stata inaugurata il giorno 9 maggio 2017, in occasione di una giornata pubblica, che ha previsto anche un momento di valorizzazione delle collezioni orientali e africane con particolare riguardo all'integrazione con le collezioni orientali della Biblioteca nazionale.
  Per l'occasione è stata infatti siglata una convenzione tra la Biblioteca nazionale e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la tutela, la valorizzazione e la fruizione della Biblioteca dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente.
  È stata inoltre allestita – nel periodo dal 9 maggio al 30 giugno 2017 – una esposizione emblematica dei tesori dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente, inserita nell'ambito della campagna nazionale di promozione della lettura Il maggio dei libri, che ha incluso anche una sezione sulle preziose collezioni orientali della Biblioteca nazionale (mostra «Tra Africa e oriente – Le collezioni dell'Isiao alla BNC»).
  La riapertura di una delle biblioteche più complete in Europa sulla storia e la cultura delle civiltà di Africa ed Asia, a lungo attesa da studiosi ed accademici italiani e internazionali, è stata resa possibile dalla collaborazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che dallo scorso novembre cura la liquidazione dell'ente, e da questo ministero.
  Gli sforzi comuni delle due amministrazioni hanno così permesso di salvaguardare la prestigiosa eredità culturale dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente e di assicurarne di nuovo la fruibilità da parte del pubblico, restituendo alla cittadinanza uno strumento prezioso per coltivare ed approfondire la conoscenza di culture e popoli sempre più vicini nel mondo del XXI secolo.
  La biblioteca dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente si articola in tre sezioni per un totale di oltre 180.000 volumi, suddivisi a loro volta in diversi fondi, che costituiscono una testimonianza unica per ricchezza e varietà del materiale custodito: tra di essi spiccano quelli di antichi manoscritti sanscriti e tibetani acquisiti dal fondatore della biblioteca, l'orientalista Giuseppe Tucci, il fondo Dubbiosi con numerose opere manoscritte in arabo ed il fondo Taddei, fondamentale per lo studio dell'arte del Gandhara.
  Sono parte integrante del patrimonio trasferito presso la sede della Biblioteca nazionale anche la fototeca africana e la cartoteca, già appartenute all'Istituto italo-africano, che contano rispettivamente oltre 100.000 tra fotografie e negativi risalenti al periodo coloniale italiano ed oltre 14.000 carte geografiche della stessa epoca storica.
  Tale patrimonio dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente andrà ad integrarsi con le collezioni orientali della Bncr, in particolare il fondo cinese e giapponese, una raccolta unica in Italia per ricchezza e omogeneità di materiale.
  Riguardo, invece, ai beni dell'ex museo africano (consistenti in circa 12.000 oggetti) prima devoluti all'Istituto per l'Africa e l'oriente, poi al museo nazionale d'arte orientale, nel marzo 2017 si è provveduto a trasferire definitivamente presso il museo nazionale preistorico «L. Pigorini», risultato il destinatario ideale per affinità di interessi e raccolte, la restante parte di patrimonio ancora collocata in via Aldrovandi.
  Una parte di tali beni — in deposito temporaneo dal 2001 presso palazzo Brancaccio, sede del museo nazionale d'arte orientale (MNAO) – in attuazione del protocollo d'intesa (2182 del 3 novembre 2010) tra l'allora direzione generale delle antichità e l'istituto italiano per l'Africa e l'oriente, era già stata trasferita, negli ultimi due mesi del 2011, presso il predetto museo.
  Tutti i beni pervenuti — comprendente materiale storico militare, etnografico, archeologico, economico (parte della mostra campionaria) e la sezione artistica – come rappresentato dalla direzione generale musei, sono stati collocati in quattro depositi appositamente predisposti, dopo aver esperito le necessarie operazioni di primo intervento conservativo consistite nelle seguenti categorie: rimozione delle polveri, delle incrostazioni e dello sporco con metodi fisici e chimici, ricomposizione di frammenti o elementi mobili o parti accessorie onde evitare possibili dispersioni, controllo e raggruppamento di serie numeriche di più oggetti aventi lo stesso numero d'inventario, accorpamento di elementi pertinenti a singoli oggetti complessi.
  Successivamente alle operazioni preliminari di conservazione sono stati eseguiti interventi di restauro su manufatti il cui stato era molto compromesso e/o con fenomeni di degrado progressivo in atto come ad esempio 21 modelli di imbarcazioni lignee rappresentanti vari tipi di natanti a vela tipici dell'area siculo-maltese, mediorientale, etiopica, somala, araba, che sono stati sottoposti ad interventi strutturali con montaggio delle velatine e spostati in un deposito più consono alle nuove dimensioni per garantirne migliori condizioni di conservazione ambientale e renderne più agevole la movimentazione in sicurezza.
  I restauri non hanno interessato le sole imbarcazioni ma anche molti altri manufatti come scudi cerimoniali, armi, ceramiche, manufatti archeologici ed etnografici e ricostruzioni plastiche.
  Al momento sono in corso le verifiche sistematiche dello stato di conservazione della sezione artistica e grafica, con il relativo riscontro inventariale, l'aggiornamento degli elenchi e delle nuove collocazioni, operazioni che saranno presto estese ai restanti materiali della collezione.
  In un prossimo futuro, si prevede l'apertura di una sezione espositiva dedicata ai beni dell'ex Istituto italiano per l'Africa e l'oriente che sarà oggetto di specifica progettazione con esperti nominati
ad hoc nel quadro della definizione degli aspetti espositivi e di deposito assegnati al museo delle civiltà.
  I competenti uffici del Ministero, quindi, consci dell'inestimabile valore culturale e artistico delle collezioni dell'Istituto italiano per l'Africa e l'oriente, hanno assicurato la massima attenzione alle questioni evidenziate nell'interrogazione.
  Per la parte, infine, in cui l'interrogante chiede quali ulteriori iniziative il Ministero intenda intraprendere per assicurare un'adeguata assegnazione di personale presso il museo delle civiltà, si sottolinea l'impegno costante del Ministero ad assicurare l'ingresso di nuove unità di personale, a fronte del pensionamento di molteplici risorse umane.
  In particolare, il Ministero, ai sensi della legge n. 208 del 28 dicembre 2015, ha proceduto all'indizione del concorso pubblico per n. 500 funzionari relativi ai profili di storico dell'arte, bibliotecario, archivista, antropologo, architetto, restauratore, demoetnoantropologo e promozione e comunicazione per i quali sta procedendo ad effettuare le relative assunzioni.
  Si sottolinea che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 aprile 2017 questo Ministero è stato autorizzato allo scorrimento per n. 200 funzionari esperti del patrimonio culturale, provenienti dalle graduatorie degli idonei del sopra citato «Bando dei 500».
  Inoltre, sempre con il suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, questo Ministero è stato autorizzato ad assumere anche n. 100 funzionari amministrativi mediante lo scorrimento di graduatorie di altre pubbliche amministrazioni, segnatamente quella del concorso «120 funzionari Ripam/Coesione».
  Oltre a ciò, l'articolo 1, comma 305, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 di approvazione del bilancio di previsione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018, autorizza questa amministrazione ad assumere fino ad un massimo di n. 200 unità di personale, appartenenti all'area III – posizione economica F1, mediante ulteriore scorrimento delle graduatorie di concorso delle procedure di selezione pubblica di cui all'articolo 1, comma 328 e seguenti, della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
  Pertanto, l'iniziale contingente di assunzioni previsto in 500 unità, verrà portato a 1000.
  Ne discende che questo Ministero segue con particolare attenzione l’
iter connesso con la procedura in questione.
  Il piano di assunzioni, nel rispetto delle esigenze di funzionalità e del principio della ottimizzazione delle risorse finanziarie a disposizione e tenendo conto anche del riassetto organizzativo conseguente al ridimensionamento degli organici operato in esecuzione della normativa in materia di
spending review, sarà tale da garantire a questo Ministero il raggiungimento dei propri scopi.
  Tutelare, valorizzare, promuovere il patrimonio culturale e le politiche turistiche nazionali, favorirà l'innescarsi di meccanismi virtuosi nel tessuto produttivo italiano ed assegnerà ai beni culturali, nonché al turismo, un ruolo dinamico quali fattore di crescita e di sviluppo.
  

La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Ilaria Carla Anna Borletti dell'Acqua.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

biblioteca

concorso amministrativo

protezione del patrimonio