ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16068

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 768 del 28/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: MANNINO CLAUDIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/03/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/03/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16068
presentato da
MANNINO Claudia
testo di
Martedì 28 marzo 2017, seduta n. 768

   MANNINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nella sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2 dicembre 2014, la Corte è arrivata alla conclusione che l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 2007 e che è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del diritto dell'Unione europea. Di conseguenza, la Corte ha condannato l'Italia a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha rilevato poi che l'inadempimento perdura da oltre sette anni e che, dopo la scadenza del termine impartito, le operazioni sono state compiute con grande lentezza; un numero importante di discariche abusive si registra ancora in quasi tutte le regioni italiane. Essa considera quindi opportuno infliggere una penalità decrescente, il cui importo è ridotto progressivamente in ragione del numero di siti che saranno messi a norma, conformemente alla sentenza, computando due volte le discariche contenenti rifiuti pericolosi. La Corte ha condannato quindi l'Italia a versare altresì una penalità semestrale a far data dal 2 dicembre 2014 e fino all'esecuzione della sentenza del 2007. La penalità è calcolata, per quanto riguarda il primo semestre, a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro. Da tale importo sono detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 di euro per ogni altra discarica messa a norma;
   le 200 discariche oggetto della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2 dicembre 2014 sono ubicate nelle regioni seguenti: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto;
   l'Italia ha pagato, per ora, 40 milioni di euro come multa forfettaria e 39.800.000, 33.400.000, 27.800.000 euro come multe relative al primo, secondo e terzo semestre successivo alla sentenza;
   il comma 2-bis dell'articolo 41 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 riporta «nel caso di violazione della normativa europea accertata con sentenza della CGUE di condanna al pagamento di sanzioni a carico della Repubblica italiana, ove per provvedere ai dovuti adempimenti si renda necessario procedere all'adozione di una molteplicità di atti anche collegati tra loro, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente per materia, sentiti gli enti inadempienti, assegna a questi ultimi termini congrui per l'adozione di ciascuno dei provvedimenti e atti necessari. Decorso inutilmente anche uno solo di tali termini, il Consiglio dei ministri, sentito il soggetto interessato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro competente per materia, adotta i provvedimenti necessari, anche normativi, ovvero nomina un apposito commissario. Alla riunione del Consiglio dei ministri è invitato il Presidente della Giunta regionale della regione interessata al provvedimento. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche agli inadempimenti conseguenti alle diffide effettuate in data anteriore alla data di entrata in vigore della presente disposizione che si fondino sui presupposti e abbiano le caratteristiche di cui al primo periodo»;
   è il generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà il commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente di 58 discariche abusive oggetto di diffida i cui termini sono infruttuosamente scaduti; lo ha stabilito il Consiglio dei ministri del 24 marzo 2017, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri Gentiloni e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Galletti –:
   quali siano le garanzie ottenute dagli enti locali per l'adozione di ciascuno dei provvedimenti e degli atti necessari riguardanti le discariche oggetto della citata condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea, che non rientrano nelle competenze del Commissario Vadalà, e quali siano i «termini congrui» entro cui gli enti interessati dovranno adottare i provvedimenti e gli atti necessari.   
(4-16068)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-16068
presentata da
MANNINO Claudia

  Risposta. — Con riferimento alle problematiche evidenziate nell'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Com'è noto, il 2 dicembre 2014 la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha condannato l'Italia al pagamento di una sanzione forfettaria di circa 40 milioni di euro e di una penalità semestrale, calcolata per il primo semestre a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro, in ragione della mancata esecuzione della sentenza di condanna del 26 aprile 2007 da parte delle amministrazioni comunali e regionali nel cui territorio ricadono le discariche non in regola con la direttiva rifiuti 75/442/CE (modificata dalla direttiva 91/156/CEE), con la direttiva 91/689 e con la direttiva 1999/13/CE. La sentenza di condanna riguardava complessivamente 200 discariche presenti sul territorio di 18 regioni italiane. Si tratta, in particolare:

   di n. 198 discariche dichiarate non conformi agli articoli 4, 8 e 9 della direttiva 75/442/CEE e all'articolo 2, paragrafo 1 della direttiva 91/689/CEE per le quali si rendevano necessarie operazioni di messa in sicurezza e/o bonifica;

   di n. 2 discariche dichiarate non conformi all'articolo 14, lettere da a) a c) della direttiva 1999/31/CE, per le quali si rendeva necessario dimostrare l'approvazione di piani di riassetto oppure l'adozione di decisioni definitive di chiusura.

  La sentenza ha una determinazione digressiva della sanzione pecuniaria: si prevede, infatti, la riduzione di 400.000 euro per la messa a norma di ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi e di 200.000 euro per la messa a norma di ciascuna discarica contenente rifiuti non pericolosi. Inoltre, la Commissione europea ha chiarito che, per dare esecuzione alla sentenza, non basta garantire che nei siti oggetto della condanna non siano più depositati rifiuti o che i rifiuti già depositati siano gestiti in conformità alla normativa Ue in materia, ma occorre altresì verificare che i rifiuti non abbiano inquinato il sito e, in caso di inquinamento, eseguire le attività di messa in sicurezza o bonifica ai sensi dell'articolo 240 del Codice dell'ambiente.
  L'elenco completo delle discariche oggetto del procedimento di esecuzione della sentenza è stato trasmesso informalmente dalla Commissione europea nel marzo 2015 per il tramite della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea. Tali discariche erano così ripartite sul territorio nazionale:

   Abruzzo 28; Basilicata 2; Calabria 43 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Campania 48 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Emilia Romagna 1 di rifiuti pericolosi; Friuli Venezia Giulia 3; Lazio 21 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Liguria 6 di cui 4 di rifiuti pericolosi; Lombardia 4 di cui 2 di rifiuti pericolosi; Marche 1 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Molise 1; Piemonte 1 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Puglia 12; Sardegna 1; Sicilia 12 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Toscana 6; Umbria 1 di cui 1 di rifiuti pericolosi; Veneto 9.

  A seguito dell'attività istruttoria svolta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stati notificati, alle regioni e agli enti locali interessati, 161 decreti di diffida del Presidente del Consiglio ai sensi dell'articolo 8, commi 1 e 2 della Legge 5 giugno 2003, n. 131, in vista dell'eventuale esercizio del potere sostitutivo straordinario di cui all'articolo 120, secondo comma, della Costituzione.
  I termini imposti nelle diffide del Presidente del Consiglio dei ministri non sono tutti scaduti e la situazione è quotidianamente monitorata dal Ministero.
  L'elenco completo delle discariche abusive e lo stato delle attività di bonifica è riportato sul sito istituzionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al seguente indirizzo: http://www.minambiente.it/pagina/discariche-abusive.
  Si rappresenta, inoltre, che in data 24 marzo 2017 il Consiglio dei ministri ha nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale il generale di brigata dell'Arma dei carabinieri Giuseppe Vadalà.
  L'elenco dei siti commissariati inizialmente contava 58 discariche, oggi ridotto a 51 per l'esclusione, ad aprile 2017, con la decisione SG-Greffe(2017) D/6030 del 18 aprile 2017, del sito di Sernaglia della Battaglia (Veneto) e dei siti di Rotondi, Durazzano e Cusano Mutri (Campania), di Isola del Giglio (Toscana) e dei siti di Monte San Giovanni Campano e Patrica (Lazio) con la decisione SG-Greffe (2017) D/13722 del 4 settembre 2017.
  Alla data odierna permangono quindi in procedura di infrazione sotto l'egida del Commissario Vadalà le 51 discariche riportate di seguito con specificazione dei comuni e delle località dove sono ubicate:

   Abruzzo: Casalbordino (CH), San Gregorio;

   Calabria: Davoli, Vasi; Longobardi (CS), Tremoli Tosto; Mormanno (CS), Ombrelle; San Calogero (VV), Papaleo; Tortora, Sicilione; Belmonte calabro (CS), Manche; Belmonte calabro (CS), Santa Caterina; Martirano (CZ), Ponte del soldato; Pizzo (VV), Marinella; Sangineto (CS), Timpa di civita; Verbicaro (CS), Acqua dei bagni; Amantea (CS), Grassullo; Joppolo (VV), Calafatoni (Colantoni); Magisano (CZ), Finoieri; Taverna (CZ), Torrazzo; Arena (non Gerocarne) (VV), Lapparni; Badolato (CZ), San marini; Petronà (CZ), Pantano Grande; Sellia (CZ), Aria;

   Campania: San Lupo (BN), L. Defenzola; Castelvetere di Valfortore (BN), Lama Grande; Tocco Caudio (BN), Paudone; Puglianello (BN), Marrucaro; Pescosannita (BN), Lame; Sant'Arcangelo Trimonte (BN), Nocecchia Pianella; Sant'Arsenio (SA), Loc. Difesa; Benevento, Ponte Valentino;

   Lazio: Filettino (FR), Cerreta; Oriolo Romano, Ara San Bacano; Riano (RM), Piana Perina; Trevi nel Lazio, Carpinato; Trevi nel Lazio, Casette Caponi (alias Fornace);

   Puglia: Lesina (FG), Pontone Pontonicchio/Coppa Faccio Olive; Sannicandro Di Bari (BA), Pezze Pescorosso; Binetto (BA), Pezze di Campo; San Pietro Vernotico (BR), Marciaddare; Ascoli Satriano (FG), Mezzana La Terra; Santeramo in Colle (BA), Montefreddo;

   Sicilia: Cammarata (AG), San Martino; Cerda (PA), Caccione; Leonforte, Tumminella; Monreale (PA), Zabbia; Paternò (CT), C. da Petulenti; San Filippo del Mela (ME), C. da Sant'Agata; Augusta, Campo Sportivo;

   Veneto: Venezia, Marghera (Malcontenta C); Chioggia (VE), Borgo San Giovanni; Mira (VE), Borbiago, via Teramo; Salzano (VE), Sant'Elena di Robegano; Venezia, Marghera (area Miatello).

  In data 22 novembre 2017 l'incarico del commissario Vadalà è stato esteso alle seguenti n. 22 ulteriori discariche:

   Abruzzo: Bellante (TE), Sant'Arcangelo Bellante; Pizzoli (AQ), Caprareccia; Castel di Sangro (AQ), Petra Papera – Le Pretare; Calenza sul Trigno (CH), Difesa; Lama dei Peligni (CH), Cieco; Ortona dei Marsi (AQ), Fosso San Giorgio; Palena (CH), Carrera; Penne (PE), Colle Freddo; San Valentino in Abruzzo Citeriore (PE), Il Fossato; Taranta Peligna (CH), Colle di M; Vasto (CH), Cantalupo; Vasto (CH), Lota;

   Calabria: Colosimi (CS), Colle frantantonio; Acquaro (VV), Carrà; Reggio Calabria (RC), Malderiti;

   Campania: Andretta (AV), Frascineto; Castelpagano (BN), Campo della Corte; Pagani (SA), Torretta;

   Lazio: Villa Latina, Camponi;

   Sicilia: Siculiana, C. da Scalilli; Mistretta, C. da Muricello;

   Veneto: Venezia, Moranzani B.

  Tutte le informazioni inerenti l'attività del commissario Vadalà sono comunque disponibili sul seguente sito istituzionale: http://presidenza.governo.it/AmministrazioneTrasparente/Organizzazione/CommissariStraordinari/CS_Vadala.html.
  Avviata la fase di espunzione delle discariche messe a norma e di commissariamento per i siti non ancora messi in regola, si procederà all'esercizio dell'azione di rivalsa, ai sensi dell'articolo 43 della legge 23 dicembre 2012, n. 234, nei confronti delle Amministrazioni regionali e comunali interessate dalla sentenza di condanna della Corte di giustizia. Attraverso l'acquisizione dell'intesa prevista dall'articolo 43, comma 7, della legge 23 dicembre 2012, n. 234, si procederà al reintegro delle somme anticipate dall'Amministrazione statale, ai sensi dell'articolo 43, comma 9-
bis, della medesima legge, per il pagamento delle sanzioni comminate dalla Corte di giustizia dell'Unione europea con la sentenza di condanna ed erogate sino al 15 dicembre 2017, anche a fronte delle ingiunzioni di pagamento della Commissione europea relative alle successive penalità semestrali previste dalla citata sentenza.
  In conclusione si rassicura l'interrogante che, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a monitorare le attività in corso nonché a svolgere un'attività di sollecito nei confronti di tutti i soggetti istituzionali interessati e coinvolti.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sentenza della Corte CE

deposito dei rifiuti

violazione del diritto comunitario