ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16021

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 765 del 23/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 23/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 23/03/2017
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 23/03/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 23/03/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/03/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16021
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Giovedì 23 marzo 2017, seduta n. 765

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 10 marzo 2017, il Ministro dell'economia e delle finanze ha annunciato l'intenzione del Governo di mettere in vendita il 15 per cento della Cassa Depositi e Prestiti entro la fine dell'anno per, ricavarne 5 miliardi di euro, abbattere il debito pubblico e rientrare nei vincoli dell'Unione europea;
   Cassa Depositi e Prestiti è l'ultimo vero baluardo che resta per sperare di ricostruire una sovranità industriale, economica e monetaria nel Paese. Detiene oltre 240 miliardi di euro di depositi postali, eroga crediti al sistema impresa, possiede partecipazioni strategiche in Terna, Eni, Snam, Poste, Fincantieri, Saipem, Italgas e altre aziende strategiche dalle quali si potrebbe ripartire per impostare una politica industriale;
   la sua privatizzazione viene ipotizzata nonostante sia ormai un fatto conclamato di quanto, nel corso di decenni, le privatizzazioni siano state per il nostro Paese operazioni devastanti: a partire dagli anni 90, quando con la legge 30 luglio 1990, n. 218, gli «istituti di diritto pubblico» divennero privati. Dopo quasi 30 il bilancio è catastrofico: sistematicamente le banche necessitano di interventi-salvataggio da parte dello Stato e dei soldi dei cittadini;
   ma anche se le privatizzazioni non hanno mai portato a una diminuzione del debito pubblico e hanno comportato, con la svendita di aziende cruciali e di patrimoni industriali, alla cessione a gruppi stranieri o a disastri naturali – Telecom Italia, Autostrade S.p.A., o Ilva, solo per citarne alcuni – quando la situazione è emergenziale, la vendita del bene pubblico al privato diventa per tutti i governi l'unica soluzione possibile, senza che questa abbia finora risanato il nostro bilancio né pagato i nostri debiti che ammonterebbero a oltre 2.200 miliardi di euro;
   quella su Cassa Depositi e Prestiti potrebbe essere un'operazione sofisticata comprensibile soltanto agli addetti ai lavori e non certamente ai comuni cittadini, ignari e convinti della solidità e della inattaccabilità di Cassa Depositi e Prestiti;
   attualmente il suo capitale è per l'82,77 per del Ministero dell'economia e delle finanze, per il 15,93 per cento di Fondazioni bancarie e per l'1,30 per cento della stessa Cassa Depositi e Prestiti ma secondo il «Sole 24ore» lo scenario potrebbe cambiare. Infatti, il Mef venderebbe, a titolo oneroso, la sua quota del 29,3 per cento di Poste Italiane a Cassa Depositi e Prestiti entro l'anno, dandone indicazione nel Def il prossimo 10 aprile. Con il trasferimento a titolo gratuito di questa ulteriore quota (il 35 per cento) già trasferito nel 2016) di Poste, come aumento di capitale del Tesoro, Cdp «non avrebbe grandi difficoltà a trovare i fondi. E poi potrebbe rifarsi con i dividendi distribuiti da Poste sull'oltre 60 per cento del capitale»;
   qualora non dovesse essere sufficiente, il Ministero dell'economia e delle finanze sarebbe pronto a trasferire, per un aumento di capitale di Cassa Depositi e Prestiti, una serie di sue partecipazioni in aziende quotate (come Finmeccanica, Enav ed Eni) e non quotate (come Fs, Rai, Poligrafico). Solo con il passaggio delle quotate il capitale di Cassa Depositi e Prestiti aumenterebbe di 6 miliardi arrivando a superare i 30 miliardi di valore: la cessione del 15 per cento quindi, farebbe incassare allo Stato circa 5 miliardi;
   sempre il «Sole 24ore» paventa però il rischio che la vendita a un investitore estero, più interessato a – entrare direttamente nelle società quotate anziché in Cassa Depositi e Prestiti che è una holding di partecipazioni, possa essere «trattata a sconto». Si delinea, quindi, una futura e ulteriore svendita di patrimonio statale, con una perdita del 20-30 per cento, inutile ai fini del risanamento del nostro bilancio e del pagamento del debito pubblico –:
   se il Governo non ritenga opportuno fornire urgentemente informazioni, ed entro la presentazione del Documento di economia e finanza, sulle sue intenzioni riguardo alle notizie insistenti e diffuse dagli organi di stampa sull'ipotesi di vendita del 15 per cento di Cassa Depositi e Prestiti. (4-16021)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aumento di capitale

disastro naturale

erogazione di prestito