Legislatura: 17Seduta di annuncio: 765 del 23/03/2017
Primo firmatario: ASCANI ANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2017
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 23/03/2017
ASCANI. —
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali
. — Per sapere – premesso che:
come noto, il XVIII Rapporto (2016) AlmaLaurea, condotto sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati in Italia, non ha delineato un quadro confortante;
lo scopo dello studio è stato quello di fotografare le performance occupazionali che i laureati triennali, magistrali e magistrali a ciclo unico, hanno sul mercato del lavoro nazionale, sia nel breve che nel medio periodo. In particolare, ha mirato ad approfondire e migliorare la conoscenza in merito all'inserimento professionale dei giovani laureati, con il duplice obiettivo di orientare gli studenti che stanno per concludere gli studi universitari e di offrire alle università uno strumento efficace e tempestivo di analisi e valutazione degli esiti professionali dei loro laureati;
l'indagine ha coinvolto oltre 570.000 laureati di 71 atenei dei 73 attualmente aderenti al Consorzio AlmaLaurea, dei quali 64 coinvolti anche nell'indagine a cinque anni dal conseguimento del titolo, oltre a 265 mila laureati post-riforma del 2014 – sia di primo che di secondo livello – ad un anno dal termine degli studi universitari. Sono stati intervistati tutti i laureati di secondo livello del 2012 (oltre 107 mila), interpellati quindi a tre anni dal termine degli studi e i colleghi del 2010 (86 mila), contattati a cinque anni dal termine degli studi;
dato il campione assai rappresentativo si ritiene che i risultati dell'indagine siano da tenere in particolare considerazione;
ebbene, i dati prodotti fanno emergere due grandi problemi:
i) il crollo delle immatricolazioni;
i flussi di mobilità territoriale evidenziati dalle indagini AlmaLaurea sottolineano come negli ultimi 10 anni le regioni del Mezzogiorno abbiano perso costantemente capitale umano, migrato al Centro-Nord. L'andamento delle immatricolazioni mostra che, dopo l'aumento registrato dal 2000 al 2003 (+19 per cento), legato soprattutto al rientro nel sistema universitario di ampie fasce di popolazione di età adulta, e nonostante la leggera ripresa registrata nell'ultimo anno, dal 2003 al 2015 le Università hanno perso nel complesso quasi 70 mila matricole (-20 per cento): per il Sud la contrazione è del 30 per cento, per il Centro è del 22 per cento, per il Nord è del 3 per cento;
ii) il divario territoriale a livello occupazionale e retributivo: tra i laureati magistrali indagati a uno e a cinque anni dal titolo il divario territoriale resta elevato e sempre a favore del Nord;
a un anno dal titolo tra i magistrali il differenziale occupazionale è pari a 21 punti percentuali: è occupato il 74 per cento dei laureati residenti al Nord e il 53 per cento tra coloro che risiedono nelle aree Meridionali. Il tasso di disoccupazione è pari al 17 per cento tra i colleghi del Nord e sale al 36 per cento tra quelli del Sud. In tale contesto i laureati residenti al Centro si collocano di fatto in una condizione intermedia;
elevate anche le differenze retributive: tra i neolaureati che hanno iniziato l'attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, il differenziale è pari al 16 per cento. Al Nord, il guadagno è di 1.290 euro mensili netti rispetto ai 1.088 euro dei colleghi del Mezzogiorno;
a cinque anni dal conseguimento del titolo le differenze territoriali tra Nord e Sud del Paese si riducono apprezzabilmente, ma restano sempre a favore del Settentrione. Tra i laureati magistrali il differenziale occupazionale Nord-Sud scende a 15 punti percentuali. Lavorano 89 laureati su cento residenti al Nord, mentre al Sud l'occupazione coinvolge il 74 per cento dei laureati. Migliorano anche le retribuzioni: al Nord si attestano a 1.480 euro mensili netti, mentre al Sud arrivano a 1.242 euro –:
quali siano le iniziative che intendano adottare per porre rimedio ai due grandi problemi sopra descritti. (4-16009)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):insegnamento superiore
inserimento professionale
parita' retributiva