ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15954

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 761 del 16/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/03/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/03/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 30/05/2017

SOLLECITO IL 28/07/2017

SOLLECITO IL 30/10/2017

SOLLECITO IL 18/12/2017

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15954
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Giovedì 16 marzo 2017, seduta n. 761

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la località «Vasca San Sossio» nel comune di Marigliano (Napoli) è una delle aree della Campania a più alta criticità ambientale;
   l'antica vasca borbonica di laminazione di circa 3.000 metri quadrati, posta alla confluenza dei torrenti «Fosso dei leoni» e «Santa Maria del Pozzo», che raccolgono le acque ruscellanti e meteoriche provenienti dal monte Somma-Vesuvio, è diventata, nel corso degli ultimi trent'anni, una discarica di rifiuti tossici e pericolosi sversati a più riprese dalla criminalità organizzata;
   nel 2006, a seguito di indagini condotte dall'Agenzia regionale di protezione ambientale della Campania, furono scoperte, a causa di strani fenomeni di autocombustione, decine e decine di metri cubi scorie di fonderia miste a «fluff frazione leggera e polveri contenenti sostanze pericolose» interrate sotto il letto della vasca e lungo le aree spondali;
   in successive circostanze, le sostanze pericolose interrate con lo spostamento del terreno superficiale hanno prodotto ulteriori fenomeni di autocombustione, emettendo nell'atmosfera concentrazioni altissime di S.O.V., benzene, toluene, xileni, metanolo;
   nel 2006, a seguito di nuove indagini condotte dall'Azienda sanitaria locale (ASL Na 4 – Dipartimento di prevenzione) insieme al Corpo forestale dello Stato, fu individuato anche un collettore fognario abusivo di ignota provenienza che sfocia tuttora a cielo aperto nel letto della Vasca San Sossio, i cui campioni di acqua risultavano di gran lunga superiori ai limiti di emissione fissati dal decreto legislativo n. 152 del 1999 e successive modificazioni e integrazioni;
   nel 2008, il Commissariato straordinario di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque in Campania stanziava 4.824.000,00 euro per alcuni interventi non ben specificati sul territorio del comune di Marigliano (Napoli);
   lo stanziamento veniva destinato alla messa in sicurezza di emergenza (MISE) della «Vasca San Sossio» fu affidato a RECAM, poi diventato ASTIR (Azienda per lo sviluppo sostenibile del territorio e per interventi di recupero ambientale);
   a quanto consta, però, all'interrogante l'area di Vasca San Sossio a Marigliano non ha mai ricevuto una bonifica vera e propria e tutti i rifiuti tossici, tra cui «fluff frazione leggera e polveri contenenti sostanze pericolose», non sono stati rimossi;
   il 22 maggio 2015 il Ministro per le infrastrutture e i trasporti, Graziano Delrio, durante un sopralluogo rassicurò la popolazione di Marigliano su un impegno a rappresentare la questione davanti alle commissioni parlamentari competenti per favorire il risanamento del sito ma – a distanza di quasi due anni – l'attuazione degli interventi di bonifica dei suoli e delle falde dell'area contaminata non risultano neppure in fase di progettazione –:
   se i Ministri interrogati siano al corrente delle gravissime condizioni di inquinamento ambientale di Vasca San Sossio a Marigliano (Na);
   se non ritengano di dover fornire elementi, per quanto di competenza, circa la situazione critica evidenziata in premessa e aggravata dalla mancata bonifica dei suoli contaminati, nonché del mancato ripristino ambientale dell'area;
   di quali elementi disponga il Governo circa gli interventi di bonifica finanziati nel 2008, con 4.824.000,00 euro di cui in premessa;
   se intenda valutare se sussistano i presupposti per assumere iniziative di competenza volte ad effettuare le indispensabili operazioni di perimetrazione, segnalazione dei pericoli, caratterizzazione e isolamento dei terreni contaminati;
   se l'area inquinata di «Vasca San Sossio» sia stata indagata attraverso il telerilevamento dei parametri geofisici (magnetometrici radiometrici e termici) previsto dal progetto M.I.A.P.I. (Monitoraggio e individuazione delle aree potenzialmente inquinate), se siano state individuate nell'area variazioni magnetiche e radiometriche e se siano stati effettuati ulteriori accertamenti da parte del Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente. (4-15954)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-15954
presentata da
DI MAIO Luigi

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alla località «Vasca San Sossio» nel comune di Mirigliano (NA), sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si evidenzia che gli interventi di messa in sicurezza e bonifica concernenti il sito in argomento non rientrano nelle competenze del Ministero dell'ambiente, ai sensi dell'ordinanza n. 2948 del 25 febbraio 1999 recante
«misure concernenti gli interventi intesi a fronteggiare la situazione di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e del risanamento ambientale, idrogeologico e di regimazione idraulica».
  La realizzazione di attività di bonifica nel comune di Marigliano, ricompreso nell'ex sito di bonifica di interesse nazionale (SIN) «Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano», è da sempre stata quindi in capo, sebbene in via sostitutiva, ai vari commissari di Governo succedutisi nella gestione degli stati di emergenza ambientale che hanno interessato il territorio della regione Campania.
  Successivamente, con l'emanazione del decreto ministeriale dell'11 gennaio 2013, n. 7, il Sin «Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano» è stato inserito nell'elenco dei siti «che non soddisfano i requisiti di cui all'articolo 252 comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006 come modificato dall'articolo 36 della Legge 7 agosto 2012, n. 134» e, pertanto, non è più ricompreso tra siti di interesse nazionale.
  In particolare, l'articolo 1, comma 2, del citato decreto ministeriale n. 7 del 2013 dispone che la competenza per le necessarie operazioni di verifica ed eventuale bonifica all'interno dei siti non più ricompresi tra i Sin, viene trasferita alle regioni territorialmente interessate che subentrano nella titolarità dei relativi procedimenti.
  Ciò premesso, si segnala che, nell'ambito dell'accordo di programma «Programma Strategico per le Compensazioni Ambientali nella Regione Campania», del 18 luglio 2008, ed in particolare nello specifico accordo operativo con il comune di Marigliano, del 4 agosto 2009, viene menzionato, a titolo meramente ricognitivo, tra gli interventi già programmati e finanziati a carico del commissario delegato
ex Opcm n. 3654 del 2008 (commissario delegato per le bonifiche e la tutela delle acque in Campania), un intervento per la rimozione dei rifiuti oggetto di abbandono incontrollato e la messa in sicurezza e bonifica del sito Vasca di laminazione San Sossio.
  Il suddetto commissario delegato, nel rapporto finale di luglio 2009 – gennaio 2010 relativo alle attività svolte fino alla cessazione delle attività (31 gennaio 2010), affermava, altresì, di essersi avvalso della ARPAC Multiservizi – società
in house dell'ARPA Campania, per alcune procedure di bonifica consistenti nella rimozione di cumuli di rifiuti abbandonati in aree pubbliche. Nell'elenco delle suddette procedure è riportato un ordine di servizio relativo ad un intervento nel comune di Marigliano denominato «Vasca di laminazione (vasca San Sossio)», in località San Vito, il cui stato veniva indicato come eseguito.
  Nel riepilogo analitico della situazione debitoria, allegato al medesimo rapporto finale, è indicata l'attività relativa al «Piano operativo per la M.I.S.E. relativo al sito "Vasca di laminazione (Vasca San Sossio) in località San Vito nel comune di Marigliano (ARPAC) a valere sui fondi di cui alla D.G.R. n. 257 del 25 settembre 2008 (12 ML)», con un impegno di euro 55.899,89, interamente da liquidare.
  In seguito, con l'Opcm n. 3849 del 2010, è stato nominato il commissario delegato, incaricato della liquidazione della struttura commissariale di cui all'Opcm n. 3654 del 2008, con particolare riferimento alla chiusura della gestione contabile e del contenzioso pendente, ed al trasferimento agli enti ordinariamente competenti delle attività residue. Tale incarico si è concluso il 31 dicembre 2012, con il subentro della regione Campania nella gran parte delle procedure in fase di conclusione.
  Dall'esame della cartografia che riporta le zone sulle quali sono stati effettuati i voli elitrasportati per il rilievo dei valori magnetometrici, radiometrici e termografici risulta che la zona in cui ricade la località «Vasca San Sossio» in comune di Marigliano non è stata oggetto di rilievo. Pertanto, detta zona non è stata successivamente oggetto di ulteriori accertamenti da parte del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente.
  Secondo quanto riferito dalla regione Campania, il sito in argomento è stato più volte oggetto di sopralluoghi da parte di ARPA Campania. Tra gli altri, il 7 ottobre 2015, tecnici della predetta Agenzia, a seguito di un esposto per criticità ambientale di associazioni ambientali e di cittadini, hanno verificato lo stato dei luoghi e campionato del materiale polverulento di colore grigio presente in modesta quantità per sottoporlo ad analisi presso i propri laboratori dalle quali è emerso che si trattava di rifiuto speciale pericoloso ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e pertanto da smaltire in discarica per rifiuti pericolosi. Le caratteristiche di pericolosità del rifiuto in parola erano dovute ad un'alta concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici derivanti, presumibilmente, da fenomeni di combustione.
  Alla luce del sopralluogo e dei risultati delle analisi svolte, l'Agenzia ha prescritto, ai sensi degli articoli 192 e 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006, la rimozione, da parte del soggetto obbligato, di tutti i rifiuti presenti sul sito previa redazione di idoneo piano di caratterizzazione e smaltimento, anche per eventuali rifiuti interrati. A seguito della rimozione, dopo aver effettuato le propedeutiche indagini geoelettriche e geofisiche, sarebbe stato necessario, altresì, svolgere le indagini preliminari di caratterizzazione del suolo, sottosuolo e falda per la determinazione di eventuali superamenti delle Csc.
  Nelle more dello svolgimento di tutte le attività di cui sopra, ha prescritto, inoltre, la messa in sicurezza
ad horas dei rifiuti pericolosi caratterizzati effettuandone l'immediata rimozione.
  La stessa Agenzia ha, peraltro, prescritto, quale misura precauzionale volta a mitigare il malcostume dell'incendio dei rifiuti, l'installazione di videocamere di sorveglianza sul sito come previsto per i comuni aderenti al patto della terra dei fuochi, nonché l'interdizione dell'accesso all'area ai non autorizzati con opportuna segnaletica.
  Successivamente, l'ARPAC, congiuntamente al corpo forestale dello stato comando provinciale di Napoli, ha effettuato un nuovo sopralluogo nel 2016 durante il quale ha riscontrato la presenza, tra la vegetazione, di vari pneumatici e materiale plastico semicombusto in parte interrato. Le sponde che delimitano la vasca erano ricoperte anch'esse da vegetazione spontanea alta e folta. In alcuni punti, sulla superficie dell'area e sulle sponde della vasca, sono state riscontrate tracce di abbruciamenti e la presenza di materiali semicombusti. Inoltre, è stato rilevato un solco largo circa un metro non ricoperto da vegetazione al cui interno era presente del materiale polverulento, frammisto a terreno, di colore scuro e pezzi di plastica combusti e semicombusti. Questo materiale è stato già oggetto di campionamento da parte dei tecnici dell'agenzia in data 7 ottobre 2015.
  L'ARPAC fa presente, altresì, che i rifiuti ritrovati, per poter essere avviati al recupero e/o smaltimento, è necessario che vengano preventivamente raccolti, selezionati e classificati a cura del produttore, assegnando il competente codice Cer.
  Da ultimo, l'Agenzia ritiene che sia necessario approfondire l'indagine sull'area in questione investigando anche nel sottosuolo. Prima di ciò, è opportuno effettuare, a cura del soggetto obbligato, oltre al decespugliamento dell'area e la rimozione di tutti i rifiuti affioranti e parzialmente interrati, una campagna di indagini di tipo non invasivo, quali geofisiche, tali da permettere la ricostruzione stratigrafica del terreno costituente il sito e l'individuazione di eventuali rifiuti interrati. L'esito di tali indagine non invasive permetterà di acquisire le informazioni necessarie per le successive indagini invasive da effettuarsi.
  Pertanto, ARPAC nel febbraio 2016, ha prescritto al soggetto obbligato, ai sensi dell'articolo 192 del decreto legislativo n. 152 del 2006, la rimozione di tutti i rifiuti presenti sul sito e il successivo svolgimento di indagini preliminari volte ad accertare eventuali superamenti delle Csc.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura, comunque, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a svolgere le proprie attività di monitoraggio e sollecito, e a tenersi informato anche attraverso i vari soggetti istituzionali coinvolti, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.
  

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona inquinata

protezione delle acque

rifiuti pericolosi