ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15925

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 760 del 15/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 15/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 15/03/2017
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15925
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo presentato
Mercoledì 15 marzo 2017
modificato
Lunedì 29 maggio 2017, seduta n. 805

   CIRIELLI, GIORGIA MELONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nove anni fa il comune di Casal di Principe metteva nella disponibilità provvisoria della polizia di Stato la villa di due piani confiscata al boss Dante Apicella, una scelta di altissimo valore simbolico, quale avamposto della squadra mobile di Caserta, proprio mentre in tutta la provincia di Caserta seminava il terrore l'ala stragista dei Casalesi del boss Giuseppe Setola;
   in particolare, non si trattava di un nuovo commissariato, ma di una vera e propria sezione della squadra mobile distaccata a Casale, forte di uomini di esperienza, con l'unico compito di dare la caccia ai latitanti e contrastare i traffici dei clan;
   al fine di settembre 2015, arrivava l'assegnazione diretta del palazzo, da parte dell'Agenzia del demanio, al Ministero dell'interno, con il conseguente cambio di destinazione d'uso da sociale a militare che, dall'obiettivo lodevole di convertire i beni confiscati in presidi di legalità, razionalizzando gli spazi in uso alla pubblica amministrazione, portava però a un cambio delle regole, come quelle sull'agibilità anti-sismica;
   è di pochi giorni fa, infatti, la notizia per l'interrogante assurda che quel posto di polizia, nato e pensato dall'allora capo della polizia, Antonio Manganelli, per dare un forte segnale di presenza dello Stato su un territorio a forte penetrazione criminale e con la presenza di efferati clan malavitosi, come quello dei Casalesi, rischia di chiudere;
   abbandonare l'avamposto della guerra alla camorra, peraltro per ragioni puramente burocratiche, potrebbe rivelarsi rovinoso, se solo si pensa poi che il sindaco di una cittadina non certo come tante, per combattere le mille illegalità quotidiane, ha a disposizione appena cinque vigili urbani per 22 mila abitanti: qui sono stati gestiti per decenni i rifiuti tossici seppelliti perfino nei cortili degli asili nido; qui ha pulsato per decenni, come ha confermato il pentito Carmine Schiavone, il cuore della cattiva politica; qui furono decisi gli assassinii di decine di persone anche innocenti;
   è indubbio che anche dalla sede centrale di Caserta gli agenti continueranno a portare avanti la lotta alla camorra, mettendoci il massimo impegno, ma la presenza fissa della squadra mobile a Casal di Principe aveva anche un valore simbolico, come scrive Gian Antonio Stella, secondo cui l'abbandono dell'avamposto «è uno sbaglio (...) che rischia di dare un segnale pessimo ai cittadini perbene che, anche a dispetto delle difficoltà economiche, continuano a sperare nel riscatto. E incoraggiare i malavitosi, oggi in difficoltà, a rialzare la testa»;
   dure anche le parole di Emilio Diana, fratello di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994 nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casale: «Lo Stato doveva fare di tutto per non chiudere la sezione della Mobile. Per i cittadini era garanzia di sicurezza» o del procuratore della Repubblica di Napoli Nord, Francesco Greco, secondo cui «meglio tenere aperti i posti di polizia piuttosto che chiuderli, anche considerando il fatto che la presenza della Polizia di Stato nell'agro-aversano è assolutamente sottodimensionata, e che i Casalesi non sono definitivamente sconfitti», ribadendo come «la presenza sul territorio della Polizia di Stato è   sempre un fatto estremamente positivo, specie in luogo simbolo come Casal di Principe»;
   nonostante le rassicurazioni che parlano di un disguido tecnico-burocratico, se tale decisione venisse confermata sarebbe inaccettabile e fuori da ogni logica di contrasto alla criminalità organizzata, con evidente e condivisibile preoccupazione dei cittadini che hanno a cuore la rinascita del paese, delle associazioni antimafia che da anni operano sul territorio e, non ultimo, del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, che proprio pochi giorni fa aveva mandato una richiesta di incontro al Ministero dell'interno per scongiurare tale ipotesi di chiusura –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, accertata la veridicità e gravità degli stessi, quali urgenti provvedimenti intenda adottare per impedire che la sezione della squadra mobile distaccata a Casale di Principe non perda il suo avamposto; nonché per quale motivo gli adeguamenti strutturali necessari presso la struttura in questione non siano stati effettuati più di un anno fa, quando l'immobile è stato trasferito nella proprietà del Ministero dell'interno. (4-15925)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

adeguamento strutturale

mafia