ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15756

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 751 del 01/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 01/03/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 01/03/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15756
presentato da
PIRAS Michele
testo di
Mercoledì 1 marzo 2017, seduta n. 751

   PIRAS. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   nelle ultime settimane è stato chiuso il nono corpo di ballo italiano, quello della «Fondazione Arena di Verona», portando quindi il numero complessivo degli stessi da 13 – così come 13 erano le Fondazioni Lirico Sinfoniche – a 4. Per fare un paragone, in Francia vi sono 95 fra corpi di ballo di teatri d'opera e compagnie di residenza municipali, mentre in Germania sono 50. Non vi è dubbio, a detta dell'interrogante, che una tale repentina – e ingiustificata – riduzione possa sottendere una volontà politica di dismissione dell'arte della danza e del balletto in Italia;
   come si apprende da diversi organi di stampa, oltre che da una petizione lanciata sulla piattaforma « Change.org» destinata al Presidente della Repubblica e al Ministro interrogato (dal titolo «Morte dei Corpi di Ballo delle Fondazioni Liriche») e già sottoscritta da oltre 13 mila persone fra cui Carla Fracci, «sono 1 milione e 400 mila i giovani in Italia che studiano Danza, mentre (per fare un raffronto utile) non raggiungono il milione gli iscritti alle scuole di calcio. Chiudere i Corpi di Ballo dei grandi teatri d'Opera significa togliere le motivazioni e spegnere le passioni di questi giovani. Significa privarci di 1.400.000 ragazzi che crescono con uno scopo, una disciplina e l'educazione all'impegno (...) Se ci fossero 10 Fondazioni lirico sinfoniche con 10 Corpi di Ballo di 50 ballerini l'una, incluso direttori, maîtres de Ballet, assistenti e collaboratori, costerebbero 20 milioni di euro lordi l'anno. Il che ovviamente significa 10 milioni di euro, in quanto il 50% ritornerebbe allo Stato in contributi e tasse»;
   la danza è fra le altre cose – così come si evince anche da una pubblicazione riferita ad una ricerca ventennale ufficializzata nel Convegno mondiale di cardiologia di Parigi 2011 – una delle attività più formative e complete per la mente ed il corpo oltre ad essere «l'attività fisica che ha assoluto migliori risultati per la salute, per la forma, per le endorfine prodotte e per i benefici straordinari per la prevenzione delle malattie cardiovascolari». Più volte inoltre lo stesso Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo della Cultura ha affermato come lo spettacolo dal vivo produca ricchezza economica, crescita culturale, benessere, indotto produttivo e ritorno di immagine;
   in base a quanto previsto dalla legge n. 800 del 1967, all'articolo 1, «lo Stato considera l'attività lirica e concertistica di rilevante interesse generale, in quanto intesa a favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale. Per la tutela e lo sviluppo di tali attività lo Stato interviene con idonee provvidenze», mentre con la lettera b) dell'articolo 2 si dettaglia «un fondo da erogare in sovvenzioni a favore di manifestazioni liriche, concertistiche, corali e di balletto da svolgere in Italia ed all'estero e di altre iniziative intese all'incremento ed alla diffusione delle attività musicali»;
   ad oggi le fondazioni che hanno chiuso i corpi di balli si ritrovano a dover acquistare gli spettacoli di balletto all'estero, mortificando in tal modo le professionalità sviluppatesi nel nostro Paese, ivi comprese quelle dei giovani coreografi emergenti –:
   se il Ministro interrogato non intenda rivedere le politiche messe in campo sino ad ora, in riferimento alle problematiche espose in premessa e se non intenda avviare immediatamente delle iniziative – iniziando da quelle di natura economica – volte a salvaguardare e implementare una delle eccellenze italiane come la danza. (4-15756)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-15756
presentata da
PIRAS Michele

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, nel quale l'interrogante, con riferimento alla chiusura del nono corpo di ballo italiano, quello della Fondazione Arena di Verona, che ha portato il numero complessivo degli stessi da 13 — così come 13 erano le fondazioni lirico sinfoniche — a 4, chiede quali iniziative il Ministero intenda intraprendere per salvaguardare e implementare una delle categoria d'eccellenza italiane come la danza.
  Si risponde sulla base degli elementi forniti dalla direzione generale spettacolo di questa amministrazione.
  Per quel che concerne la cessazione dell'attività del corpo di ballo veronese, si comunica che la Fondazione Arena di Verona, in data 28 giugno 2016, ha trasmesso al commissario straordinario di Governo la documentazione inerente la procedura prevista dall'articolo 11 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, come integrato dall'articolo 1, comma 356, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, a seguito della richiesta di adesione al piano di risanamento 2016-2018 avanzata il 5 gennaio 2016.
  Il citato articolo 11, tra i contenuti inderogabili per aderire al piano di risanamento da parte delle fondazioni lirico-sinfoniche in stato di crisi, prevede al comma 1, lettera
c), «la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo fino al cinquanta per cento di quella in essere al 31 dicembre 2012 e una razionalizzazione del personale artistico».
  Nella relazione di accompagnamento al suddetto piano si legge che «Il Piano di risanamento prevede inoltre, in aggiunta a quanto siglato con le OO.SS., la cessazione dell'attività del corpo di ballo stabile attraverso procedura di mobilità
ex 223/1991, e/o campagna di incentivazione all'esodo».
  Al 19 giugno 2017 – come si evince dal verbale dei revisori dei conti n. 39 della fondazione – n. 13 tersicorei, coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo, hanno sottoscritto in sede protetta l'atto transattivo di rinuncia all'impugnazione ed hanno optato per la corresponsione dell'incentivo pattuito (oltre alle spettanze di fine rapporto) e sull'impegno assunto dalla fondazione ad impiegare con contratti a termine – per un periodo non inferiore a 120 giorni – gli stessi lavoratori nelle prossime stagioni areniane.
  Per gli altri 6 tersicorei, costituenti l'ex corpo di ballo, che non hanno aderito alla proposta transattiva, opera il fondo rischi accantonamento a fronte del potenziale rischio derivante dal contenzioso lavoristico.
  Per tali lavoratori, si attendono le pronunce giudiziali, le cui date di udienza sono già state stabilite.
  Per quanto concerne il piano di risanamento della Fondazione Arena di Verona,
ex articolo 1, comma 355, della legge n. 208 del 2015, si evidenzia che detto piano è stato approvato con decreto interministeriale (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Ministero dell'economia e delle finanze) dell'8 settembre 2017 e trasmesso, per il prescritto controllo, alla Corte dei conti e all'ufficio centrale del bilancio di questo ministero.
  L'approvazione di detto piano, consentirà alla fondazione di poter accedere al contributo di 10.292.792,12 euro deliberato dal Mibact con decreto dirigenziale del 28 luglio 2017, n. 1248, di riparto del Fondo unico per lo spettacolo 2017 per le fondazioni lirico sinfoniche.
  Questa amministrazione, quindi, ben consapevole che l'attività lirica e concertistica ha un rilevante interesse generale, in quanto finalizzata, ai sensi dell'articolo 1 della legge 14 agosto 1967, n. 800, a «favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale», si è adoperata sia in sede di risanamento che in sede di rilancio della Fondazione.
  Essendosi conclusa la fase del commissariamento, si presume che entro breve termine, la fondazione procederà alla ricostituzione dei suoi organismi fondamentali per tornare alla normalità e programmare il rilancio della fondazione stessa.
  Si auspica che il rilancio economico possa passare anche attraverso l'innalzamento della qualità degli spettacoli.
  Ciò consentirà di suscitare, altresì, l'interesse da parte dei privati, che potranno partecipare ed investire sulla fondazione e godere – ai sensi della legge n. 106 del 2014 cosiddetto Art bonus – di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.
  Riguardo ai corpi di ballo italiani, però, non può non considerarsi l'agire in piena autonomia gestionale, così come sancito nell'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, che, tra l'altro, evidenzia il modo di operare delle fondazioni secondo criteri di imprenditorialità ed efficienza e nel rispetto del vincolo di bilancio.
  Premesso tutto quanto sopra, riguardo alla Fondazione Arena di Verona, si rappresenta che l'accelerazione del risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e di rilancio del sistema nazionale musicale di eccellenza costituisce una delle priorità politiche individuate nell'atto di indirizzo del Ministro per il triennio 2017-2019.
  Questione, quest'ultima, che trova una specifica regolamentazione nell'articolo 7 del disegno di legge n. 2287 concernente «Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia», approvato dal Senato in data 20 settembre 2017 e dalla Camera dei deputati l'8 novembre 2017.
  La predetta disposizione normativa sposta al 31 dicembre 2019 il termine per consentire alle fondazioni di adeguarsi ai nuovi parametri organizzativi e gestionali creando i presupposti per una riforma organica che, rispetto agli interventi d'urgenza del passato, da una parte interessi tutte le fondazioni – non solo quelle in crisi – e dall'altra cerchi di favorire il concorso per il sostegno di tutti i soggetti (Stato, regioni, enti locali, finanziatori privati).
  Il codice riordina tutti i settori dello spettacolo, che vanno dal teatro alla musica, alla danza, agli spettacoli viaggianti, alle attività circensi, ai carnevali storici, alle rievocazioni storiche e alla danza, regolamentando la ripartizione del fondo unico per lo spettacolo, il cui stanziamento viene contestualmente incrementato.
  Il codice, inoltre, allarga l'Art-Bonus – oggi previsto solo per le fondazioni liriche – anche a orchestre, teatro e danza.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Antimo Cesaro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prevenzione delle malattie

arti dello spettacolo

fondazione