ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15508

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 738 del 08/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: FANTINATI MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 08/02/2017
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 08/02/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 08/03/2017
Stato iter:
19/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/09/2017
BUBBICO FILIPPO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/09/2017

CONCLUSO IL 19/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15508
presentato da
FANTINATI Mattia
testo di
Mercoledì 8 febbraio 2017, seduta n. 738

   FANTINATI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   Il 3 febbraio 2017, il quotidiano online «Verona Sera» riferiva di «un'interdittiva antimafia del prefetto di Verona Salvatore Mulas. Ad essere colpita è stata la ditta di trasporti Verotransport di Nogarole Rocca (provincia di Verona), che già nell'estate scorsa aveva ricevuto un simile provvedimento, insieme ad altre aziende»;
   all'epoca, scrive il giornale, la prefettura aveva, infatti, accertato il legame familiare e imprenditoriale tra chi amministrava la ditta e i tre fratelli Franco, condannati per mafia in quanto appartenenti alla ‘ndrina dei «Pesce», una delle più potenti della ‘ndrangheta, con sede nella provincia di Reggio Calabria;
   le indagini avevano fatto emergere la contiguità tra la Verotransport e i fratelli Franco: alla prima confluivano mezzi, dipendenti e sedi, appartenuti alle ditte di quest'ultimi;
   per proseguire l'attività, continuando a guidare l'azienda seppur colpito dalla prima interdittiva, il titolare aveva utilizzato come copertura un dipendente veronese, incensurato;
   i dati diffusi, ad aprile, dall'Osservatorio civico per la legalità Verona e raccolti nel rapporto 2015 intitolato «Mafie e illegalità. Uno sguardo sulla città e la provincia di Verona» e le dichiarazioni del prefetto, così come di altre importanti cariche istituzionali suggeriscono di non sottovalutare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose a Verona, in particolare quelle della ‘ndrangheta, la mafia calabrese;
   lo stesso prefetto, alla fine del 2015, aveva messo in guardia sull'operato delle organizzazioni criminali che «usano la nostra città come cassaforte. I veronesi sono bravissimi a creare ricchezza ma devono stare attenti che questa ricchezza non venga aggredita» –:
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per rendere più capillare e incisiva l'azione di prevenzione contro l'infiltrazione della criminalità organizzata in Veneto, rafforzando, inoltre, le azioni di contrasto per la tutela della legalità. (4-15508)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 19 settembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 853
4-15508
presentata da
FANTINATI Mattia

  Risposta. — La collocazione del Veneto in prossimità di aree di confine – con importanti snodi quali il porto di Venezia-Marghera, gli aeroporti internazionali di Venezia-Tessera e Marco Polo, nonché un tessuto economico e imprenditoriale caratterizzato da un'alta presenza di piccole e medie imprese – ha prodotto, nel tempo, una ricchezza diffusa. La regione è divenuta quindi un «polo» di interesse sia per la criminalità proveniente dalle regioni ad alta incidenza mafiosa sia per gruppi criminali di origine straniera.
  Sebbene non risulti, allo stato, una presenza «strutturata» della criminalità organizzata di stampo mafioso, è stata documentata l'operatività nel territorio di soggetti riconducibili a organizzazioni criminali campane, calabresi e siciliane, la cui progressiva infiltrazione nel tessuto economico regionale si concretizza, prevalentemente, nell'acquisizione di attività imprenditoriali in difficoltà.
  Le attività di tali soggetti sono capillarmente monitorate, al fine di prevenire eventuali condotte criminali, e – più in generale – le Forze di polizia svolgono una costante azione di contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata, come dimostrato dalle numerose operazioni di polizia condotte e dalle misure patrimoniali applicate nel corso dell'ultimo triennio.
  In particolare, il 13 febbraio 2017 scorso, la Direzione investigativa antimafia, insieme alla Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, ha eseguito, nelle città di Padova, Venezia, Verona, Vicenza e altre numerose province italiane, un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone responsabili di associazione di stampo mafioso, estorsione, rapina, usura e frode fiscale. Con la medesima ordinanza sono state eseguite 14 perquisizioni utili ad acquisire documentazione contabile ed extra-contabile.
  Nel corso dell'attività investigativa tesa a verificare eventuali infiltrazioni mafiose di origine calabrese in Valpolicella (tra le province di Vicenza e Verona), sono state individuate 36 persone, tutte indagate per i medesimi reati. Tra queste figura un soggetto contiguo a personaggi affiliati alle cosche crotonesi che operano nel settore edile.
  Ulteriori attività investigative hanno portato, inoltre, al sequestro di numerose società finanziarie e ingenti capitali, per svariati milioni di euro, e alla confisca di numerosi beni mobili e immobili.
  Per quanto riguarda, in particolare, la provincia di Verona – citata nell'interrogazione –, si fa presente che la contrazione della produzione, del commercio locale, delle esportazioni e dell'occupazione, si è tradotta in una riduzione delle potenzialità imprenditoriali e, spesso, nella decozione e nel fallimento di imprese anche di consistenti dimensioni. Ciò ha determinato un terreno favorevole alla possibile infiltrazione di capitali e interessi illeciti.
  In tale contesto, secondo le linee concordate in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, particolare attenzione viene dedicata alle attività produttive e commerciali che si insediano nella provincia, nonché al settore degli appalti pubblici, attraverso la verifica da parte degli organi di polizia dell'esistenza di eventuali connessioni dei titolari delle imprese interessate con la criminalità organizzata o di eventuali forme di riciclaggio di capitali illeciti.
  La prefettura di Verona ha impresso, quindi, particolare impulso agli accertamenti di possibili forme di infiltrazioni mafiose nelle società, attraverso le verifiche espletate in occasione delle richieste di rilascio di certificazioni antimafia nell'ambito dei contratti pubblici.
  Analoga attenzione è stata dedicata al monitoraggio delle imprese e delle società che richiedono l'iscrizione nella cosiddetta
white list, cioè nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa operanti nei settori sensibili.
  Al termine delle relative istruttorie, la prefettura di Verona, nel 2015, ha emesso 778 informazioni antimafia e 2.750 comunicazioni antimafia, mentre ha iscritto 135 imprese nella
white list; nel 2016, ha emesso 870 informazioni antimafia e 3.970 comunicazioni antimafia, mentre ha iscritto 218 imprese nella white list.
  Inoltre, l'attività di prevenzione e contrasto svolta tra il 2015 e i primi mesi del 2017 dalla predetta prefettura ha portato all'adozione, nell'arco di un anno e mezzo, di nove interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese, tra cui anche la Verotransport srl, citata nell'interrogazione. Questi provvedimenti si aggiungono alle sette interdittive antimafia emesse negli anni precedenti.
  Nell'ambito di tale attività, sono stati esercitati i poteri di accesso e di accertamento nei cantieri delle imprese interessate all'esecuzione di lavori pubblici, in base alle previsioni del codice antimafia.
  Al momento, sono in corso mirati accertamenti che potrebbero portare all'emissione di nuovi provvedimenti interdittivi e sono programmati ulteriori accessi ai cantieri operativi per la realizzazione di lavori pubblici, nonché presso sedi di società attenzionate.
  Per quanto riguarda, più in generale, il territorio regionale, è sempre assicurato l'impegno corale dei Prefetti, attraverso una continua e costante azione di coordinamento, svolta nei territori provinciali, con una forte cooperazione della Magistratura, che si esplica anche attraverso la partecipazione dei procuratori alle riunioni dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica. Ciò allo scopo di costituire, nel rispetto delle precipue competenze, un fronte comune e unitario per il contrasto alla criminalità mafiosa.
  In tale contesto, sono molteplici i protocolli di legalità e le iniziative avviate dalla prefettura di Venezia e dalle altre prefetture del Veneto proprio al fine di tutelare la legalità e prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale della regione.
  L'11 febbraio 2011, le prefetture del Veneto hanno sottoscritto insieme al Presidente di Confindustria un «Protocollo di legalità» finalizzato a prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici, servizi e forniture. Tale accordo, a tutt'oggi valido, persegue lo scopo di accrescere ulteriormente la collaborazione tra imprese e pubbliche autorità.
  Il successivo 10 giugno 2011, le stesse prefetture, con la Commissione regionale dell'Abi, gli istituti di credito e i confidi presenti in Veneto, hanno siglato un Protocollo regionale antiusura. L'accordo prevede, tra l'altro, la promozione di iniziative mirate a rafforzare l'attività di prevenzione, basata sull'informazione e l'educazione all'uso responsabile del denaro, anche attraverso l'individuazione di percorsi tesi a facilitare l'accesso al credito legale.
  Il 9 gennaio 2012, su iniziativa della prefettura di Venezia, alla presenza del Ministro dell'interno, del presidente della regione Veneto, dei prefetti delle province venete, del presidente dell'Upi e del presidente dell'Anci Veneto, è stato sottoscritto un «Protocollo di legalità ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture». L'accordo è stato rinnovato e aggiornato nel 2015, alla luce della nuova normativa anticorruzione.
  Le prefetture venete, il 22 ottobre 2013, hanno sottoscritto un accordo con Enel spa, per prevenire i tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti della predetta società.
  Un protocollo di legalità è stato siglato anche con il presidente di Autovie Venete spa nel 2016, per prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici relativi ai lavori per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4 Venezia-Trieste. L'accordo costituisce un importante strumento per conciliare le esigenze di sicurezza, trasparenza ed efficacia dei controlli antimafia e anticorruzione con quelle di semplificazione e di minor aggravio per le imprese in termini di gestione, tempi e costi degli interventi.

Il Viceministro dell'interno: Filippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

criminalita' organizzata