ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15497

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 738 del 08/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2017
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2017
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2017
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2017
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 08/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/02/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/02/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 21/02/2017
Stato iter:
20/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/04/2017

CONCLUSO IL 20/04/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15497
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 8 febbraio 2017, seduta n. 738

   GAGNARLI, COMINARDI, ALBERTI, PARENTELA, GALLINELLA e L'ABBATE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 157 del 1992, all'articolo 27, affida la vigilanza venatoria a diversi enti istituzionali, e in particolare alle polizie provinciali e al Corpo forestale dello Stato, oltre alle guardie volontarie delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale nazionali;
   all'interno del Corpo forestale dello Stato, era stato inoltre istituito nel dicembre 2005, il nucleo operativo antibracconaggio (Noa, con il compito specifico di organizzare e dirigere operazioni particolarmente impegnative per combattere il fenomeno della caccia illegale nelle zone maggiormente colpite;
   con il decreto legislativo n. 177 del 2016 è stato di fatto soppresso il Corpo forestale dello Stato e ripartite le sue competenze, servizi e compiti tra Arma dei Carabinieri, il Corpo della Guardia di finanza, la polizia di Stato e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
   allo stesso tempo, con il decreto-legge n. 78 del 2015 è stato sancito l'avvio del processo di transito di tutta la polizia provinciale nei comuni per lo svolgimento delle funzioni di attività di polizia municipale e il passaggio delle competenze sulla vigilanza su ambiente e fauna alle regioni;
   nel 2013 la Commissione europea aveva avviato una pre-procedura di infrazione (EU PILOT 5283/13/ENVI), sull'uccisione, cattura e commercio illegali con cui la Commissione europea chiedeva allo Stato italiano per ognuno degli 8 black spot del bracconaggio presenti in Italia quante operazioni antibracconaggio sono state condotte, quanti controlli, quante persone denunciate, il dettaglio delle violazioni amministrative e penali riscontrate. Nella medesima procedura, la Commissione riconosceva la validità del Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato e chiedeva allo Stato italiano dettagli sulle disponibilità finanziarie e sulla dotazione di personale del Noa e chiedeva quali programmi di impiego si prevedessero;
   nel 2014 la Commissione europea aveva avviato una pre-procedura di infrazione (EU PILOT 6955/14/ENVI), con cui evidenziavano diverse criticità rispetto alla gestione della caccia in Italia, tra le quali proprio il tema della vigilanza venatoria, chiedendo nello specifico di ottenere informazioni sul numero dei controlli, la loro frequenza, i risultati ottenuti e le relative sanzioni;
   nel 2015 diverse associazioni ambientaliste, attraverso una lettera alla Commissione europea, denunciavano lo smantellamento, alla luce dei provvedimenti succitati, del sistema di vigilanza ambientale e venatoria, considerando «inaudite ed irresponsabili» le scelte di soppressione del Corpo forestale e della polizia provinciale, poiché «non pienamente valutate nei loro effetti negativi» in tale ambito e non adeguatamente sostituite dalla nuova normativa, lasciando intendere, specie nel caso del Corpo forestale, che i compiti verranno «trasferiti» senza esplicitare in che modo e con quali risorse;
   il rischio di questa situazione è quello di rendere più facile la strada del bracconaggio, già ampiamente diffuso nel nostro Paese (secondo l'ultimo rapporto di Legambiente, diffuso ad ottobre 2016, negli ultimi sette anni ogni giorno sono state registrate 20 infrazioni contro la fauna selvatica, denunciate 16,5 persone ed effettuati quasi 7 sequestri, in particolare nelle «aree calde» indicate dall'ISPRA) e avallato dall'incertezza di chi, nei fatti, dovrà essere demandato al controllo sull'attività di caccia;
   in questo contesto, anche le guardie venatorie volontarie, che erano gestite dalle province, rischiano di non poter operare in maniera efficace in quanto, in alcuni casi non sarebbe stato indicato l'organismo deputato a ricevere il verbale di accertamento delle violazioni amministrative da parte della vigilanza volontaria, così come non è stato definito a quale ente si debba fare riferimento per pagare le somme dovute alle contestazioni ricevute;
   non risulta anche indicato l'organo deputato a ricevere e custodire eventuale materiale sequestrato; inoltre, risulta che in alcuni casi il processo di rilascio e rinnovo dei decreti delle guardie volontarie non sia stato ancora ridefinito –:
   se, alla luce del quadro esposto in premessa, nonché del rischio di poter incorrere in una nuova procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, il Governo non intenda chiarire dettagliatamente la gestione del sistema di vigilanza su ambiente e fauna nel nostro Paese, in base alla ripartizione delle competenze e dei servizi del corpo forestale dello Stato e delle polizie provinciali;
   quali iniziative di competenza siano state intraprese, a fronte dei numerosi e gravi casi di bracconaggio che si sono consumati nel corso della stagione venatoria, non ancora conclusa, nelle more dell'adozione del piano nazionale contro l'uccisione illegale di uccelli, la cui prima stesura da parte dell'Ispra è stata trasmessa a regioni e portatori di interesse nell'estate del 2016, ma non risulta ancora arrivata in sede di Conferenza Stato-regioni per l'approvazione definitiva.
(4-15497)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 aprile 2017
nell'allegato B della seduta n. 782
4-15497
presentata da
GAGNARLI Chiara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa al fenomeno del bracconaggio in Italia, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente Direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è al corrente dei ripetuti casi di bracconaggio perpetrati a danno di specie protette sul territorio nazionale.
  Il problema connesso agli atti di bracconaggio in alcune regioni italiane è oggetto di attenzione da parte della Commissione europea che ha richiesto informazioni in merito attraverso il caso EU pilot 5283/13/ENVI; simili rilevi in materia di controlli sono stati sollevati con il caso EU pilot 6955/14/ENVL.
  Sull'argomento si ricorda che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha predisposto un «Piano d'azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici», attualmente all'esame della Conferenza Stato – regioni. La prima seduta tecnica per la valutazione del Piano si è tenuta il 7 febbraio 2017, con un generale apprezzamento del documento. Punto centrale del citato Piano è la problematica connessa al nuovo assetto organizzativo derivante dall'abolizione delle Province e dalla creazione del comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare Carabinieri che ha sostituito il corpo forestale dello Stato, nonché dalla carenza delle risorse da dedicare alle attività di prevenzione e repressione del bracconaggio.
  Si segnala che in relazione a segnalazioni specifiche vengono regolarmente inviate richieste di intervento al nuovo ufficio Oaio dell'ufficio per la biodiversità – riserve naturali dello Stato, comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri che ha sostituto il nucleo operativo antibracconaggio del corpo forestale dello Stato, il quale continuerà ad occuparsi anche dei reati contro il patrimonio faunistico tutelato da direttive comunitarie e convenzioni internazionali. Analogamente a quanto in precedenza operato dal corpo forestale dello Stato, è previsto che in caso di illeciti contro la fauna selvatica vengano posti sotto sequestro gli attrezzi per la caccia vietati, i richiami vivi detenuti illegalmente, armi e munizioni e la fauna selvatica abbattuta illegalmente, comminando sanzioni penali per i trasgressori.
  Con riferimento alle questioni relative alla gestione del sistema di vigilanza su ambiente e fauna nel nostro Paese, alla luce delle considerazioni esposte, si fa presente che i compiti e le funzioni del Cfs sono stati affidati ai carabinieri, mentre alle regioni nell'ambito della loro autonomia spetta l'organizzazione dei compiti affidati.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

procedura CE d'infrazione

guardia forestale

politica forestale