ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15487

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 737 del 07/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI MASSIMILIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/02/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/02/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 21/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 15/02/2017

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 21/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15487
presentato da
BERNINI Massimiliano
testo presentato
Martedì 7 febbraio 2017
modificato
Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

   MASSIMILIANO BERNINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   durante la guerra dell'Ucraina orientale, il 7 aprile 2014, militanti filorussi hanno occupato il palazzo governativo di Donec'k, proclamando la Repubblica popolare di Donec'k. Un referendum tenuto l'11 maggio 2014, non riconosciuto dal Governo centrale, ha sancito la larga vittoria dei sostenitori dell'indipendenza dall'Ucraina. Il 24 maggio 2014 l'autoproclamata Repubblica popolare di Donec'k si è unita alla Repubblica popolare di Lugansk, dando vita allo Stato federale della Nuova Russia, con capitale Donec'k; questa unione è cessata il 20 maggio 2015. Donec'k è stata sottoposta a pesanti bombardamenti che hanno distrutto, tra l'altro, l'aeroporto internazionale, e a combattimenti tra l'esercito ucraino e i miliziani filorussi per le strade cittadine;
   gli «Accordi di Minsk», siglati il 12 febbraio 2015, sono scaduti il 31 dicembre 2015 e sono stati rinnovati nel 2016 – come stabilito dai presidenti di Francia, Germania, Russia e Ucraina riuniti a Berlino nel «Normandy Four» – il 19 ottobre 2016;
   recentemente, le violazioni della tregua sono sfuggite a ogni controllo e la stampa riporta di reciproche accuse delle parti in conflitto che comunque hanno generato un’escalation militare e, una conseguente emergenza umanitaria per le popolazioni coinvolte su entrambe i fronti;
   dalla stampa giungono notizie di nuovi pesantissimi bombardamenti avvenuti in questi giorni che hanno causato morti e feriti tra la popolazione civile che è costretta a vivere nei bunker sotterranei senza poter uscire in superficie;
   «l'attuale escalation nel Donbass è una chiara prova del continuo lampante disprezzo della Russia per gli impegni presi a Minsk con l'obiettivo di impedire la stabilizzazione dell'area», si legge in un comunicato del Ministero degli esteri ucraino. Mentre secondo il portavoce del Cremlino, Dimitrij Peskov, non sarebbero state «le forze armate ucraine, ma battaglioni di volontari ucraini a compiere i tentativi di attacchi su questo territorio» con lo scopo di «distogliere l'attenzione da una situazione interna molto precaria»;
   «questa volta – ha avvertito Alexander Hug, vice responsabile della missione di monitoraggio dell'Osce – si rischia un disastro umanitario». L'appello drammatico è rivolto a entrambi i fronti;
   l'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, responsabile per il monitoraggio del cessate il fuoco, ha lanciato un appello sia all'Ucraina che alle forze separatiste filo-russe perché «se coloro che hanno ordinato queste violenze vogliono fermarle, lo possono fare». Da qualche parte, ha denunciato Alexander Hug, «qualcuno ha deciso consapevolmente di riaccendere la scintilla». Bisogna che si fermi;
   Patrick Vial, responsabile della Croce rossa internazionale nella regione, ha raccomandato la creazione di sette «zone di sicurezza» per consentire le riparazioni delle infrastrutture colpite vicino alla linea del fronte. «Proponiamo un accordo tra le due parti perché queste aree non vengano coinvolte nell'attività militare, soprattutto i tiri di artiglieria» –:
   quale sia la posizione del Governo con riferimento alla politica europea concernente il partenariato orientale, alla luce degli avvenimenti descritti in premessa e se non ritenga di dover intervenire urgentemente nelle competenti sedi comunitarie affinché si pervenga all'immediata cessazione dei bombardamenti e alla messa in sicurezza della popolazione civile.
(4-15487)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

OSCE

Croce Rossa

missione d'inchiesta