ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15462

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 736 del 06/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 06/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 06/02/2017
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 06/02/2017
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 06/02/2017
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 06/02/2017
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/02/2017
Stato iter:
31/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/03/2017
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/03/2017

CONCLUSO IL 31/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15462
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Lunedì 6 febbraio 2017, seduta n. 736

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, MATARRELLI, PASTORINO e PELLEGRINO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 26 gennaio 2017 il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere Giovanni Pinto ha inviato un telegramma alle questure italiane per «attività di contrasto dell'immigrazione clandestina» per procedere, d'intesa con l'ambasciata della Nigeria, al rimpatrio di cittadini nigeriani in posizione irregolare sul territorio italiano;
   nel testo viene spiegato che dal 26 al 18 febbraio 2017, nei Centri di identificazione ed espulsione di Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta vanno riservati 95 posti (50 donne e 45 uomini) per «sedicenti cittadini nigeriani rintracciati in posizione irregolare» che, in seguito alle «audizioni ai fini identificativi» da parte di responsabili dell'ambasciata, saranno poi rimpatriati con un volo charter in Nigeria. Audizioni che, a giudizio degli interroganti, per il poco tempo a disposizione per il raggiungimento dell'obiettivo, non verificheranno senz'altro le reali motivazioni ed esigenze dei cittadini nigeriani presenti in Italia, come ad esempio delle donne vittime di tratta. Oppure, essi non verranno informati in modo esaustivo e completo sulla procedura di richiesta della protezione internazionale;
   l'operazione ha precedenza assoluta e, se nei Centri di identificazione ed espulsione non c’è spazio, bisogna renderlo disponibile anche «mediante eventuali dimissioni anticipate» di altri irregolari che sono già trattenuti in quei centri, praticabili «nell'immediato e senza eccezione alcuna (...) sino a esaurimento delle aliquote assegnate»;
   affinché sia raggiunto il numero di 95 posti e garantita la riuscita dell'operazione «audizioni Nigeria febbraio 2017» e la successiva espulsione collettiva, il direttore dispone che vengano effettuati «mirati servizi finalizzati al rintraccio di cittadini nigeriani in posizione illegale»;
   il telegramma non spiega con quali modalità l'operazione dovrà essere svolta, ma parla di «intese» che le questure dovranno prendere con la direzione centrale. Si può ipotizzare, quindi, che in questo periodo i controlli si faranno più serrati e discriminanti nei luoghi di ritrovo della comunità e che riguarderanno ovviamente più persone nella speranza di individuare una o un nigeriano;
   quella che agli interroganti appare una frenetica e cinica «caccia» alla persona nigeriana, innescata dal telegramma ha il chiaro obiettivo di dimostrare che l'accordo con la Nigeria è utile e funziona, come secondo il Governo lo è quello firmato ad agosto con il Sudan e come lo saranno quelli che saranno firmati con altri Paesi africani come il Niger, Mali, Senegal ed Etiopia nel futuro, anche grazie alla proposta italiana alla Ue del Migration compact, che nasconde, dietro agli aiuti alla cooperazione e allo sviluppo, accordi con Paesi africani per la regolamentazione dei flussi che, con le azioni di espulsione collettiva fatte sulla base della nazionalità, quindi discriminatorie e che non valutano caso per caso ogni persona, sono secondo gli interroganti in palese contrasto con i diritti umani e la legge italiana;
   l'operazione «audizioni Nigeria febbraio 2017», attivata con il telegramma di Pinto, vuole anche essere da rafforzativo al «mantra» sull'utilità dei Centri di identificazione ed espulsione e sulla necessità di aprirne altri, tante volte ribadito dal Ministro dell'interno e, dare un segnale di serietà alla tanto sbandierata «fermezza» da parte del Governo che, proprio per questo, esegue dei veri e propri rastrellamenti, riempie un charter di 95 migranti calpestando i loro diritti e le disposizioni contenuti nella legge italiana, per rimpatriarli in Nigeria, uno Stato dove le atrocità commesse dall'organizzazione terroristica jihadista sunnita Boko Haram dovrebbe automaticamente dare a qualunque cittadino nigeriano il diritto di asilo, specie alle donne vittime di tratta;
   il contenuto del telegramma diramato, ad avviso degli interroganti, si pone in contrasto con:
    norme interne e internazionali ed è suscettibile di impegnare la responsabilità, non solo politica ma anche giuridica (civile se non addirittura penale) del Ministero e quella personale del funzionario che l'ha sottoscritta;
    il diritto alla protezione internazionale e il principio di non refoulement di cui alla Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati e all'articolo 10, comma 3, della Costituzione;
    gli articoli 2, 19, comma 1, e 13 del testo unico immigrazione, con particolare riferimento alla obbligatoria tutela dei diritti umani fondamentali, al divieto di espulsioni collettive, alla decisione motivata caso per caso delle misure espulsive, al divieto di rimpatriare cittadini stranieri verso Paesi in cui sia messa in pericolo la loro incolumità –:
   se il Governo sia a conoscenza di tutti i particolari descritti in premessa e se non ritenga di fornire ogni utile elemento riguardo all'operazione «audizioni Nigeria febbraio 2017», chiarendo in che termini sia sovrapponibile alle attuali politiche di gestione dei flussi migratori e se preveda di programmare operazioni di questo tipo nel prossimo futuro;
   se non si ritenga opportuno interrompere immediatamente l'operazione suddetta, ad avviso degli interroganti fortemente in contrasto con i diritti interni e internazionali e la legge. (4-15462)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 marzo 2017
nell'allegato B della seduta n. 771
4-15462
presentata da
MAESTRI Andrea

  Risposta. — Con l'interrogazione in oggetto l'interrogante chiede chiarimenti in merito al telegramma avente ad oggetto l'attività di contrasto dell'immigrazione irregolare, diramato il 26 gennaio scorso dal direttore centrale dell'immigrazione e della Polizia delle frontiere. In particolare, chiede se non si ritenga opportuno interrompere immediatamente l'operazione di cui al telegramma medesimo.
  Il Ministero dell'interno dipartimento della pubblica sicurezza, al fine di dare effettività alla politica di rimpatrio degli stranieri rintracciati sul territorio nazionale in posizione irregolare, cura l'organizzazione di attività propedeutiche al conseguimento del suddetto obiettivo.
  In tale contesto trova collocazione il telegramma del 26 gennaio 2017 inviato alle questure, allo scopo di procedere alle audizioni a fini identificativi di sedicenti cittadini nigeriani.
  È evidente, infatti, che per agevolare l'identificazione degli stranieri rimpatriabili, ancorché sprovvisti di documenti, sia necessario predisporre il preliminare rintraccio dei medesimi, al fine di programmare le necessarie interviste individuali curate dai funzionari delle rappresentanze consolari dei Paesi di presunta origine.
  Tale attività operativa (lungi dal poter essere ricondotta al concetto di espulsioni collettive) non pone mai in secondo piano l'indubbio dovere delle Autorità provinciali preposte di procedere all'adozione di provvedimenti di rimpatrio, valutati sempre individualmente, dopo l'accurato esame del singolo caso e nel totale rispetto dei diritti dell'individuo.
  La suddetta azione di indirizzo, da più di un decennio in uso, è finalizzata solo ad una razionale gestione dell'esigua disponibilità recettiva dei centri di identificazione ed espulsione, ora centri di permanenza per i rimpatri, coniugando l'esigenza di ottimizzazione delle risorse, in termini di uomini e di mezzi, posti a disposizione del dipartimento della pubblica sicurezza, e il dovere di economicità dell'azione amministrativa.
  In tali occasioni, l'allontanamento dal territorio nazionale è eseguito per mezzo, di voli charter opportunamente organizzati per lo più sotto l'egida di Frontex, ai quali intervengono, peraltro, altri Stati membri, organismi internazionali e monitor sia italiani che stranieri, in linea con quanto previsto sia da dispositivi di indirizzo dell'Unione europea (decisione 2004/573/CE del Consiglio dell'Unione europea, del 29 aprile 2004) che dal Trattato di Prum (articolo 23).
  Tali operazioni, pianificate con cadenza periodica, devono essere organizzate in anticipo rispetto alla data prevista per il volo, data la loro complessità dovuta all'intervento di più Stati.
  Le modalità operative appena descritte sono state seguite anche nel caso in questione.
  In tale contesto, il trattenimento negli ex centri di identificazione ed espulsione rappresenta lo strumento necessario a consentire l'identificazione e la conseguente emissione del titolo di viaggio dello straniero destinatario di una decisione di rimpatrio, quest'ultima adottata sempre, come detto, sulla base di una valutazione caso per caso. Il numero dei posti riservati è determinato in base alla ricettività di tali strutture, tenuto conto che per le donne è previsto un unico centro loro dedicato con la disponibilità di 125 posti che devono soddisfare le esigenze di tutto il territorio nazionale.
  Naturalmente, il diritto di richiedere protezione internazionale è sempre assicurato per tutti, sino al momento della partenza, come del resto è sempre prevista l'informazione sull'argomento all'interno delle strutture di trattenimento.
  Si soggiunge che il 20 febbraio scorso il dipartimento della pubblica sicurezza ha emanato una nuova circolare ai gestori per chiarire, nei termini appena esposti, l'esatta portata delle disposizioni contenute nel telegramma del 26 gennaio.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

condizione della donna

espulsione

diritti umani