ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15461

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 736 del 06/02/2017
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/09623
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 06/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15461
presentato da
GUIDESI Guido
testo di
Lunedì 6 febbraio 2017, seduta n. 736

   GUIDESI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   il crollo dei prezzi del grano italiano, rispetto allo scorso anno, ha causato agli agricoltori perdite per circa 700 milioni di euro;
   le quotazioni del grano duro destinato alla produzione di pasta hanno perso il 43 per cento del valore, mentre si registra un calo del 19 per cento del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. Oggi il grano duro per la pasta viene pagato anche 18 centesimi al chilo, mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura a 16 centesimi al chilo;
   i compensi sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa anche delle manovre speculative di chi fa acquisti di grano sui mercati esteri da trasformare poi in pasta o pane made in Italy. Infatti, vi è una importazione sempre più massiccia di grano straniero, che crea danni devastanti alla produzione nazionale, ai livelli qualitativi assicurati e all'occupazione; si rischia, infatti, di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro. Si parla che siano a rischio circa 300mila aziende;
   il 30-40 per cento di grano duro, infatti, proviene da Paesi stranieri. Un pacco di pasta su tre contiene grano importato dall'estero. Nei primi quattro mesi del 2016 gli arrivi di grano in Italia sono aumentati del 10 per cento;
   l'industria alimentare nel 2015 ha moltiplicato le importazioni di grano straniero: quadruplicate dall'Ucraina e raddoppiate dalla Turchia. Ad esempio: si registra un +315 per cento dell'importazione dall'Ucraina di grano tenero (per il pane), mentre il Canada resta in testa per le spedizioni di grano duro (per la pasta);
   in pericolo non ci sono solo la produzione di grano e l'attività di oltre 300mila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari – il 15 per cento dell'intero territorio nazionale – a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione made in Italy;
   da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 400 per cento e quelli dal grano al pane addirittura del 1.450 per cento;
   esiste un problema importante che incide notevolmente sulla crisi del settore, ovvero la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano impiegato nella produzione;
   è necessario provvedere a mettere in atto misure che tutelino sia i produttori che i consumatori per poter restituire un futuro al grano italiano: l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima utilizzata nella pasta e nei derivati/trasformati; l'indicazione della data di raccolta (anno di produzione); il divieto di utilizzare un prodotto extracomunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta; infine, l'esigenza di fermare le importazioni selvagge a dazio zero;
   non è accettabile il fatto che il primo fornitore di grano duro dell'Italia quale è il Canada possa esportare a dazio zero, mentre applica una aliquota fino all'11 per cento all'ingresso della pasta in arrivo dall'Italia sul proprio territorio. È anche necessario estendere i controlli al 100 per cento degli arrivi da Paesi extracomunitari come l'Ucraina dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa;
   nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano che oltre a contribuire alla diminuzione del prezzo, hanno anche problemi di tracciabilità e salubrità del prodotto importato;
   la priorità italiana deve essere quella di agevolare la produzione di qualità e tutelare il reddito di chi produce e valorizza il grano 100 per cento italiano;
   il Governo ha finora fatto proposte «tampone» per contrastare il calo dei prezzi e dare respiro alle aziende della filiera. Una fra tutte inserire nel cosiddetto decreto «enti locali» un fondo di 10 milioni di euro per dare avvio a un piano nazionale cerealicolo che punta alla qualificazione della produzione italiana e consente ai trasformatori di acquistare sempre più prodotto made in Italy e sostenere investimenti anche infrastrutturali per valorizzare il grano di qualità 100 per cento italiano. Ma questo stanziamento è ben poca cosa, in quanto per la stessa finalità esistono i piani di sviluppo regionali –:
   quali iniziative intenda assumere per tutelare gli occupati, le produzioni agricole regionali e la qualità del made in Italy messi a rischio dal ribasso dei prezzi del grano e dall'invasione dei prodotti stranieri a volte anche di scarsa qualità e privi di controllo;
   quali iniziative intenda assumere per intensificare i controlli fitosanitari sulle importazioni dall'estero, in particolare da Paesi extracomunitari come l'Ucraina dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa, per una maggiore tutela della salute dei consumatori;
   se non ravvisi la necessità di assumere iniziative per rendere, urgentemente, obbligatoria l'indicazione in etichetta della provenienza geografica del grano utilizzato per la realizzazione di pane e pasta, perché c’è bisogno di uno strumento di protezione dei prodotti 100 per cento italiani, nonché di garanzia per i consumatori, che avranno così l'opportunità di scegliere consapevolmente quali prodotti consumare premiando, quindi, la qualità italiana. (4-15461)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

ribasso dei prezzi

prezzo agricolo