ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15336

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 730 del 25/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: MARCON GIULIO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 25/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/01/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15336
presentato da
MARCON Giulio
testo di
Mercoledì 25 gennaio 2017, seduta n. 730

   MARCON. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   Medici per i diritti umani (Medu) che per il quarto anno consecutivo, nell'ambito del progetto Terragiusta, opera con una clinica mobile nella Piana di Gioia Tauro, offrendo assistenza medica e orientamento socio-sanitario ai braccianti stranieri, ha denunciato la situazione di questi lavoratori che ogni anno giungono nella Piana di Gioia Tauro per la stagione agrumicola nella zona industriale di San Ferdinando. Sono più di 2 mila i migranti accampati tra tende, baracche e stabili abbandonati in condizioni di vita e di lavoro disastrose. Il protocollo operativo in materia di accoglienza e integrazione, sottoscritto quasi un anno fa in prefettura con regione e comuni è rimasto, a giudizio dell'interrogante, disatteso;
   la maggior parte delle 149 persone visitate fino ad oggi proviene principalmente da Senegal (25 per cento), Mali (18 per cento), Ghana (13 per cento), Burkina Faso (9 per cento) e il 75 per cento ha un regolare permesso di soggiorno (il 29 per cento è richiedente asilo in fase di ricorso contro il diniego della commissione territoriale, il 16 per cento è titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, il 10 per cento per motivi di lavoro). Si tratta, per la maggior parte, di lavoratori arrivati in Italia da meno di 3 anni, che vivono e lavorano in condizioni di estrema precarietà: la metà dei braccianti dorme su un materasso a terra o direttamente sul pavimento; i bagni sono delle latrine scavate nella terra; i braccianti cucinano in fuochi improvvisati o con fornelli a gas in tende e baracche; si lavano con acqua riscaldata in bidoni di lamiera; non è organizzato alcun servizio di raccolta della spazzatura. Esistono, pertanto, rilevanti rischi per la salute e la sicurezza individuali e collettive di coloro che vivono in tali condizioni. Il quadro diventa ancor più drammatico con l'aumento esponenziale, all'interno dell'insediamento, della popolazione femminile: ci sono circa sessanta donne, molte delle quali probabilmente vittime di fenomeni di tratta a scopo di prostituzione;
   precarie sono anche le condizioni di lavoro. In seguito all'inasprimento dei controlli da parte delle forze dell'ordine, si è registrato un aumento dei contratti di lavoro. Il 32 per cento dei pazienti impiegati nella raccolta ha dichiarato infatti di averne uno (+20 per cento rispetto al 2016). Si tratta, tuttavia, di lavoro grigio: si raccolgono mandarini e arance a cottimo e a giornata per 25-30 euro al giorno, spesso senza ricevere una busta paga, né vedersi riconosciuti gli oneri contributivi dovuti;
   il 19 febbraio 2016 era stato firmato presso la prefettura di Reggio Calabria il «Protocollo operativo in materia di accoglienza e integrazione degli immigrati nella Piana di Gioia Tauro». Il Protocollo – viste le «condizioni di degrado anche sotto il profilo igienico-sanitario» – imponeva un «intervento non più procrastinabile al fine di garantire la fruizione di servizi essenziali e favorire la piena integrazione». In particolare, la regione Calabria, in sinergia con prefettura e comuni ed in seguito allo stanziamento di 300 mila euro, avrebbe dovuto ripristinare condizioni minime di vivibilità attraverso l'acquisto di nuove tende e procedere «progressivamente e tempestivamente» alla messa in atto di politiche di promozione e sostegno socio-abitativo. A quasi un anno dalla sua firma, nulla di quanto previsto, a quanto consta all'interrogante, è stato realizzato. Della nuova tendopoli esiste solo della ghiaia a terra mentre sono decine i capannoni vuoti e inutilizzati nella zona industriale –:
   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad assicurare condizioni dignitose per i lavoratori che si trovano a vivere in questa situazione;
   se non ritenga necessario, in seguito ad un monitoraggio delle case sfitte, assumere iniziative di competenza affinché venga implementato – come già accade da anni nel vicino comune di Drosi – un servizio di intermediazione abitativa;
   se non ritenga necessario assumere le iniziative di competenza affinché, anche nell'ambito del suddetto protocollo, venga implementato un servizio di trasporto pubblico fruibile da tutti gli abitanti della Piana. (4-15336)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

manodopera agricola

condizioni di lavoro

diritti umani