ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15105

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 721 del 10/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARANTA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
FAVA CLAUDIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017
PIRAS MICHELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 10/01/2017
Stato iter:
22/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2017
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/12/2017

CONCLUSO IL 22/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15105
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Martedì 10 gennaio 2017, seduta n. 721

   RICCIATTI, QUARANTA, COSTANTINO, FAVA, NICCHI, FERRARA, PLACIDO, AIRAUDO, DURANTI, MELILLA e PIRAS. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in data 21 dicembre 2016 la testata AnconaToday.it ha riportato la notizia di un importante sequestro di beni, del valore di 1,5 milioni di euro, appartenenti ad un affiliato di spicco alla `Ndrangheta;
   l'operazione, denominata «Goldwing», è stata condotta dal gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza di Ancona e dal nucleo della polizia tributaria di Perugia;
   il soggetto in questione, nato e residente ad Ancona, sarebbe stato, secondo quanto riporta l'articolo richiamato, il referente per Ancona e le Marche delle più importanti cosche calabresi;
   l'ingente quantità di beni, posti sotto sequestro, sarebbero il frutto di una intensa attività di traffico internazionale di cocaina, che ha consentito l'acquisto di immobili siti ad Ancona ed in Bulgaria, e di beni mobili di varia natura;
   l'episodio è l'ennesimo che racconta una significativa penetrazione di organizzazioni criminali di stampo mafioso nelle Marche;
   nonostante i numerosi atti di sindacato ispettivo depositati dall'interrogante per chiedere al titolare del Dicastero dell'interno pro tempore chiarimenti sull'entità di tale fenomeno, non vi sono state risposte –:
   se il Ministro interrogato non intenda fornire elementi in merito alla portata del fenomeno delle infiltrazioni di organizzazioni criminali di stampo mafioso nelle Marche;
   se non intenda fornire elementi in ordine alle misure di contrasto a tale fenomeno, adottate o che si intendano adottare. (4-15105)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 22 dicembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 903
4-15105
presentata da
RICCIATTI Lara

  Risposta. — In linea generale, sebbene non si registrino nella regione Marche radicamenti della criminalità organizzata di tipo mafioso, si segnalano, tuttavia, presenze qualificate di esponenti di consorterie pugliesi (clan baresi e della sacra corona unita brindisina), campane (clan napoletani e dei casalesi), calabresi (cosche reggine e cosentine e crotonesi) e siciliane (cosa nostra catanese, messinese, ennese e della stidda gelese), attratte dalle peculiarità socioeconomiche della zona, che offre diverse opportunità di inserimento nei circuiti produttivi legali (specialmente investimenti imprenditoriali ed immobiliari) ove dissimulare anche patrimoni illegali.
  Gli interessi illeciti sono principalmente collegati al narcotraffico, all'usura, al riciclaggio, al controllo dei locali notturni e delle bische clandestine. Sono anche presenti epigoni della tradizionale criminalità sarda, ora dedita a reati contro il patrimonio e la regione, all'occorrenza, è anche base logistica per rifugio di latitanti.
  A fronte dello scenario appena delineato, si assicura che vi è un livello di attenzione particolarmente alto da parte di tutte le forze dell'ordine, per prevenire ogni eventuale tentativo di infiltrazione delle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
  Parallelamente, non va sottaciuto il fenomeno del «pendolarismo criminale», appannaggio soprattutto delle consorterie criminali provenienti dalla Puglia e dalla Campania, dedite essenzialmente alla commissione di reati predatori.
  In particolare, il territorio della provincia di Ancona, sebbene sostanzialmente esente dal radicamento di fenomeni di criminalità organizzata mafiosa, registra la presenza di soggetti collegati alle mafie del sud Italia, particolarmente interessati a infiltrarsi nel tessuto economico-imprenditoriale, il cui dinamismo favorisce il reimpiego di capitali illeciti nella costituzione di imprese e negli investimenti immobiliari.
  Al riguardo, va anche ricordato che la provincia è interessata dalla realizzazione di «grandi opere», tra cui la Quadrilatero Marche Umbria e la costruzione della terza corsia dell'autostrada A-14, sulle quali vi è un attento monitoraggio finalizzato a evitare che gli appalti siano oggetto di tentativi di infiltrazione mafiosa.
  A ogni modo, la presenza di un porto di una certa importanza, anche come scalo commerciale, rende la provincia punto nevralgico di riferimento per le organizzazioni criminali nazionali e straniere coinvolte in traffici illeciti originati principalmente dai porti albanesi, greci e turchi, facendo registrare diverse delittuosità: dall'immigrazione clandestina, al traffico di stupefacenti, al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, al traffico di merci contraffatte provenienti dalla Cina.
  La provincia di Ascoli Piceno e la provincia di Fermo, anch'esse esenti dal radicamento di fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso, censiscono, allo stesso modo di quella anconetana, singole presenze mafiose collegate alle cosche campane, pugliesi e siciliane che, tuttavia, tentano di integrarsi nel contesto economico con attività imprenditoriali e commerciali di copertura, specialmente nella zona di Porto Sant'Elpidio e nell'area costiera tra San Benedetto del Tronto e Civitanova Marche.
  La provincia di Macerata presenta un tessuto economico, sano e a spiccata vocazione turistica, tale da non aver consentito, sinora, infiltrazioni mafiose di strutture organizzate che ricalcano quelle delle «case madri», capaci di controllare il territorio e di condizionare anche gli apparati amministrativi.
  Ciò non toglie che vi risiedano elementi di origine siciliana, calabrese, campana, pugliese e sarda, potenziali punti di riferimento per le organizzazioni di appartenenza, talora saldati con pregiudicati locali di spicco per traffici di droga, pratiche usurarie, piccole estorsioni.
  Il questore di Macerata – sentito in ordine alle lamentate problematiche di infiltrazione del crimine organizzato nel tessuto socio-economico della provincia, con particolare riguardo al tratto costiero circostante Civitanova Marche – ha confermato che non vi sono evidenze accertate circa la presenza nel territorio di un vero e proprio sodalizio criminale caratterizzato dai tipici connotati enunciati nella definizione di cui all'articolo 416-
bis del codice penale.
  Più in particolare, non si rilevano azioni estorsive eclatanti tali da essere inquadrate entro i tratti tipici del racket in danno di medie e piccole imprese o esercizi commerciali e artigianali, che costituiscono il tessuto connettivo dell'economia locale. Tale conclusione trova conforto nella costante azione investigativa esercitata dalla locale squadra mobile che, soprattutto in collaborazione con quella di Ancona, nel corso degli anni è riuscita – disarticolandole sul nascere – a sgominare pericolose consorterie criminali costituite da elementi di origini siciliane e calabresi, i quali stavano tentando di riorganizzarsi, contando sull'appoggio dei relativi clan di riferimento, supportati da elementi di spicco della malavita locale.
  Piuttosto si evidenzia che, negli ultimi tempi, si è assistito alla proliferazione di gruppi criminali stranieri che si sono imposti sulla scena delinquenziale della provincia manifestandosi, peraltro, attraverso sodalizi privi di una solida connotazione di tipo associativo, ma caratterizzati per lo più da legami etnici, oltre che dal collante rappresentato dai comuni interessi criminali.
  La provincia di Pesaro-Urbino, nonostante la solida economia, non annovera forme organizzate di tipo mafioso, se non a livello di presenza di singoli soggetti di origine siciliana, calabrese, campana, pugliese e sarda, ivi residenti, che al momento non paiono infiltrarsi con sistematicità in apparati produttivi e amministrativi locali. Comunque, in alcuni comuni, imprese edili sono nella disponibilità di soggetti legati alla ’ndrangheta reggina, mentre soggetti collegati alla camorra risultano inseriti nello smaltimento dei rifiuti o nella gestione di locali notturni.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Domenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto internazionale

acquisto della proprieta'

sequestro di beni