ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14737

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 703 del 08/11/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 08/11/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 08/11/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 08/11/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 08/11/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 08/11/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 08/11/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14737
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Martedì 8 novembre 2016, seduta n. 703

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il rapporto di Amnesty International del 3 novembre 2016, «Hotspot Italia: come le politiche dell'Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti», denuncia come il cosiddetto «approccio hotspot», promosso dall'Unione europea per identificare migranti al momento dell'arrivo, non solo abbia compromesso il loro diritto a chiedere asilo, ma anche alimentato agghiaccianti episodi di violenza, pestaggi, elettroshock e umiliazioni sessuali;
   il rapporto, basato su oltre 170 interviste a rifugiati e migranti, rivela gravi lacune in ognuna delle fasi, dall'identificazione, alla valutazione sul bisogno di protezione, all'avvio della procedura d'asilo o di ritorno nei Paesi d'origine;
   nonostante gli hotspot siano stati pensati per intervenire in favore degli Stati di frontiera, per facilitare la ricollocazione dei richiedenti asilo negli altri Stati della Unione europea, questo fine nobile è stato totalmente fallimentare: su oltre 150.000 persone arrivate via mare nel 2016, soltanto 1.200 sono state ricollocate dall'Italia, rispetto alle 40.000 promesse;
   la fase dell'identificazione, per molti migranti, rappresenta un ulteriore scoglio da superare, poiché l'Italia ha come «obbligo» comunitario quello di prendere le impronte digitali di tutti i migranti in arrivo. Amnesty International ha ricevuto denunce di arresti arbitrari, intimidazioni e uso eccessivo della forza per costringere uomini, donne e bambini a farsi prendere le impronte, persone che hanno interesse a chiedere asilo in altri Paesi e non vogliono rischiare, attraverso le impronte digitali, di essere rimandati in Italia in base agli accordi di Dublino;
   attraverso 24 testimonianze, il rapporto riferisce di alcuni agenti di polizia che, per ottenerle, hanno perpetrato maltrattamenti, pestaggi, colpi violenti con bastoni elettrici, pinze per scariche elettriche sui genitali;
   le conclusioni del rapporto sollevano gravi preoccupazioni e mettono in luce per gli interroganti la necessità di un'indagine indipendente, all'interno della polizia di Stato, sulle prassi attualmente utilizzate da un numero limitato di agenti di polizia che rischiano di compromettere l'intero operato della polizia, nella maggior parte dei casi professionale e senza incidenti;
   la fase di richiesta di informazioni ai nuovi arrivati viene svolta senza tenere conto della condizione di stress psico-fisico e, spesso, senza che questi siano dotati di mediatori culturali e/o interpreti, affinché possano meglio comprendere le procedure d'asilo e rispondere correttamente alle domande. In base alle nuove procedure imposte dall'Unione europea, agenti di polizia che non hanno ricevuto una formazione adeguata, anziché limitarsi a domandare se intendono chiedere asilo, devono chiedere ai migranti di spiegare il perché sono arrivati in Italia. Questo approccio è per gli interroganti totalmente sbagliato perché non tiene conto che lo status di rifugiato non è determinato dal motivo per cui una persona è arrivata in un Paese, ma dalla situazione cui andrebbe incontro in caso di rimpatrio. È inaccettabile che il risultato di questa breve e inadeguata intervista, che di fatto dà all'agente l'arbitrio di giudicare valido o no un motivo, possa determinare l'apertura dell’iter la richiesta di asilo politico oppure un ordine di respingimento o di espulsione;
   a giudizio degli interroganti, sollecitata dall'Unione europea, l'Italia sta cercando di aumentare i respingimenti dei migranti, anche negoziando accordi di riammissione con Paesi d'origine le cui autorità hanno commesso terribili atrocità – come nel caso del Sudan, con l'accordo firmato nell'agosto 2016. Attraverso tali accordi, le procedure di identificazione sono ad avviso degli interroganti sommarie e impediscono di stabilire se un individuo sarà o meno a rischio di violazione dei diritti umani al rientro nel suo Paese;
   «l'approccio hotspot» sta causando terribili violazioni dei diritti di persone vulnerabili, ha aumentato anziché diminuire la pressione sugli Stati di frontiera e, a detta degli interroganti, ha giustificato i comportamenti di dubbia legittimità e contrari agli obblighi di diritto internazionale di Paesi europei che rifiutano di accogliere migranti richiedenti protezione internazionale;
   lo stesso giorno dell'uscita del rapporto di Amnesty International, la portavoce immigrazione della Commissione europea ha dichiarato di non essere a conoscenza delle violazioni dei diritti dei migranti negli hotspot italiani, riportati dal rapporto di Amnesty International, e che niente è stato denunciato e segnalato alla Commissione europea –:
   se il Governo sia a conoscenze di quanto riportato nel rapporto di Amnesty International e se non ritenga opportuno verificare la correttezza e la legalità delle prassi attualmente utilizzate dagli agenti di polizia, in tutte le fasi del cosiddetto «approccio hotspot»;
   come intenda attivarsi affinché, all'interno dell'Unione europea sia riconsiderato l'intero sistema degli hotspot, degli interventi in favore degli Stati di frontiera e la ricollocazione dei richiedenti asilo negli altri Stati membri dell'Unione europea, così come imporrebbe il pieno rispetto del diritto internazionale.
(4-14737)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

politica comunitaria

Amnesty International