ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14647

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 699 del 26/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 26/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 26/10/2016
Stato iter:
31/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/03/2017
BUBBICO FILIPPO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/03/2017

CONCLUSO IL 31/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14647
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Mercoledì 26 ottobre 2016, seduta n. 699

   MOLTENI e CAPARINI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   con decreto del capo del dipartimento della pubblica sicurezza, adottato il 9 dicembre 2015, il capo della polizia pro tempore, Alessandro Pansa, sospese cautelativamente l'assistente capo Fabrizio Rossi, reo di aver rilasciato alla trasmissione televisiva Ballarò un'intervista, con voce camuffata e volto oscurato, nella quale aveva reso dichiarazioni su argomenti riservati «mostrando ai giornalisti materiale obsoleto e deteriorato in dotazione alla Polizia di Stato»;
   nel decreto sopracitato si asseriva altresì che Fabrizio Rossi aveva prelevato materiale di vecchio tipo «non più in uso al personale della Polizia di Stato per poi esibirlo» all'intervistatore con il chiaro intento di denigrare l'istituzione di appartenenza;
   in difesa dell'assistente capo della polizia di Stato, il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, iniziava allora uno sciopero della fame che sarebbe durato per 61 giorni, allo scopo di evidenziare la natura politica ed intimidatoria della punizione irrogata all'assistente capo, privato senza vero giusto motivo anche della retribuzione e quindi posto in una situazione oggettivamente difficile anche in ragione della sua condizione di padre di una bambina di sei anni;
   l'11 ottobre 2016 il Tar del Lazio si pronunciava però a favore di Fabrizio Rossi, sospendendo il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio che questi aveva impugnato;
   il Sap sarebbe inoltre recentemente venuto in possesso di un documento della digos, nel quale si confermerebbe che in realtà Fabrizio Rossi aveva detto il vero ed esibito materiale obsoleto, ma ancora effettivamente in uso alla polizia di Stato, allo scopo ultimo non di denigrare l'istituzione ma di rafforzare la richiesta di nuovi e migliori equipaggiamenti;
   si invocano da più parti interventi riparatori nei confronti di Fabrizio Rossi, che prima della sospensione cautelativa aveva anche ottenuto una promozione per meriti straordinari –:
   quali iniziative riparatrici il Governo intenda assumere per ristorare il grave torto subito l'assistente capo della polizia di Stato Fabrizio Rossi, ingiustamente sospeso cautelativamente dal servizio solo per aver raccontato alla Rai in quali difficili condizioni operino le forze di polizia del nostro Paese. (4-14647)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 marzo 2017
nell'allegato B della seduta n. 771
4-14647
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — Con l'interrogazione indicata in oggetto viene richiamata l'attenzione sulla vicenda, risalente al novembre 2015, che ha portato l'amministrazione dell'interno ad adottare un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio e ad avviare un procedimento disciplinare nei confronti dell'assistente capo della Polizia di Stato Fabrizio Rossi, in servizio presso il commissariato di pubblica sicurezza «Vescovio» di Roma.
  L'atto di sindacato prende spunto da una novità intervenuta nello scorso mese di ottobre, cioè la riammissione in servizio del predetto dipendente per effetto dell'annullamento da parte del TAR Lazio del provvedimento di sospensione cautelare.
  In relazione a tale circostanza, l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative si intendano assumere per ristorare l'assistente capo del danno subito.
  La vicenda, come è noto, ha avuto origine da un'intervista mandata in onda durante la trasmissione televisiva di Rai 3 «Ballarò» del 24 novembre 2015, nel corso della quale l'assistente capo – in divisa, con voce camuffata e volto oscurato – ha rilasciato dichiarazioni non autorizzate su argomenti riservati, mostrando ai giornalisti materiale obsoleto e deteriorato in dotazione alla Polizia di Stato e qualificando le dotazioni in uso alla Polizia medesima come inadeguate e pericolose.
  A seguito di tale episodio, il capo della polizia, su proposta del questore di Roma, ha adottato, il 9 dicembre 2015, un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio per gravi motivi disciplinari, motivato dalla gravità della condotta, ritenuta peraltro lesiva dell'immagine e del prestigio dell'Amministrazione della pubblica sicurezza, anche in ragione dell'ampia risonanza mediatica dei fatti contestati.
  Il provvedimento cautelare è stato emesso in relazione all'avvio, nel successivo mese di gennaio 2016, di un procedimento disciplinare volto alla destituzione del dipendente per le violazioni previste dall'articolo 7, numeri 1, 2 e 4, del decreto del Presidente della Repubblica n. 737 del 1981.
  In un secondo momento – nell'aprile 2016 –, per gli stessi fatti la Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha formulato nei confronti dell'assistente capo la richiesta di rinvio a giudizio per i reati di falsità ideologica e materiale, diffusione di notizie atte a turbare l'ordine pubblico, peculato e abbandono del posto di servizio.
  La conseguente assunzione da parte dell'assistente capo della qualità di imputato ha comportato la necessaria sospensione del procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti, fino alla definizione del giudizio penale.
  Di riflesso, ha cessato di spiegare i suoi effetti anche l'originario provvedimento di sospensione cautelare dal servizio per gravi motivi disciplinari.
  In questo contesto, sempre ad aprile 2016, il capo della polizia, nelle more della definizione del giudizio penale nei confronti del dipendente, ha adottato, su proposta del questore di Roma, un nuovo decreto di sospensione cautelare dal servizio, motivato stavolta da gravi motivi penali.
  Avverso tale provvedimento l'interessato ha proposto ricorso al TAR Lazio, con richiesta incidentale di sospensiva.
  L'11 ottobre scorso il giudice adito ha accolto l'istanza cautelare, senza tuttavia entrare nel merito dei fatti sottostanti all'adozione del provvedimento impugnato che saranno oggetto di trattazione nell'udienza del prossimo 6 giugno.
  Pertanto il 19 ottobre scorso, il capo della Polizia ha disposto la riammissione in servizio dell'assistente capo, a decorrere dal successivo 22 ottobre, con riserva di definire la posizione amministrativa del dipendente all'esito del giudizio pendente.
  In merito agli sviluppi penali della vicenda, si rappresenta che lo scorso 16 novembre l'assistente capo è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari per i reati di falsità ideologica e materiale commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, interruzione di un servizio pubblico o di pubblica utilità e, infine, abbandono del posto di servizio, venendo prosciolto, invece, dal reato di peculato. L'udienza dibattimentale si terrà il prossimo 22 marzo.
  Alla luce di quanto esposto, risulta chiaro che la condotta dell'assistente capo è tuttora oggetto di accertamento sia in sede penale che in sede giurisdizionale amministrativa, in cui è intervenuta, al momento, solo una decisione interlocutoria di natura cautelare.
  Occorre, pertanto, attendere la definizione di tali procedimenti per far piena luce sui vari risvolti della vicenda e consentire all'amministrazione dell'interno di assumere le determinazioni di competenza in ordine agli aspetti disciplinari e a tutti gli altri profili conseguenti.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

promozione professionale

sciopero della fame